La vita giocatela bene: continua la lotta ad azzardo e ludopatie

Meeting la scorsa sera presso la chiesa San Paolo Apostolo di Barletta

venerdì 6 giugno 2014 10.31
A cura di Viviana Damore
Quando religione e principi del buon vivere si incontrano ne nasce un connubio saldo ed efficace in grado di combattere tutti i mali sociali, perfino quelli più resistenti come il gioco d'azzardo. L'Italia resta ancora inevitabilmente il Paese in cui si registra la più alta percentuale di diffusione delle malattie legate al gioco, oltre che la nazione in cui l'azzardo si configura come la terza industria erogatrice, con un'emissione di 8 miliardi di euro annui destinati alle casse statali, ovvero il 12% della spesa familiare. Considerando infine che i giovani giocano in media 20 volte l'anno e spesso si tratta di attività borderline con l'azzardo. Dati che non dovrebbero lasciare nell'indifferenza nessun cittadino; ognuno dovrebbe agire contro un nemico così strisciante.

L'Azione Cattolica della parrocchia San Paolo Apostolo di Barletta ha infatti promosso attività di informazione e formazione volte a contrastare la grande piaga sociale del gioco. La scorsa sera presso l'auditorium della parrocchia San Paolo Apostolo in Barletta si è concluso il meeting rientrante nel progetto diocesano "La vita, giocatevela bene!", incentrato prettamente sul tema della prevenzione al gioco d'azzardo e alle ludopatie, volto a informare e sensibilizzare, alla riflessione sulla problematica, soprattutto le giovani generazioni, punto di partenza della società per lo sviluppo e la predisposizione ad un futuro sociale migliore. Sono intervenuti durante l'evento organizzato dall'Azione Cattolica, Mauro Dell'Olio, educatore e dottore in psicologia e Angela Paparella, presidente diocesana dell'Azione Cattolica di Molfetta.

Abbiamo chiesto proprio a Mauro Dell'Olio quale sia la panoramica di partenza da cui ha preso avvio questo progetto «tutto parte in realtà dal connubio con alcuni docenti del liceo Scientifico di Barletta, tra cui il professor Domenico Rizzi, che ci hanno consentito di entrare nelle classi per effettuare un percorso di informazione approfondita della tematica partendo dai più giovani, sicuramente target più esposto e meno atto a difendersi dai meccanismi di facile coercizione di cui si serve il gioco. Abbiamo chiesto ai ragazzi quanti punti per il gioco incontrassero nel loro percorso da casa a scuola, ci è stato risposto che in realtà le occasioni sono tantissime, per questo bisogna agire per difendere i più giovani e le altre generazioni esposte, dando una continuità al nostro progetto».

Durante la serata si è affrontata la tematica del gioco patologico sia da un punto di vista medico, grazie all'ausilio del dottor Dell'Olio, sia da una prospettiva cristiana e sociale, grazie all'intervento di Angela Paparella, presidente dell'A.C. di Molfetta. Sintomi, rischi e conseguenze sono i termini esatti per la definizione di una malattia vera e propria come quella del GAP [gioco d'azzardo patologico ndr], una vera e propria dipendenza, tra le più rischiose e deleterie.