Stemma della Bat, è lui o non è lui?

Una lunga attesa fatta di bandi pubblici, rinvii e delusioni. Alla fine ci si è rivolti all’Ufficio Araldica

lunedì 21 giugno 2010
A cura di Ida Vinella
E' lui o non è lui?
«Ma certo che è lui», direbbe Ezio Greggio se questa fosse una puntata di Striscia la notizia. Invece no, siamo ben lontani dalla Milano Due degli studi Mediaset. Ci troviamo – più banalmente – nella nostra cara, carissima provincia tricefala di Barletta-Andria-Trani, e l'ironica domanda ontologica si rivolge all'oggetto in questione nel titolo: lo stemma della Bat.

Ebbene sì. E' stato approvato da pochi giorni, contestualmente al nuovo statuto provinciale, lo stemma araldico che sarà simbolo a livello regionale e nazionale della neonata provincia pugliese. Ad un anno dalla sua costituzione, arriva finalmente per la Bat il proprio stemma ufficiale, dopo oltre 12 mesi di proposte e conseguenti ritardi per una decisione che fosse definitiva.

Finalmente una proposta che ha trovato l'entusiasmo dei consiglieri provinciali e dei membri della commissione, una proposta tuttavia che nulla ha a che fare con quel famoso bando pubblico diffuso il 10 settembre dello scorso anno. Il bando era rivolto ad architetti, designers, operatori nel settore della grafica che avessero presentato, entro il 9 ottobre, una propria proposta di stemma. Il premio? 5000 euro per il primo classificato, 3000 euro per il secondo e infine 2000 per il terzo. Nel dicembre 2009 fu indetta una conferenza stampa per presentare al pubblico i tre lavori finalisti, lavori che tuttavia non convinsero né l'opinione pubblica né gli addetti ai lavori. Così il consiglio provinciale ha deciso di rivolgersi direttamente all'Ufficio Araldica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per l'elaborazione di uno stemma ufficiale.

Così ecco lo stemma della Bat: sormontato da una corona gemmata racchiudente due rami, uno di alloro ed uno di quercia al naturale, lo scudo di tipo sannitico è nella parte superiore azzurro (colore del mare) con tre stelle dorate a simbolica rappresentazione dei tre capoluoghi di provincia, nella parte inferiore a strisce verticali alternate dorate (colore del sole e del grano) e rosse (colore del sangue, della nobiltà e del vino).

Approvazione in sordina, che sembra avere ancora poco di ufficiale: sul web non esiste una copia del nuovo stemma, sui maggiori siti italiani di araldica continua ad apparire il vecchio logo che – per ancora oscuri motivi – era stato silenziosamente accettato senza chieder nulla a nessuno.

Tra i mille campanilistici focolai scoppiati da un anno a questa parte fra i tre capoluoghi e i vari comuni del circondario, la questione "stemma" era passata in secondo, se non addirittura in terzo piano, e ora che si è giunti ad una decisione definitiva, l'annuncio avviene in silenzio, senza troppi clamori. Eppure si tratta di un importante passo in avanti per una provincia ancora in fasce tra i suoi primi vagiti.