La Cartiera di Barletta diventa "Cittadella del Gusto"? «Nessuno ne parla»

La riflessione del perito agrario Giuseppe Dargenio

sabato 18 maggio 2019
L'ex-Cartiera di Barletta sarebbe stata individuata per una rimodulazione urbanistica finalizzata a trasformarla in "Cittadella del Gusto". La notizia è passata piuttosto inosservata tanto da generare quesiti e perplessità, a partire da Giuseppe Dargenio, perito agrario barlettano, autore della seguente riflessione aperta ai lettori.

«In data 4 maggio 2019 il quotidiano La Repubblica riferisce che a Barletta il maestoso rudere della ex-Cartiera è stato individuato, da una società locale chiamata Puglia in Food, per una rimodulazione urbanistica finalizzata trasformarlo in "Cittadella del Gusto" . Trattasi di un ottimo legittimo progetto per la realizzazione di una opera simile al Parco "Fico Eataly World" di Bologna (ideato dal noto Farinetti) però versione pugliese e quindi per esposizione e commercializzazione di cibi, enogastronomia e ortofrutta delle nostre zone. Una operazione strategica oggettivamente destinata alla creazione di enorme sviluppo e nuova occupazione, in primis per la provincia BAT ed anche per tutta la Puglia.

Mi sembra una notizia abbastanza impegnativa ma, osservo, a distanza di quattordici giorni dalla sua pubblicazione (su un unico e solo organo di stampa) non solo non si è aperto alcun dibattito che di solito, qui a Barletta, non si nega neanche per il gatto nero che ci attraversa la strada. Addirittura non ne parla neanche la politica il cui obiettivo dovrebbe essere lo sviluppo del territorio. Presumo che per poter realizzare la succitata faraonica operazione bisognerebbe mutare la destinazione d'uso urbanistica della zona dove sorge la ex Cartiera, attualmente ancora Zona Industriale.

Per il cambiamento di destinazione occorre un nuovo Piano Urbanistico…. inevitabilmente! Infatti il giornalista di Repubblica conclude, testualmente, la descrizione della originale vicenda: "...di mezzo ci sono il nuovo piano regolatore generale e la messa in sicurezza ambientale dell'intera zona. Ma intanto Puglia in food va' avanti per pianificare, entro cinque anni una idea che potrebbe cambiare il volto di Barletta​". Fin qui il giornalista e allora mi chiedo: ma perché proprio cinque anni e magari non due o tre per "cambiare il volto di Barletta"?​

Insomma il fatto che nessuno ne parli mi fa sorgere il dubbio che la notizia sia sfuggita, a mo' di spiffero, da chiuse e segrete stanze! Per fortuna abbiamo, in Consiglio Comunale, una parte di sana opposizione che si fregia del titolo di "popolare", consiglieri di sinistra-sinistra e varie associazioni e quindi mi aspetto che tutti costoro, uniti, dicano qualcosa in merito, assolvendo al loro politico ruolo istituzionale. Sia chiaro che tali opposizioni sono anche libere di starsene zitte, tanto, per "cambiare il volto di Barletta​" abbiamo già aspettato una trentina d'anni, ovvero da giugno 1991, data d'incarico per la Revisione del Piano Regolatore Generale di Barletta; cosa volete che siano altri cinque anni come ci dichiara, esplicitamente la società Puglia in Food? Bene, tutto ciò detto e scritto, ora possiamo ritornare, democraticamente, a spegnere la luce» conclude Dargenio