"Menneauditorium", il ricordo di Pietro vive nelle aule del "Cassandro"

Nel dizionario italiano, come in gran parte delle lingue mondiali, la parola "lavoro" precede "successo": un mezzo per un fine. A metà strada c'è la "M" di Mennea, Pietro Mennea. Un simbolico legame linguistico, un autentico insegnamento di vita. Questa la linfa di "Menneauditorium", evento tenutosi questa mattina presso l' 'I.T.E. "Michele Cassandro": da poche ore l'Aula Magna dell' Istituto Tecnico Economico Statale è dedicata alla memoria del campionissimo barlettano, che ha portato il nome della nostra città in giro per il globo, scomparso in marzo all'età di 61 anni. Una cerimonia celebrata tra amici, parenti, istituzioni e soprattutto tanti alunni appassionati, nei quali il ricordo di Mennea vive ancora fervido. Parterre de roi d'onore per la cerimonia: dal dirigente scolastico del "Cassandro", professor Francesco Caldarola, al prefetto Carlo Sessa, passando per il professor Franco Frezza, il dirigente USP Bari Dott. Mario Trifiletti, il Commissario Prefettizio del comune di Barletta, la dott.ssa Annamaria Manzone, e il professor Franco Frezza. Un alveo di ricordi e omaggi coordinato dal professor Luigi Dicuonzo.

Nato in una modesta famiglia di Barletta, da padre sarto e mamma casalinga, nel palmares di Mennea le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici. L'iniziativa ha inteso rendere il tributo d'onore al recordman e velocista di fama mondiale: Mennea, sia da atleta sia come europarlamentare. Tante le letture di un unico personaggio, ma tanto variegato: di un Mennea "Ricco di gratificazione in tutta la sua vita professionale, culturale e sportiva, della granitica formazione conseguita nei suoi anni di studio sotto la guida di eccellenti professionalità docenti" ha parlato il professor Caldarola, mentre Dicuonzo ha ricordato i tempi in cui sul "Periscopio", rivista scolastica, un giovane Pasquale Cascella, oggi candidato sindaco di Barletta, scriveva di un emergente Mennea. Trifiletti si è lasciato andare tra i ricordi: "Mennea è stato uno dei miei miti: sport e scuola devono ritrovare un legame che oggi è meno consolidato del passato. Bisogna rinverdire il ricordo dello sport pulito e leale: Mennea ci ha dato un chiaro messaggio, tutto si ottiene solo impegnandosi". Il professor Frezza ha parlato di un Pietro Mennea "cassandrino, capace di crearsi una vita altrettanto gloriosa anche al di fuori dello sport, facendo tanto bene e mai restando allineato alle istituzioni per ottenerne benefici".

Lo scoprimento della targa in memoria di Pietro, punto focale della giornata, è stato omaggiato dalle parole di Monsignor Sabino Giannotti: "Mennea ha vissuto, gioito sofferto e lasciato una somma eternità. Sta a noi e a voi giovani essere capaci di cogliere il suo insegnamento su pista e in vita". Al ricordo su carta si è aggiunto quello iconografico: lo scultore barlettano Paolo Desario ha tradotto i racconti di Mennea in un groviglio di nervi interni che si preparano alla gara, al successo. Un'opera di ispirazione quasi futurista, che ricorda " Forme uniche della continuità nello spazio" di Boccioni (1913) per plasticità e contiguità tra forme.

Sapore di ricordi e di emozioni al momento della consegna delle targhe celebrative dedicate al campionissimo barlettano: una è andata alla maestra Elvira Autorino, figlia di Alberto, scopritore di Mennea, la quale ha scavato con commozione nell'aneddotica paterna, ricordando "il silenzioso impegno di Pietro e la loquacità" di suo padre, che legava i due in un continuo rapporto di coaching. Non c'è però un'eccellenza senza un grande corpo docenti- ha ricordato il professor Dicuonzo- omaggiando così le professionalità del "Cassandro". Dal passato all'attualità: insigniti di munifici premi, meritati "sul campo" dello studio, Pietro Balestrucci, Luca Iodice, Carmine Daniele Garinella. E siccome i ricordi vengono perpetuati nell'eternità, l'ultima immagine della cerimonia è stata rappresentata dalla visione- in religioso silenzio- del record di 19.72 a Città del Messico nel 1979 e l'oro olimpico di Mosca 1980: perchè Pietro Mennea, in fondo ai cuori dei barlettani, continua a correre.
(Twitter: @GuerraLuca88)