Prevenire l’emergenza al sud, Provenzano: «Le istituzioni hanno bisogno dei cittadini»
Il sud resiste, ma è lì che adesso potrebbe spostarsi l’emergenza
martedì 24 marzo 2020
13.09
«Se l'epidemia fosse scoppiata al sud sarebbe stata un'ecatombe». Si apre così l'intervista del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, rilasciata al Corriere della Sera. Una frase detta con un certo senso di rabbia, spiega il Ministro, «perché tutti quei divari già messi a fuoco – precisa durante il programma Studio 24 – ora sono ancora più urgenti da colmare».
Sono cauti gli esperti nel parlare di un appiattimento della curva, dopo il calo di contagi registrati per due giorni di seguito. Un dato che al nord deve essere consolidato, ma che fa ben sperare per una lenta ripresa. Il sud resiste, ma è lì che adesso potrebbe spostarsi l'emergenza. «Stiamo lavorando per fronteggiare il dilagare del contagio – ha aggiunto il Ministro Provenzano, durante il programma Rai – Auspichiamo che questo non accada perché le misure che abbiamo adottato devono esplicare i loro effetti». Per questo, «è essenziale che in questi giorni vengano rispettate con la massima cura».
Mentre è stata elevata la disponibilità dei medici del sud di unirsi alla task force, aderendo al bando elaborato dal Governo, il sistema sanitario meridionale mantiene le sue fragilità. È sullo scenario peggiore che si sta lavorando in queste ore, intensificando i posti di terapia intensiva: «Il sud partiva con circa 1700 posti letto in terapia intensiva – ha spiegato Giuseppe Provenzano – Dobbiamo arrivare almeno a 3500, oggi siamo a 2400. Si sta lavorando ora per ora per far crescere questi numeri».
Lo scenario peggiore ipotizzato dalla Regione Puglia è di 2 mila contagi da Covid-19. Oggi siamo a quota 906 casi confermati e 330 pazienti ricoverati. Tutto dipenderà dalla responsabilità individuale di attuare il distanziamento sociale come unico antidoto all'emergenza sanitaria. La prova di responsabilità della maggioranza dei cittadini non deve essere vanificata: «Le istituzioni hanno bisogno dei cittadini per vincere questa battaglia».
Sono cauti gli esperti nel parlare di un appiattimento della curva, dopo il calo di contagi registrati per due giorni di seguito. Un dato che al nord deve essere consolidato, ma che fa ben sperare per una lenta ripresa. Il sud resiste, ma è lì che adesso potrebbe spostarsi l'emergenza. «Stiamo lavorando per fronteggiare il dilagare del contagio – ha aggiunto il Ministro Provenzano, durante il programma Rai – Auspichiamo che questo non accada perché le misure che abbiamo adottato devono esplicare i loro effetti». Per questo, «è essenziale che in questi giorni vengano rispettate con la massima cura».
Mentre è stata elevata la disponibilità dei medici del sud di unirsi alla task force, aderendo al bando elaborato dal Governo, il sistema sanitario meridionale mantiene le sue fragilità. È sullo scenario peggiore che si sta lavorando in queste ore, intensificando i posti di terapia intensiva: «Il sud partiva con circa 1700 posti letto in terapia intensiva – ha spiegato Giuseppe Provenzano – Dobbiamo arrivare almeno a 3500, oggi siamo a 2400. Si sta lavorando ora per ora per far crescere questi numeri».
Lo scenario peggiore ipotizzato dalla Regione Puglia è di 2 mila contagi da Covid-19. Oggi siamo a quota 906 casi confermati e 330 pazienti ricoverati. Tutto dipenderà dalla responsabilità individuale di attuare il distanziamento sociale come unico antidoto all'emergenza sanitaria. La prova di responsabilità della maggioranza dei cittadini non deve essere vanificata: «Le istituzioni hanno bisogno dei cittadini per vincere questa battaglia».