Nonostante la pioggia, già da ieri giovani in piazza per la Flottilla e Gaza
La prima manifestazione ieri sera in Piazza Monte di Pietà: le voci dei manifestanti
venerdì 3 ottobre 2025
15.10
"Il presidio è iniziato con una forza che si sentiva nell'aria: le studentesse davanti a tutti, a guidare i cori con la loro voce decisa. Guardarle era come avere davanti un'anteprima del mondo che sogniamo, uno in cui chi crede davvero in qualcosa non aspetta il "momento giusto", ma lo costruisce sul posto", forti le parole di Leonardo, giovane manifestante barlettano.
Nemmeno il maltempo con il suo forte vento e pioggia è riuscito a fermare la manifestazione che si è svolta dalle ore 18 di giovedì 2 ottobre in Piazza Monte di Pietà. La scelta di questa piazza, così vicino alla Prefettura, è stata fatta per tentare di comunicare con più vicinanza possibile e idealmente con lo Stato.
Una mobilitazione fatta di giovani, informati dai social, provenienti da associazioni e scuole, che hanno avuto il coraggio di esporsi cercando delle risposte concrete da parte del Governo. Circa un centinaio i presenti con megafoni, cartelloni e bandiere: "LA FLOTTILLA È STATA FERMATA, BLOCCHIAMO TUTTO!".
"Nonostante la pioggia, la motivazione è stata tale che nessuno voleva andare via, ci siamo spostati sotto l'archetto tra la piazza del Monte di Pietà e via Baldacchini e abbiamo continuato la manifestazione" racconta il ventitreenne Marco, e poi prosegue: "Ci ha toccati il fatto che nonostante ci trovassimo causalmente vicinissimi casa del Sindaco Cannito, non ci abbia onorato della sua presenza e di un suo intervento. Il suo non esporsi, il silenzio fa riflettere."
Silenzio che non c'è stato da parte dei presenti: ognuno è intervenuto a modo proprio sui temi della disobbedienza civile e consapevolezza etica nelle scelte di vita quotidiana.
"Vogliono farci credere di essere impotenti, vorrebbero farci assistere a questo film dell'orrore comodi sul nostro divano. E invece abbiamo scelto di uscire dalle nostre case e scendere nelle piazze, parlare con le persone, unirci in una lotta che ci riguarda!" le parole di Carmine arrivano come un fiume in piena, e prosegue: "In queste ore sto ritrovando una rabbia positiva, perché non è interiorizzata ma trova slancio vitale e propositivo in una protesta che si è fatta comunità globale. Rabbia e dolore che lasciano il posto all'azione!".
"Il nostro supporto alla popolazione palestinese si è espresso anche se in maniera più silenziosa rispetto alle grandi città: il solo essere lì ha rappresentato il nostro sentimento di famigliarità e sostegno per loro. Stessi sentimenti che abbiamo provato tra noi a ritrovarci lì, tutti con gli stessi ideali." Ruggiero quasi si emoziona, la voce tremante ma decisa. La manifestazione, a livello nazionale, ha visto partecipe quasi tutte le città d'Italia, con mobilitazioni partite dai media digitali e social media.
"Era strano e bello allo stesso tempo: da una parte la pioggia, dall'altra gli sguardi di chi non la pensava come noi, e in mezzo il battito comune di tante voci che non volevano farsi zittire. La sensazione più forte era proprio quella: essere in piazza insieme, crederci, ci connette ai milioni di persone che in questo momento in tutto il mondo stanno facendo lo stesso" anche Leonardo racconta le sensazioni di quei momenti.
Non sono mancate le voci contrastanti, provenienti da alcuni passanti e abitanti della zona. Alcuni hanno inveito contro i manifestanti senza nemmeno provare a capire, provare a dialogare. "Purtroppo, non erano giovani come noi, da qui si intuisce anche un gap generazionale, sotto certi aspetti. Noi abbiamo mantenuto la nostra integrità, spiegando la nostra posizione: in realtà non si può nemmeno parlare di guerra essendoci solo un esercito, c'è genocidio e solo una parte giusta. C'è bisogno di fermare tutto questo, vogliamo smuovere chi davvero può farlo!" spiega Angelo, ventiseienne barlettano, nella speranza di una risposta concreta.
