Giuseppe Carli: «Carissimo padre, è da un anno che sto fuori casa»

La memoria del bersagliere barlettano è patrimonio di Barletta

giovedì 28 maggio 2015
A cura di Tommaso Francavilla
«Carissimo padre, se puoi spedirmi cinque lire, mandamele subito, se no nemmeno le fotografie mi posso fare». Così scriveva il bersagliere barlettano Giuseppe Carli dal fronte, il 14 maggio 1915, prima di essere ucciso, il 1 giugno dello stesso anno, durante un assalto. In occasione del centenario della sua morte, l'Anmig (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) ha commemorato il bersagliere barlettano, davanti la sua casa natale, in via Roma 124. Giuseppe Carli, caporalmaggiore bersagliere, caduto durante la battaglia sul monte Mrzlivrk (Slovenia), decorato con la prima Medaglia d'Oro al valore Militare della prima guerra mondiale. Le spoglie del bersagliere barlettano non furono recuperate, probabilmente è seppellito in una fossa comune.

Scoprendo la targa commemorativa, restaurata dal presidente dell'Anmig Ruggiero Graziano e dal suo pronipote, il generale Gaetano Carli, erano presenti i rappresentanti della Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria e l'Associazione Nazionale Bersaglieri, rappresentata dal presidente Salvatore Mascolo; il prefetto, dott.ssa Clara Minerva, il vice sindaco Anna Francabandiera e il presidente del consiglio comunale, Carmela Peschechera. Per l'occasione, gli alunni della scuola media "S. Baldacchini", accompagnati dalla prof.ssa Vania Lanfranchi, hanno letto una poesia per commemorare i caduti della prima guerra mondiale, dal titolo "Soldato Ignoto", scritta dalla poetessa Ada Negri.

Il monumento a Giuseppe Carli. © Tommaso Francavilla
Il bersagliere Giuseppe Carli © Tommaso Francavilla
Subito dopo, incontro presso la scuola media "G. De Nittis" dove si è accolti dal preside, il prof. Basile e dagli alunni della scuola, dove un'aula è dedicata al bersagliere barlettano. In questa occasione, lo scrittore Francesco Paolo Dellaquila ha letto con emozione l'unica lettera di Giuseppe Carli, inviata dal fronte ai suoi famigliari.

A conclusione della giornata, Salvatore Mascolo - presidente della Associazione Nazionale Bersaglieri – sezione Barletta - ha donato il "moretto", il tipico copricapo dei bersaglieri al preside Alfredo Basile. I ragazzi delle scuola hanno potuto conoscere il diciannovenne Giuseppe che, tra le righe della lettera, rivelava le sue inquietudini, le sue speranze, rendendo in questo modo, una frammento di storia, una testimonianza di vita. Dopo anni di oblìo, la vita di Giuseppe Carli è divenuta patrimonio di Barletta.

A seguire, pubblichiamo la lettera del bersagliere Giuseppe Carli
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Lapide della casa natale di Giuseppe Carli © Tommaso Francavilla
Alunni della scuola media "S. Baldacchini" © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Salvatore Mascolo e Ruggiero Graziano © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Gaetano Carli © Tommaso Francavilla
Aula intitolata a Giuseppe Carli © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Alunni della scuola media "De Nittis" © Tommaso Francavilla
Francesco Paolo Dellaquila legge la lettera di Giuseppe Carli © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Commemorazione del bersagliere Giuseppe Carli a Barletta © Tommaso Francavilla
Alfredo Basile, Gaetano Carli e Salvatore Mascolo © Tommaso Francavilla
La storia dell'ultima lettera di Giuseppe Carli
Giuseppe Carli scrisse la sua lettera al padre, il 14 maggio 1915. Il 2 giugno 1915, Giuseppe fu ucciso durante un assalto contro una trincea austriaca. La lettera non arrivò mai a destinazione, Giuseppe era stato ucciso prima del recapito. Un commilitone di Giuseppe, incaricato di consegnarla, non ebbe il coraggio di consegnarla al padre, preferendo lasciarla nelle mani del medico della famiglia Carli, il quale, la conservò in una bibbia. Sessanta anni dopo, un nipote di quel medico, trovò per caso quella stessa lettera, mentre sfogliava la bibbia. La lettera originale di Giuseppe Carli è conservata presso il Museo Nazionale dei Bersaglieri