PES CNEL BAT, ma che cos'é?

A difesa del territorio, iniziativa del CO.DI.COM. Per la tutela dei commercianti pugliesi

giovedì 24 giugno 2010 20.30
Pubblichiamo un intervento del CO.DI.COM., Comitato Difesa Commercianti.

Limitare la democrazia e la partecipazione e' un grave errore.
E' necessario aprirsi al territorio e demolire le lobby di potere.
PES CNEL BAT. Ma cos'e'?

Leggiamo che è' stato siglato il protocollo d'intesa tra la Provincia di Barletta - Andria - Trani e le parti economiche e sociali per l'istituzione di un metodo di confronto partenariale sulle politiche di sviluppo economico e sociale provinciali.

Fin quì tutto bene, anzi benissimo.

Ma subito dopo leggiamo: "il protocollo è stato siglato dall'Assessore alle Attività Produttive Tonia Spina e dal Partenariato Economico e Sociale rappresentato nel CNEL. Cominciamo ad incuriosirci e proviamo ad approfondire l'argomento. Cosa è il PES CNEL BAT? Cerchiamo e scopriamo che il termine PES CNEL BAT viene utilizzato per la prima volta nel comune di Barletta e quasi sempre la terminologia viene associata proprio ad atti prodotti in quel comune.
Scopriamo, altresì che fanno parte di questo acronimo "solo" alcune Associazioni e, nella fattispecie: CIA, CNA, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, CONFCOOPERATIVE, CONFESERCENTI, CONFINDUSTRIA, CGIL, CISL, LEGACOOP, UIL.

Ma questa sorta di Lobby discriminatoria da dove proviene? Chi ha potuto pensare che l'intero sistema di rappresentanza possa essere "chiuso" solo a queste Associazioni, mettendo da parte, invece, le vere realtà radicate sul territorio?

Non vogliamo soffermarci in questa sede su cosa sia il CNEL, su quanto costi alle tasche dei cittadini (decine di milioni di euro) e delle tante proposte, anche politiche, di abolirlo, considerandolo uno dei tanti Enti inutili ma è assurdo pensare ad un sistema di rappresentanza e di rappresentatività possa essere così "limitato".

Se la creazione di organismi qual è il PES CNEL BAT può servire a creare Lobby di potere dove ad alcuni non è consentito di entrare, considerata anche la possibilità di gestire "in pochi" notevoli ricorse, anche economiche, derivanti da progettualità come il Piano Strategico Vision 2020, nel caso di Barletta, questo non deve affatto rappresentare "un esempio" come nel caso della Provincia Barletta-Andria-Trani la quale ha il dovere di fare riferimento a tutte le realtà associative del territorio in quanto, si facendo, sarà proprio la stessa istituzione pubblica a trarne maggior vantaggio.

Da nessun altra parte si è mai vista un'azione discriminatoria così palese, quindi invitiamo l'Assessore Provinciale alle Attività Produttive, dott.ssa Tonia Spina e lo stesso Presidente della provincia Barletta-Andria-Trani dott. Francesco Ventola ad evitare questo gravissimo errore che costituirebbe anche un precedente completamente in dissonanza con le vigenti normative in materia di liberalizzazioni, di recepimento delle direttive europee e soprattutto di buon senso e di garanzia della democratica ed incondizionata partecipazione alla vita pubblica, sociale, amministrativa e civica del territorio di appartenenza.
Almeno questo la Costituzione Italiana dovrebbe continuare a garantirlo.

Affermiamo tutto questo senza avere alcun interesse nella vicenda ma con grande spirito di incitamento per evitare i gravissimi errori che hanno portato al mancato sviluppo delle risorse umane, economiche ed imprenditoriali di questo territorio e soprattutto perché siamo ben consci che l'apporto di tutte le realtà associative possa solo essere un vantaggio per le Istituzioni, qualora intendano operare per il bene collettivo e per gli interessi diffusi e non già per quelli particolari e privatistici.