Operatori non solo ecologici ma di umanità, lavoro invisibile ai tempi del Coronavirus

Papa Francesco: «Questi uomini stanno scrivendo gli avvenimenti decisivi della nostra storia»

sabato 28 marzo 2020 11.22
"Siamo fragili, ci possiamo salvare solo insieme". Sono le parole buone e ricche di verità con cui ieri Papa Francesco ha accompagnato una preghiera rivolta a tutto il mondo, prima di impartire la Benedizione come farebbe un buon pastore.

Colpisce piazza San Pietro completamente deserta, il colonnato solenne come non mai, illuminato freddamente dai riflessi sulla pioggia battente con un Papa vestito di bianco, piccolo, al centro di una magnificenza artistica, in solitudine, come molti di noi si sentono, ma combattivo nelle richieste e nelle invocazioni. Quasi una metafora dell'umanità, abbattuta e sgomenta di fronte a un evento epocale come quello della pandemia da COVID-19 ma pronta a resistere, con piccoli e grandi gesti e, per una volta, riscoprendo la comunità, "è tempo di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è" ammonisce il Papa.

Non abbiamo bisogno di grandi filosofie nella vita di tutti i giorni, così cambiata nelle fondamenta di abitudini ormai radicate. Ma la riscoperta di questa "anormalità" diventa opportunità. Di riscoprire valori, amicizie, di rivedere i nostri familiari per capirne meglio gli sguardi. La vita prosegue, il mondo anche, perché se apparentemente sia tutto fermo, in realtà la macchina continua a girare anche a Barletta.

Ce lo ricorda proprio Papa Francesco: "Le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste ma stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermieri e infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell'ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo". E il Papa estende il suo pensiero anche ai giornalisti "contro la diffusione di false informazioni".

Mentre impariamo a usare meglio le tecnologie, i social network non più derogati solo a scambio di battute ma strumento effettivo di informazione e lavoro, "smart" direbbero alcuni, non dimentichiamo di quelle donne e uomini, con mascherina, che al supermercato sotto casa sono sempre aperti in orario continuato, con sorrisi ci fanno capire che la normalità è dietro l'angolo. O i sanitari, pronti in attesa del peggio ma senza tentennamenti. Affideremmo volentieri a loro la nostra vita. E mentre dormiamo, la nostra città rimane pulita grazie a uomini invisibili che continuano – come se nulla fosse successo – nell'attività di pulizia. Di notte nessuno può vederli ma la paura è tanta: nemmeno il coronavirus può essere visto ma solo temuto eppure loro sono sempre lì. Papa Francesco ricorda anche loro. Chi l'avrebbe fatto tra le grandi autorità del nostro tempo?

Nell'attesa di capire se sia lecito per questi operatori conoscere la lista dei positivi al COVID-19, per limitare la raccolta di materiale potenzialmente infetto da un virus che girerebbe agevolato nella città, può correre il pensiero a questi operatori, come ha fatto papa Francesco. «Un grazie di cuore a tutti i dipendenti Bar.S.A., operatori non solo ecologici ma di umanità» interviene l'amministratore avv. Michele Cianci, «conosco la storia di ognuno, sono uomini notturni, invisibili ma non invulnerabili. Abbiamo pensato a una Barletta senza il loro lavoro?».