Segregata in Egitto, la mamma di Barletta parla a "I fatti vostri"

Il programma di Rai 2 con Giancarlo Magalli approfondisce il caso che ha scosso la cronaca locale e nazionale

venerdì 5 gennaio 2018 20.16
A cura di Ida Vinella
È la fine di un incubo, ma non la fine della paura. Il mese scorso ha scosso l'opinione pubblica la terribile storia vissuta da una mamma di Barletta, segregata in Egitto dalla famiglia del marito, dopo violenze verbali e fisiche. Il caso è rimbalzato sulla cronaca nazionale e locale, dal Tgcom24 fino alle pagine di BarlettaViva, dove il dramma della giovane donna è stato raccontato dalle parole dell'avvocato Rossana Lacerenza, anche lei barlettana, che ha spiegato i timori e la difficile fuga dall'Egitto della nostra concittadina.

Ieri la vicenda è stata ripresa dalla nota trasmissione di Rai 2 "I fatti vostri" condotta da Giancarlo Magalli: durante il servizio è stata intervistata in collegamento da Barletta la mamma, chiamata con un nome di fantasia (Lucia), che ha raccontato la sua spaventosa avventura celata nel viso e nella voce per tutelare la sua privacy e quella del suo piccolo, figlio di un matrimonio turbolento e vittima innocente dei fatti.

«I primi gesti di violenza sono emersi durante il matrimonio – racconta Lucia – volevo divorziare, ma da quel momento è iniziata la vera guerra». Minacce di morte, indirizzate alla donna e alla sua famiglia, perché l'obiettivo dell'uomo era solo quello di ottenere a tutti i costi la cittadinanza italiana. «Mi ha intimato di raggiungerlo a Milano: mi sono lasciata convincere dalla paura e, per difendere la mia famiglia, viste le minacce di mote, sono andata a Milano». Là la donna è stata forzatamente obbligata a prendere l'aereo per Il Cairo, in modo da andare laddove non sarebbe potuta scappare da quello spaventoso matrimonio. «Mio marito mi chiese di dimenticare tutto: la mia città, i miei affetti la mia famiglia».

Nella casa dei suoceri, in un piccolo villaggio privo di mezzi pubblici, lontano da qualcuno che le volesse bene, la donna e suo figlio hanno vissuto in una situazione disturbante: mangiavano pochi avanzi, non avevano soldi, non potevano uscire, non conoscevano nessuno.

Le è stato tolto tutto, tranne un cellulare che però non aveva credito: solo grazie alla rete wifi è riuscita a contattare in chat alcuni egiziani da cui è stata salvata. Tre estranei che, senza conoscerla, si sono resi disponibili a salvarla da quella casa, scortandola in aeroporto e dandole una mano ad ottenere supporto legale trovando un grande aiuto nell'avvocato Lacerenza, impegnata spesso in Egitto dove collabora con la Camera di Commercio italiana a Il Cairo.

«Adesso con mio figlio sto bene – conclude Lucia – ma ho ancora paura di lui, che possa farsi vivo. Sono forte, penso di affrontare quello che avverrà. Penso di farcela».