"Dal sacrificio della Palestina sta nascendo una nuova umanità" le parole di Carmine risuonano come un auspicio, un credo, prima che la manifestazione si disgreghi.
Nemmeno il maltempo con il suo forte vento e pioggia è riuscito a fermare la manifestazione che si è svolta dalle ore 18 di giovedì 2 ottobre in Piazza Monte di Pietà. La scelta di questa piazza, così vicino alla Prefettura, è stata fatta per tentare di comunicare con più vicinanza possibile e idealmente con lo Stato.
Una mobilitazione fatta di giovani, informati dai social, provenienti da associazioni e scuole, che hanno avuto il coraggio di esporsi cercando delle risposte concrete da parte del Governo. Circa un centinaio i presenti con megafoni, cartelloni e bandiere: "LA FLOTTILLA È STATA FERMATA, BLOCCHIAMO TUTTO!".
"Nonostante la pioggia, la motivazione è stata tale che nessuno voleva andare via, ci siamo spostati sotto l'archetto tra la piazza del Monte di Pietà e via Baldacchini e abbiamo continuato la manifestazione" racconta il ventitreenne Marco, e poi prosegue: "Ci ha toccati il fatto che nonostante ci trovassimo causalmente vicinissimi casa del Sindaco Cannito, non ci abbia onorato della sua presenza e di un suo intervento. Il suo non esporsi, il silenzio fa riflettere."
Silenzio che non c'è stato da parte dei presenti: ognuno è intervenuto a modo proprio sui temi della disobbedienza civile e consapevolezza etica nelle scelte di vita quotidiana.
"Vogliono farci credere di essere impotenti, vorrebbero farci assistere a questo film dell'orrore comodi sul nostro divano. E invece abbiamo scelto di uscire dalle nostre case e scendere nelle piazze, parlare con le persone, unirci in una lotta che ci riguarda!" le parole di Carmine arrivano come un fiume in piena, e prosegue: "In queste ore sto ritrovando una rabbia positiva, perché non è interiorizzata ma trova slancio vitale e propositivo in una protesta che si è fatta comunità globale. Rabbia e dolore che lasciano il posto all'azione!".
"Il nostro supporto alla popolazione palestinese si è espresso anche se in maniera più silenziosa rispetto alle grandi città: il solo essere lì ha rappresentato il nostro sentimento di famigliarità e sostegno per loro. Stessi sentimenti che abbiamo provato tra noi a ritrovarci lì, tutti con gli stessi ideali." Ruggiero quasi si emoziona, la voce tremante ma decisa. La manifestazione, a livello nazionale, ha visto partecipe quasi tutte le città d'Italia, con mobilitazioni partite dai media digitali e social media.
"Era strano e bello allo stesso tempo: da una parte la pioggia, dall'altra gli sguardi di chi non la pensava come noi, e in mezzo il battito comune di tante voci che non volevano farsi zittire. La sensazione più forte era proprio quella: essere in piazza insieme, crederci, ci connette ai milioni di persone che in questo momento in tutto il mondo stanno facendo lo stesso" anche Leonardo racconta le sensazioni di quei momenti.
Non sono mancate le voci contrastanti, provenienti da alcuni passanti e abitanti della zona. Alcuni hanno inveito contro i manifestanti senza nemmeno provare a capire, provare a dialogare. "Purtroppo, non erano giovani come noi, da qui si intuisce anche un gap generazionale, sotto certi aspetti. Noi abbiamo mantenuto la nostra integrità, spiegando la nostra posizione: in realtà non si può nemmeno parlare di guerra essendoci solo un esercito, c'è genocidio e solo una parte giusta. C'è bisogno di fermare tutto questo, vogliamo smuovere chi davvero può farlo!" spiega Angelo, ventiseienne barlettano, nella speranza di una risposta concreta.
"Dal sacrificio della Palestina sta nascendo una nuova umanità" le parole di Carmine risuonano come un auspicio, un credo, prima che la manifestazione si disgreghi.