La cultura artistica europea di De Nittis incanta ancora

Il grande barlettano sulle pagine di Cultura Identità

venerdì 24 gennaio 2020
Si parla di Barletta, grazie al nostro grande Giuseppe De Nittis, sul mensile culturale nazionale Cultura Identità, diretto da Alessandro Sansoni (direttore responsabile) e da Edoardo Sylos Labini (direttore editoriale). Un pezzo a firma di Marino Pagano, infatti, in sintesi efficace, anche tramite l'ascolto di esperte storiche dell'arte, tratteggia l'arte del celebre artista. Il tutto in un numero speciale della rivista, interamente dedicato all'arte e ai grandi italiani interpreti della creatività.

Marino Pagano, corrispondente dalla Puglia per il periodico, ha pensato di parlare di De Nittis, evidentemente inteso come uno dei più illustri (se non il più illustre) artista pugliese della storia. Giornalista, classe 1980, Pagano scrive su testate di viaggi, ricerca storica e cultura. Collabora anche con Borghi Magazine (rivista dei Borghi più Belli d'Italia), e-Borghi Travel e Puglia Amazing. Segue la cronaca culturale pugliese sulle pagine del settimanale Epolis Bari In Week e su altre testate locali.

Saggista a tema storiografico (sulla storia della spiritualità medievale o sulle dinamiche del Risorgimento e del Brigantaggio postunitario al Sud), è direttore responsabile del semestrale Studi Bitontini.

"Quanta Europa nella pittura di De Nittis", così il titolo dell'articolo. Un artista definito "uomo che la sua terra di Puglia dipinse e in cui poi riconobbe gli spunti per una continua crescita internazionale (noto il suo ruolo in Francia, accanto agli Impressionisti)". Due le esperte a parlare di De Nittis: Ester De Rosa, storica dell'arte e curatrice di mostre in Puglia; Lucia Anelli, docente d'arte, giornalista e studiosa. "De Nittis sfugge ad ogni definizione, essendo la sua opera un compendio di esperienze visive, di approcci inusitati, di ricerca dell'essenza vitale in ogni ambiente e in ogni occasione. Così come ha rappresentato la luce assolata o l'impalpabile atmosfera dei cieli europei, allo stesso modo ha narrato il fascino della luce artificiale di interni, compiendo interessanti ricerche cromatiche". Queste le parole della De Rosa.

Per Lucia Anelli, collaboratrice della rivista Juliet, "l'artista conferisce alle sue qualità di paesaggista un'interpretazione moderata e narrativa, documentata da studi sulla mutevolezza cromatica, associata a notevole intuizione dello spazio prospettico. Guidato da sopraffina sensibilità atmosferica, il barlettano traduce con tocchi lievi la spontaneità e l'immediatezza di luci e trasparenze".

"Ma quale la sua reale originalità?", chiede il giornalista. "De Nittis –conclude la Anelli- è tra i primi ad imprimere all'arte quel carattere di naturalismo e modernità, traslato anche nel suo interesse per l'universo femminile, tra riti e segreti accennati. Nei ritratti, poi, non solo ci ha lasciato testamento di una società e di un'epoca, ma ha saputo anche fissare momenti, attimi di intimità, tra paraventi domestici e scenari sospesi, nei quali la donna, semplice e comune, abbandona l'artificiosità della posa e suggerisce effetti di vivacità emotiva e d'incanto".