Libertà di stampa, sì grazie

Il Grillo parlante non vuol far parlare gli altri

lunedì 9 dicembre 2013
A cura di Paolo Doronzo
Qui si esagera. Dopo tante parole spese in nome della libertà d'opinione e d'informazione, arriva il leader del M5S, Beppe Grillo, ad attentare a queste, invitando i suoi, a segnalare i giornalisti 'non allineati' al suo pensiero.

Sembra un retaggio del passato, che riporta alla memoria periodi oscuri della storia italiana. Grillo è riuscito ad avere un notevole successo, anche elettorale, ponendo temi che rompevano il grigiore dei termini economici sentiti e risentiti in questi ultimi anni. Inizialmente parlava di ecologismo, di futuro 'sostenibile', di libertà del web. Girava come un predicatore: un grillo parlante, che già non a tutti piaceva, ma erano temi importanti quelli che proponeva, riuscendo a far breccia, ne sono sicuro, nell'animo di molti italiani, ma soprattutto di sinistra, visto il fervente ambientalismo e la lotta a determinati poteri economici.

Poi le note sono cambiate: è diventato anti-tutto. Anti-politica l'hanno chiamato, anti-partiti, anti-istituzioni, anti-europeista, poi non sono mancati proclami anti-immigrazione. E così l'asticella del gradimento è passata anche a destra, da sempre con frange scontente in cerca d'autore. La prima giornalista ad essere stata 'indicata' in una rubrica del blog di Grillo è stata Maria Novella Oppo de "L'Unità".

Non siamo qui a discutere il Movimento, per alcuni illusione, per altri già delusione; se il grillismo possa avere qualcosa in comune con il berlusconismo o con la Lega, tutti con le loro dovute differenze volevano essere il cambiamento. Si vuole qui contestare quest'offesa alla libertà di stampa e di parola professata in questi giorni. Non ci sarebbe differenza se la stampa da "cane da guardia della politica" diventasse cane da guardia dell'antipolitica.