Metti, un giorno a pranzo a Casa De Nittis a Posillipo
Nota critica di Giuseppe Lagrasta, sull’opera di Giuseppe De Nittis, Pranzo a Posillipo
Giuseppe De Nittis, in "Pranzo a Posillipo", (1879, Galleria d'Arte Moderna, Milano), racconta di un incontro piacevole con i suoi amici, nel Golfo di Napoli, a Posillipo: sostare a pranzo, in piena conversazione, aprirsi al dialogo e discutere di arte, di pittura, di stagioni della vita, di esperienze umane e professionali incarna il realismo magico di momenti vissuti con forte umanità. Nella tela, il pittore barlettano, esprime il suo punto di vista sul vivere, sull'amicizia, sul senso dell'unità amicale, stando insieme; sì, stare insieme, riconoscersi nelle storie passate e continuare a raccontare il presente, con le impressioni sul futuro. Notiamo come attraverso la l'ecologia figurativa, il De Nittis, raffigura un sogno fatto ad occhi aperti, in quanto, l'opera rappresenta un vero narrare a partire da Lèontine, al centro del tavolo, che rappresenta con i suoi occhi e il suo sguardo, il piacere di stare insieme e manifestare, così agli ospiti, il valore della vita e dei sentimenti.
E' evidente, come gli ospiti con la loro gestualità e con il loro atteggiamento, siano rivolti verso Lèontine, e la comunicazione si fa bidirezionale: le donne, gli amici, i musicisti, e l'orizzonte che apre alla natura, al mare, ai sogni e alla vita futura. Lèontine, al centro del quadro, accentua il suo ruolo, sia nel rapporto con il pittore, che all'interno del gruppo degli amici. La donna, la moglie, l'amica, la madre, svolge uncompito strategico nella vita del pittore, ma con discrezione, invisibile, anche in società. Occorre entrare con felicità in quest'opera, perché la delicatezza delle figure, le impressioni degli invitati, le emozioni complici tra le due donne, raccontano di una rivoluzione sociale tutta femminile. E i colori, così tenui, caldi, armoniosi, di una plasticità misteriosa, come in questa occasione, quando si intreccia alla magia dorata dei colori l'esprit de finesse, tutta napoletana di Giuseppe De Nittis.
Metti, un giorno a pranzo a Casa De Nittis a Posillipo e osservi la nascita di un racconto figurativo che esprime come si comportano le persone che si stimano e si vogliono bene, e di odorare il profumo del mare, di godere dell'infinito orizzonte del Golfo di Posillipo, di apprezzare tutta la bellezza della vita naturale e la calda armonia che si respira tra gli invitati. E' una festa di colori chiari e illuminati da luci celestiali, e da passioni interiori; è una festa che fa riscoprire con gioia, la bellezza suadente del paesaggio e della natura, e così, il piacere di vivere si innesca, come una esplosione d'amore innocente, alla visione dell'azzurro del mare, all'apparizione dei tramonti rosati, al lucore della luna zingara e al suono dolce della musicaromantica.
La sorgiva e veggente visione pomeridiana, narra le autobiografie delle persone che partecipano al pranzo, la natura impervia e barbara dei colori mentre una ombrosa venatura naturale accoglie in sé lo smarrimento delle parole e delle cose, che stabiliscono, peraltro, uncontesto di suspense che invita a fare epochè(sospendere il giudizio).
Ma l'intensità che sovviene tra la conversazione, le emozioni e il coinvolgimento delle autobiografie esistenziali degli invitati si fa sempre più profonda e così spetta ai musicisti creare un clima d'armonie intense per fondere i sentimenti d'amicizia, la bellezza della natura, la dolcezza delle donne e i pensieri inquieti degli uomini, rendendo fluide le atmosfere d'ambiente, tra luce, climax interiore, sguardi intensi e parola umana. Ma non tutto scorre indifferente allo svolgersi della conversazione tra gli amici: la luce del tramonto, la luna e la musica non abbandoneranno la scena del Pranzo a Posillipo, sapendo che quel momento è irripetibile e magico nella sua carica poetica ed emotiva.
E nonostante la forte relazione che sussiste tra gli invitati, ognuno di loro, mentre partecipa al pranzo, a tratti, dimostra uno stupore, che racconta la solitudine; sebbene la convivialità, ogni invitato, a tratti, si assenta per dialogare con la sua solitudine, con le parole pulviscolari che, forti della loro ingerenza, determinano la conversazione, che comunque, fa risaltare quanto i partecipanti durante il pranzo sentano il bisogno di stare in compagnia e di parlarsi e confrontarsi, chiacchierare e condividere emozioni per alleviare una profonda solitudine. Così, il Pranzo a Posillipo, contiene in sé, la prospettiva che il pittore barlettano ha avuto rispetto al lavoro, all'impegno, allo stress da competizione, considerando che la vita sociale, le relazioni umane e l'amicizia rappresentano valori oltre che etici, anche esistenziali.
E sostare in quel luogo dove si rielabora il disagio provocato dal male di vivere, come ebbe a scrivere Eugenio Montale, significa fare epochè, e testimonia come l'artista, in quel periodo, vivesse una condizione di creatività matura, sia sul versante delle relazioni sociali che sul versante del pensiero figurativo.
Nella tela, "Pranzo a Posillipo", la narrazione pittorica del Nostro, muove dal primo strato visivo, in cui lo spettatore, annota il colore bianco della tovaglia, attraversando con lo sguardo l'ordine degli oggetti disposti sul tavolo; si apre al secondo strato, il più significativo in questo quadro, esprimendo il movimento della Signora Lèontine De Nittis, quando coinvolge nella sua conversazione, l'amica a lei vicina e quando, con il suo atteggiamento, coinvolge tutti gli altri invitati; affonda nel terzo strato, verificando il ruolo degli uomini, osservatori indulgenti, accompagnati dalla presenza dei musicisti, che abitano, inavvertitamente, una zonadal colore scuro; s'illumina il quarto strato in cui campeggia, il mare e il cielo, mentre i colori rosati dei tramonti narrano di un codice dell'anima, trasfigurato di significati, sia emotivi che esistenziali.
Partecipando un giorno ad un pranzo in Casa De Nittis, e attraversando con il cuore l'opera "Pranzo a Posillipo", non ci sfuggirà di condividere la festa dei volti e la festa degli sguardi, l'armonia della relazione umana e le parole che hanno peso, forza, emozioni e misura; e scopriremo la felicità contagiosa di Lèontine, che insieme a tutti gli ospiti inviterà a bere e a cantare insieme le canzoni appassionate e romantiche del Golfo di Napoli.
E Giuseppe indicando Pranzo a Posillipo, ci dirà come il suo stile, in quest'opera, risulta fluido, con pennellate corpose, tra ironia e spontaneità, attraverso cui ho coniugato – sorride Giuseppe - la linea matura delle figure con la linea simbolica degli oggetti che narrano, intensamente, la vita dei colori e la nevralgia romantica dei miei amori. E allora, benvenuti anche voi, conterranei, a questo pranzo e a questa festa a Casa De Nittis, a Posillipo. E allora, facciamo un cin cin a Napoli, a Barletta, a Londra, a Parigi!
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