Riti della Settimana Santa, la processione penitenziale del venerdì santo

L'appuntamento più suggestivo per la devozione barlettana

sabato 18 marzo 2023
A cura di Giuseppe Schiavone
Quella che può sembrare una semplice liturgia o un semplice memorandum del vero Venerdì Santo in realtà è la sintesi dei tanti momenti storici-culturali del passato.

La Processione Eucaristica Penitenziale si snoda dalla Concattedrale alle ore 13:30 non prima di aver intonato il 'Pange Lingua' nella melodia del Capitolo Cattedrale cantato a cappella dai sacerdoti riuniti intorno al ciborio dove l'Arciprete ripone la teca con il Santissimo Sacramento nell'urna d'argento.

Tutte le confraternite cittadine con le proprie croci di passione portate da un confratello incappucciato e scalzo (alcuni continuano a portare anche la corona di spine) precedono il baldacchino che ha ai lati i laici con le lampade e al di sotto i quattro sacerdoti che con una dalmatica con lo stemma della Città di Barletta e scalzi portano per le vie cittadine lo scrigno contenente l'Eucarestia.

Venerdì Santo 2018, la processione © Mario Sculco
Processione del Venerdì Santo a Barletta © Biagio Vinella
Processione eucaristico-penitenziale del Venerdì Santo 2022 © Mario Sculco
Processione eucaristico-penitenziale del Venerdì Santo 2022 © Mario Sculco

Davanti ad essi la croce del Capitolo Concattedrale portata dal Seminarista decano, i diaconi e sacerdoti in talare e stola rossa e i due seminaristi che scalzi portano il turibolo che servirà ad incensare la Santissima Eucarestia.

La processione è accompagnata dal suono delle troccole (o trozzole chiamate comunemente) che i ministranti suonano per tutta la durata della processione e non dono altro che piccole lastre di legno che riproducono attraverso delle giunte metalliche il suono della passione o peggio ancora delle torture che sul Calvario Cristo ha ricevuto.

Durante la processione vengono intonati salmi e canti anche se alla prima sosta quella in corrispondenza di via Romania dove la peste 'rumanett' ovvero vi rimase nel 1656, dopo aver fatto una preghiera penitenziale si canta quello che per eccellenza è il canto penitenziale antichissimo del Capitolo Cattedrale ovvero l'Ante Oculos (Innanzi a te, o Signore, portiamo le nostre colpe e le piaghe ricevutene) attribuito a Papa Urbano VIII nonché Maffeo Barberini.

Proseguendo alle ore 15 si arriva in piazza Plebiscito precisamente sulla scalinata della Chiesa Monumentale di San Gaetano dove viene eretto un baldacchino che espone lo stemma della Città di Barletta quale legame con il voto fatto al Santissimo Sacramento.

In quel luogo l'urna viene aperta e viene cantato dalla corale il Popule Meus che come uno straziante lamento ripete in latino: "Popolo mio che male ti ho fatto, rispondimi!", parole del profeta Michea.

Subito dopo la lettura dell'ultima cena e la riflessione dell'Arcivescovo o di colui che guida la Processione. Immediatamente dopo è cantato il Christus del compositore Barlettano Giuseppe Curci che sempre in latino ripete:"Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce."

È a Piazza Plebiscito che per ogni credente barlettano muore Cristo in ogni venerdì santo.

La processione riprende verso la Concattedrale con il Primicerio del Capitolo Concattedrale che intona le Litanie della Passione melodia anch'essa appartenente allo storico Capitolo. Arrivati in Basilica tutti i presbiteri cantano il Tantum Ergo, una prosecuzione del Pange Lingua, sempre nella bellissima ma toccante tonalità quaresimale. Dopodiché la teca viene riposta nuovamente in un'altra urna, quella dove nel giovedì santo è stata riposta, nell'altare della reposizione presente in Basilica nella Cappella del Santissimo Sacramento.

La processione si scioglie definitivamente nel silenzio dopo aver cantato lo Stabat Mater, canto antichissimo dedicato alla Vergine Addolorata la quale era sotto la Croce al momento della morte di Cristo.

Tutti questi segni e momenti sono parte del nostro patrimonio culturale collettivo. I canti, le musiche, ogni singolo momento è il nostro passato, la nostra storia.