Opere di urbanizzazione ferme da anni: il TAR ordina nuovamente al Comune di eseguire la sentenza su via dei Muratori
La nota di Aldo Musti dopo la pronuncia del tribunale arrivata nella giornata di ieri
martedì 2 dicembre 2025
«Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Sezione II) ha accolto il ricorso per ottemperanza proposto dalla nostra società, operante nella zona merceologica di Barletta, rilevando che il Comune non ha dato corretta esecuzione alla sentenza n. 81/2024, la quale imponeva di pronunciarsi entro marzo 2024 sull'approvazione del progetto definitivo per il completamento delle opere di urbanizzazione in via dei Muratori e via degli Artigiani». Così l'imprenditore Aldo Musti.
«La vicenda ha origine nel 2004, quando l'Amministrazione comunale avviò le opere di infrastrutturazione dell'area artigianale, senza tuttavia portare a termine la realizzazione della strada pubblica che avrebbe dovuto servire l'intera zona. Da allora si sono susseguiti atti d'indirizzo e vari livelli di progettazione — preliminare, definitivo ed esecutivo — senza che si giungesse al completamento dell'opera. Nel gennaio 2024, il TAR aveva già accolto il ricorso della nostra società contro il silenzio del Comune, ordinando all'Ente di assumere una decisione entro il 9 marzo 2024.
Secondo la nuova sentenza, le comunicazioni inviate dal Comune nel novembre e dicembre 2024 — nelle quali l'Ente subordinava la futura approvazione del progetto alla conclusione di una ricognizione tecnica e alla definizione di eventuali accordi con privati — costituivano meri atti dilatori. Il TAR li qualifica come "atti soprassessori", ossia provvedimenti che rinviano un obbligo senza fissare tempi certi, finendo per eludere l'esecuzione del giudicato. L'Amministrazione, rileva il Tribunale, non può subordinare l'attuazione di una sentenza a eventi futuri e incerti né differire indefinitamente un'attività già imposta dal giudice (sentenza TAR Puglia – Bari n. 81/2024).
Il TAR ha quindi annullato le due note comunali del 2024, giudicandole inidonee a soddisfare il comando impartito con la precedente sentenza; ha ordinato al Comune di completare le attività necessarie e assumere la decisione dovuta entro 90 giorni; e ha condannato l'Ente al pagamento delle spese processuali, pari a 1.000 euro oltre accessori (sentenza TAR Puglia – Bari n. 1373/2025). La pronuncia assume anche valore di monito generale: il Tribunale sottolinea come la mancata esecuzione delle sentenze amministrative comprometta l'effettività della tutela giurisdizionale, soprattutto in controversie — come quella in esame — caratterizzate da una stasi protratta negli anni. Ora il Comune dispone di un nuovo termine per portare avanti l'iter del progetto, mentre tutte le realtà della zona merceologica, e non solo, attendono da tempo la realizzazione di opere di urbanizzazione fondamentali per l'accessibilità e lo sviluppo dell'intera area».
«La vicenda ha origine nel 2004, quando l'Amministrazione comunale avviò le opere di infrastrutturazione dell'area artigianale, senza tuttavia portare a termine la realizzazione della strada pubblica che avrebbe dovuto servire l'intera zona. Da allora si sono susseguiti atti d'indirizzo e vari livelli di progettazione — preliminare, definitivo ed esecutivo — senza che si giungesse al completamento dell'opera. Nel gennaio 2024, il TAR aveva già accolto il ricorso della nostra società contro il silenzio del Comune, ordinando all'Ente di assumere una decisione entro il 9 marzo 2024.
Secondo la nuova sentenza, le comunicazioni inviate dal Comune nel novembre e dicembre 2024 — nelle quali l'Ente subordinava la futura approvazione del progetto alla conclusione di una ricognizione tecnica e alla definizione di eventuali accordi con privati — costituivano meri atti dilatori. Il TAR li qualifica come "atti soprassessori", ossia provvedimenti che rinviano un obbligo senza fissare tempi certi, finendo per eludere l'esecuzione del giudicato. L'Amministrazione, rileva il Tribunale, non può subordinare l'attuazione di una sentenza a eventi futuri e incerti né differire indefinitamente un'attività già imposta dal giudice (sentenza TAR Puglia – Bari n. 81/2024).
Il TAR ha quindi annullato le due note comunali del 2024, giudicandole inidonee a soddisfare il comando impartito con la precedente sentenza; ha ordinato al Comune di completare le attività necessarie e assumere la decisione dovuta entro 90 giorni; e ha condannato l'Ente al pagamento delle spese processuali, pari a 1.000 euro oltre accessori (sentenza TAR Puglia – Bari n. 1373/2025). La pronuncia assume anche valore di monito generale: il Tribunale sottolinea come la mancata esecuzione delle sentenze amministrative comprometta l'effettività della tutela giurisdizionale, soprattutto in controversie — come quella in esame — caratterizzate da una stasi protratta negli anni. Ora il Comune dispone di un nuovo termine per portare avanti l'iter del progetto, mentre tutte le realtà della zona merceologica, e non solo, attendono da tempo la realizzazione di opere di urbanizzazione fondamentali per l'accessibilità e lo sviluppo dell'intera area».