La memoria autobiografica, una risorsa per affrontare la vita smartphonica quotidiana

di Giuseppe Lagrasta, scrittore e saggista

domenica 16 novembre 2025
"La scrittura di un taccuino dedicato alla vita interiore, personale e sociale – afferma il prof. Giuseppe Lagrasta – consente di scavare nei meandri della vita quotidiana, e favorisce, attraverso il patto narrativo con il sé autobiografico, l'interpretazione di ciò che è stato formalizzato nel corso del tempo. Ciò, concede, a chi scrive, di ridisegnare il presente fluido e magmatico e di esperire, così, attraverso un viaggio riflessivo, le scelte, gli impegni e le decisioni, intraprese. Testimonianze sulle capacità di resilienza necessarie per vivere nella società complessa si evincono dalla lettura dei "Taccuini creativi" di Giuseppe Denittis e Albert Camus."

La memoria personale come finestra del cuore

La narrazione autobiografica, scrigno dove si annidano le testimonianze delle umane esperienze, è costituita da ricordi, emozioni, volti e luoghi, vicende e coincidenze, pensieri, sogni e delusioni. Ma ci sono episodi in cui non si avvertono ragioni evidenti per rifiutare la relazione, per chiudersi in sé stessi, forse perché, ad un tratto ci si sente stanchi o demotivati; così, inavvertitamente, si apre una crepa nello scrigno della memoria esistenziale, e accade che emergano dal teatro dei giorni, sentimenti sopiti, che ad un tratto s'affaccino alla finestra del cuore. E sia pure non preparati, accade che in una mattina d'autunno, ci si ritrovi a intraprendere un viaggio fatto di eventi più o meno leniti, che ci sorprendono, nel loro apparire. Così, ritrovare un giocattolo, un libro di favole, oppure un vecchio diario di scuola, o una lettera ritrovata tra le pagine di un libro, favorisce lo scavo tra i rivoli di dormienti dimenticanze.
E qui occorre applicare i dispositivi esperienziali per porre un freno al dilagare della memoria personale; occorre, allora, sostare su una immagine dolce oppure frenetica ma anche critica e ritrovare il filo degli eventi, riflettendo sugli accadimenti, ricordando le persone, i volti e le emozioni. E questo metodo di mediazione tra la vita della memoriabpassata e gli accadimenti presenti, consentirà di porre in essere strategie di ascolto interiore, per ricomporre il patto narrativo tra sé e gli altri, le parole e le cose. Riuscendo a stabilire un percorso di mediazione con i fantasmi che avvolgono e con le ombre che proteggono, si sentirà, finalmente, il bisogno di posare lo smartphone, di aprire un taccuino e cominciare a scrivere!

Giuseppe Denittis e la luce dei sogni

E nel "Taccuino 1870/1874" di Giuseppe De Nittis, leggiamo: "In una bella sera di plenilunio presi a nolo una barca a Santa Lucia. Tutti sanno quanto siano luminose quelle notti sul golfo di Napoli. La barca filò rapida. Tutto il panorama del golfo e delle isole si profilava in una trasparenza azzurrognola. Quando fummo molto al largo la vogata si fece più lenta: la barca scivolava lieve lieve sotto la spinta regolare dei remi. Il pescatore cominciò a cantare la barcarola di Masaniello. […] Ma in quell'aria che ha una sonorità particolare, la bella voce intonata del marinaio e la melodia del canto si fondevano con il mormorio delle onde. In quella notte inebriante, immersi in una luce che non è né giorno né notte ma chiarore di sogno, le note di quel canto sembravano esprimere tutte le fuggevoli sensazioni della vita, suscitando nell'animo uno stato di felicità e di tormento insieme, di inspiegabile angoscia, mentre ricordi e presentimenti si avvicendavano nella mente."
La scrittura espressa da Giuseppe Denittis nel brano citato e nel Taccuino 1870/1884, è narrazione poetica, profondità nello scavo delle emozioni, possanza nell'esprimersi tra sfumature di colori, esperienze e ombre di sogno. La febbrile attività vissuta tra Parigi e Londra non ha impedito al pittore di riflettere sulla complessità del contesto sociale e così, il Taccuino ha rappresentato un modo vitale per raccontare e interpretare il suo viaggio esistenziale; il "Taccuino" si ispira più alla descrizione del "Noi", anche se emerge con forza l'Io pittorico del nostro artista. Recuperando l'io pittorico, Giuseppe Denittis, ha impedito che la sua memoria creativa si potesse smarrire nelle vene carsiche dell'esistenza, e scrivendo, ha individuato i punti di forza e le criticità che hanno caratterizzato determinati momenti della sua vita. Il Taccuino
esprime la carica interiore dell'artista, specchio della luce dei suoi colori, e racconta anche la sua capacità d'ironia, sapendo di donare all'ascoltatore la leggerezza di conversare e di stare insieme, con amicizia ma anche con rispetto e passione intellettuale.

Albert Camus e la grammatica della condizione umana

I "Taccuini 1935-1942 e 1942-1951" di Albert Camus, raccontano la grammatica interiore e la grammatica dell'esperienza dello scrittore, Premio Nobel per la Letteratura 1957, dove scrive: "Ho dato agli uomini la loro parte. Cioè ho mentito e desiderato con loro. Sono corso dall'uno all'altro, ho fatto ciò che dovevo fare. Adesso basta. Ho un conto da regolare con questo paesaggio. Desidero restare solo con lui", e continua: "Mentre di giorno il volo degli uccelli pare sempre senza meta, la sera sembra che abbiano sempre ritrovato una destinazione. Volano verso qualcosa. Così, forse, la sera della vita…Esiste una sera della vita?" (p.85, vol. 2) Si noti l'interrogarsi camusiano sul tempo, sull'esistenza e sulle ragioni della vita e sulle energie raccolte per poter continuare a vivere, scrivendo.
Albert Camus nel suo combattere contro l'assurdo incontra la scrittura quotidiana e riflessiva che gli permette di conoscere il codice del cuore della vita e i codici dei paradossi dell'esistenza assurda. Scrivere il taccuino per Camus, ha significato, ridare sangue e fiato al ritmo cardiaco del codice del cuore (memoria individuale, memoria familiare, memoria sociale, memoria esistenziale) supportandolo nel marcare i momenti salienti della vita. Il filo conduttore che lega il Taccuino di Giuseppe Denittis al Taccuino di Albert Camus si configura come una forza creativa sostenuta dall'uso consapevole delle immagini pittoriche e delle immagini narrative, rafforzate dalla profondità dello scandaglio interiore. In tale dimensione di ricerca, ritroviamo le struggenti emozioni trascritte nelle opere figurative dal nostro pittore, speculari all'immaginario letterario trasfigurato nella forza della prosa dello scrittore francese; insieme, gli artisti, fronteggiano il presente e il futuro, osservando il passato, con inquietudine e turbamento, cercando di addomesticare con familiarità, i demoni delle provocazioni e le figure delle avversità.



Nota di lettura
A. Camus, Taccuini 1935-1942, Vol. 1, Vol. 2, Bompiani, Milano, 1963;
A. Camus, Il Primo uomo, Bompiani, Milano, 2013;
A. Camus, Caro signor Germain. Corrispondenza e estratto, Milano, Bompiani, 2024;
E. Cecchi, Prefazione, in G. De Nittis, Taccuino 1870/1884, Editrice Rotas, Barletta, 2021;
G. De Nittis, Taccuino 1870/1884, Editrice Rotas, Barletta, 2021.

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