Sentenza TAR disattesa, Aldo Musti: «La risposta del Comune non chiarisce tempi né responsabilità»
La nota dell'imprenditore
lunedì 20 ottobre 2025
18.44
«Una sentenza esecutiva del TAR, che impone al Comune di Barletta l'approvazione di un progetto pubblico già deliberato dal Consiglio comunale, è ancora oggi ignorata. Nessuna esecuzione, nessuna scadenza, nessun responsabile. Sono il cittadino che ha promosso il ricorso sfociato nella sentenza n. 81/2024 del TAR Puglia – Bari, passata in giudicato, che ha accertato l'illegittimità della mancata approvazione del progetto per il completamento delle urbanizzazioni in via dei Muratori, nella zona merceologica di via Foggia. Un progetto previsto da anni, avviato nel 2006, ma mai portato a termine». Così l'imprenditore della zona merceologica, Aldo Musti.
«Durante il Consiglio comunale del 20 ottobre, è stata presentata una domanda di attualità per sapere perché, dopo ventidue mesi dalla pubblicazione della sentenza, non sia stato fatto nulla. La risposta dell'Amministrazione, però, ha completamente eluso il punto centrale: nessuna spiegazione chiara, nessuna data, nessuna volontà concreta di adempiere. Il Comune ha lasciato scadere i vincoli urbanistici che avrebbero permesso l'esecuzione del progetto e ora tenta di giustificarsi parlando di difficoltà tecniche e alternative progettuali, quando la legge imponeva una sola cosa: dare esecuzione alla sentenza. Il blocco delle opere, inoltre, ha cause ben precise e risalenti nel tempo: opere abusive note dal 2014, mai rimosse, realizzate su aree pubbliche o soggette a vincolo. Espropri deliberati dal 2004, riconfermati nel 2009, mai attuati. Tutto questo è documentato e già agli atti dell'Amministrazione.
Questa non è solo una battaglia personale. Si tratta di trasparenza, legalità, e rispetto delle istituzioni. Quando una sentenza non viene rispettata da un ente pubblico, non viene calpestato solo il diritto del cittadino che ha vinto il ricorso, ma l'intero principio di legalità su cui si fonda l'azione amministrativa. Per questa ragione ho depositato un ricorso per ottemperanza (n. 37/2025) presso il TAR di Bari, la cui udienza si è tenuta il 7 ottobre e per cui si attende ora la sentenza. Mi auguro che la giustizia amministrativa, ancora una volta, ponga rimedio a un'inerzia politica che dura da troppo tempo. Ma mi auguro anche che il Consiglio comunale, oggi finalmente coinvolto, eserciti con più decisione il proprio ruolo di controllo e indirizzo su un'opera pubblica attesa da quasi vent'anni».
«Durante il Consiglio comunale del 20 ottobre, è stata presentata una domanda di attualità per sapere perché, dopo ventidue mesi dalla pubblicazione della sentenza, non sia stato fatto nulla. La risposta dell'Amministrazione, però, ha completamente eluso il punto centrale: nessuna spiegazione chiara, nessuna data, nessuna volontà concreta di adempiere. Il Comune ha lasciato scadere i vincoli urbanistici che avrebbero permesso l'esecuzione del progetto e ora tenta di giustificarsi parlando di difficoltà tecniche e alternative progettuali, quando la legge imponeva una sola cosa: dare esecuzione alla sentenza. Il blocco delle opere, inoltre, ha cause ben precise e risalenti nel tempo: opere abusive note dal 2014, mai rimosse, realizzate su aree pubbliche o soggette a vincolo. Espropri deliberati dal 2004, riconfermati nel 2009, mai attuati. Tutto questo è documentato e già agli atti dell'Amministrazione.
Questa non è solo una battaglia personale. Si tratta di trasparenza, legalità, e rispetto delle istituzioni. Quando una sentenza non viene rispettata da un ente pubblico, non viene calpestato solo il diritto del cittadino che ha vinto il ricorso, ma l'intero principio di legalità su cui si fonda l'azione amministrativa. Per questa ragione ho depositato un ricorso per ottemperanza (n. 37/2025) presso il TAR di Bari, la cui udienza si è tenuta il 7 ottobre e per cui si attende ora la sentenza. Mi auguro che la giustizia amministrativa, ancora una volta, ponga rimedio a un'inerzia politica che dura da troppo tempo. Ma mi auguro anche che il Consiglio comunale, oggi finalmente coinvolto, eserciti con più decisione il proprio ruolo di controllo e indirizzo su un'opera pubblica attesa da quasi vent'anni».