Tutto in famiglia in Giunta: fuori Salvemini, dentro la sorella

Il decreto di nomina è stato firmato nel primo pomeriggio di ieri dal sindaco Cannito

martedì 17 dicembre 2019 7.54
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Di padre in figlio e di fratello in sorella. Si potrebbero riassumere in queste poche battute le vicissitudini che nell'ultimo periodo hanno caratterizzato la Giunta del sindaco Cosimo Cannito. A circa due mesi dal suo arrivo in Giunta, in sostituzione di Anna Maria Lacerenza, l'assessore ai Servizi Sociali, Nicola Salvemini, ha firmato le proprie dimissioni. Al suo posto, subentrerà la sorella, Maria Anna Salvemini.

Il decreto di nomina è stato firmato nel primo pomeriggio di ieri dal primo cittadino che, ancora una volta, conferma la sua fiducia in casa Salvemini, memore del legame con l'ex Consigliere comunale e compagno di militanza politica, Andrea.

D'altronde, un cambio di guardia nell'esecutivo cittadino, questa volta, era d'obbligo. Con l'arrivo di Maria Anna Salvemini, infatti, Cannito ha ripristinato la parità di genere in Giunta. La mancanza di una quota rosa, più volte denunciata dalle opposizioni, aveva reso illegittima la squadra di governo della città, dando luogo alla diffida, ricevuta dal sindaco nei giorni scorsi dalla Consigliera di Parità della regione Puglia, l'avv. Anna Grazia Maraschio.

Intanto, le prime considerazioni dai banchi della minoranza non tardano ad arrivare. «Grazie a questa amministrazione comunale – ha comunicato il Consigliere comunale di Coalizione Civica, Carmine Doronzosiamo diventati lo zimbello d'Italia. Speravamo che il sindaco e la Giunta lavorassero per risolvere i problemi della città e invece non fanno altro che produrre atti moralmente e politicamente discutibili che creano rabbia e indignazione tra i cittadini e fanno parlare di noi sempre e solo in termini negativi».

Il cognome, certamente, non può essere una condanna, né tantomeno può essere pregiudizievole alle capacità di cui la Salvemini, come ogni altro, dovrà dare dimostrazione alla città. Ma la questione, forse è proprio questa. Perché ad avere l'opportunità di mettere a disposizione della città le proprie competenze non può essere un perfetto "signor nessuno"? Un sistema blindato: è davvero questo il messaggio che la politica intende lanciare a quanti vorranno comporre la classe dirigente del futuro?

Le prime domande, arriveranno durante la seduta del Consiglio comunale prenatalizio del 20 dicembre. Ma ad essere scambiati non saranno gli auguri di Natale. «Mentre a soli 10 km di distanza c'è chi si candida a Capitale della Cultura – conclude Doronzo – Barletta è sempre più capitale del "tengo famiglia"».