Polveri giallo-arancioni via Misericordia, la preoccupazione di Legambiente

La nota firmata dal presidente Raffaele Corvasce

domenica 27 luglio 2025 12.04
«Esprimiamo profonda preoccupazione in merito alle risposte fornite dalla ASL durante l'audizione della commissione Ambiente regionale. A fronte della dichiarata insufficienza dei campioni prelevati, riteniamo che l'azienda sanitaria avrebbe potuto e dovuto attivarsi con urgenza per suggerire metodi alternativi di prelievo e di analisi, al fine di fare chiarezza su quanto accaduto e rassicurare la cittadinanza». Così il presidente di Legambiente Barletta, Raffaele Corvasce.

«Un mancato approfondimento che viola i principi fondamentali della tutela della salute pubblica e della protezione ambientale, sanciti da:
• Articolo 32 della Costituzione Italiana, che tutela la salute come "fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività";
• Articolo 191 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, che sancisce il principio di precauzione in materia ambientale, imponendo interventi anche in caso di incertezza scientifica;
• D.Lgs. 155/2010, che recepisce la Direttiva europea 2008/50/CE sulla qualità dell'aria, e prevede il monitoraggio costante e rappresentativo degli inquinanti atmosferici;
• Legge 833/1978 (Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale), che attribuisce alle ASL il compito di "garantire la prevenzione collettiva e l'igiene ambientale".

Riteniamo inaccettabile che la Asl, in quanto ente preposto alla difesa della salute pubblica, si riduca a citare limiti di legge minimi e riferimenti parziali, sorvolando di fatto sulla necessità di protezione effettiva e preventiva. Non chiediamo la verifica burocratica delle soglie numeriche, chiediamo trasparenza, attenzione e responsabilità per la tutela del diritto alla salute di tutti i cittadini .
In presenza di fenomeni atipici, odori molesti e lamentele diffuse da diverse aree della città e da diverso tempo, chiudere la faccenda con una dichiarazione di prelievo "non rappresentativo" è una scelta pericolosa che mina la fiducia pubblica nelle istituzioni sanitarie.
Tanto premesso chiediamo pubblicamente:
1. l'immediata attivazione di un piano straordinario di monitoraggio ambientale indipendente;
2. la pubblicazione integrale dei dati relativi ai prelievi effettuati, ai metodi utilizzati e ai parametri analizzati;
3. l'impegno da parte della ASL di ulteriori verifiche che portino alla cittadinanza risposte pubbliche chiare e documentate;
4. il coinvolgimento diretto della cittadinanza nei processi di valutazione del rischio ambientale e sanitario».