Inquinava le falde acquifere, sequestrata una nota azienda barlettana

Sversava nel sottosuolo 150 metri cubi di acque reflue. Omesso il pagamento dell'ecotassa di 2 milioni di euro

venerdì 22 luglio 2011
Alcuni agenti della Guardia di Finanza di Barletta, nel contesto delle attività a tutela dell'ambiente, nel settembre del 2009, avevano sottoposto a sequestro, per violazioni alla normativa di cui al d.lgs. 152/2006, una nota azienda barlettana operante nel settore della lavorazione alluminio (ossidazione e anodizzazione), poiché si scoprì che le acque reflue confluivano, attraverso una rete sotterranea, nel sottosuolo, ed in particolare, in un pozzo artesiano della profondità di circa 60 metri con conseguente inquinamento delle falde acquifere.

A seguito del sequestro, l'autorità giudiziaria ha disposto una serie di accertamenti tecnici effettuati con l'ausilio di un consulente tecnico, che si sono conclusi proprio in questi giorni, con la quantificazione di uno sversamento nel sottosuolo di 150 mila metri cubi di acque reflue e la constatazione nei confronti dei responsabili della società dell'omesso pagamento dell'apposito tributo [la cosiddetta "ecotassa" ndr] previsto dalla legge regionale puglia n. 25/2007, per l'importo di oltre 2 milioni di euro.