Indagine su voto di scambio a Barletta, il gip archivia il fascicolo

Erano stati accusati nel 2010 il fotografo Dibenedetto e sua moglie

domenica 1 luglio 2018 12.12
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani Angela Schiralli ha archiviato il fascicolo d'indagine per voto di scambio di cui erano stati accusati il fotografo barlettano, ex consigliere comunale dei "DS" Ruggiero Dibenedetto, e sua moglie Carmela Dimalta. L'ipotesi di reato era prescritta ma il gip è comunque entrato nel merito dei fatti, dichiarando "infondata la notizia di reato".

L'indagine fu avviata 8 anni fa, dopo la trasmissione del servizio televisivo de "Le Iene" andato in onda il 10 aprile 2010 a firma di Mauro Casciari, dal titolo "In un paese del Sud" sul presunto fenomeno di compravendita di voti alla vigilia delle elezioni regionali. Nel servizio non si citava né Dibenedetto, né la città di Barletta; si faceva un generico riferimento, per l'appunto, ad "un paese del Sud".

Le indagini della Procura della Repubblica di Trani portarono al fotografo barlettano che vide anche la perquisizione del suo studio ed il sequestro di alcune apparecchiature. Dal suo canto Dibenedetto, difeso dall'avvocato Rinaldo Alvisi, presentò denuncia per diffamazione a mezzo stampa, che ha originato il processo, tuttora in corso dinanzi al Tribunale di Trani, con imputato proprio Casciari, il quale ha sempre respinto le accuse. Nel processo sono costituiti parti civili Dibenedetto nonché la "Ditta Fotografia d'Autore di Ruggiero Di Benedetto" con l'avv. Francesco Franzese: prossima udienza il 18 luglio per la requisitoria del Pubblico Ministero.

Ora il gip Schiralli nel provvedimento d'archiviazione delle posizioni di Dibenedetto e moglie scrive: "la notizia di compravendita si è rivelata infondata sia per le conclusioni cui è giunta la Guardia di Finanza, sia perché lo stesso filmato originale è risultato frutto di manipolazione. Ciò postò, indipendentemente dall'esito del processo a carico di Casciari, è emerso, come attestato dal tecnico nelle conclusioni della sua consulenza (non contrastata da prove di segno contrario), che il filmato andato in onda il 14 aprile 2010 è il frutto di un montaggio deciso in base al messaggio chi si voleva dare allo spettatore finale e che il messaggio della compravendita di voti si è concretizzata solo con l'inserimento dei commenti del conduttore.

Tanto basta, fermo restando che il reato è già prescritto, per ritenere, nel merito, infondata la notizia di reato".