«Insinuazioni e odio», MariaAnna Salvemini risponde alla "gogna mediatica"

Una lettera aperta dell'ex assessore comunale, in seguito al forte dibattito sui social

venerdì 14 novembre 2025 16.25
«Considerato che un semplice cittadino ha diritto e possibilità di fare segnalazioni rese poi pubbliche, in qualità di semplice cittadina vorrei fare, non tanto una segnalazione, quanto un invito». A scrivere questa lettera è MariaAnna Salvemini, ex assessore comunale che, dopo le sue dimissioni e la vicenda di cronaca che ha coinvolto il fratello Nicola - già vice sindaco dell'amministrazione Cannito - ha voluto rispondere al dibattito e ai commenti che negli ultimi giorni hanno riempito i social.

«Faccio parte di una famiglia (e come la mia ce ne sono tante altre) che ha sempre basato la propria etica sui valori dell'umiltà, onestà, lealtà, semplicità; si è impegnata nel lavoro, nel privato, nel sociale, nei rapporti umani, a fare sempre bene e del bene. Poi improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, succede che un componente di questa stessa famiglia, viva un momento delicato che lo pone in una situazione in cui viene messo in discussione il suo operato e la sua professionalità decennale.

Si aprono delle indagini, e quel componente di quella famiglia si trova a dover dare, con la massima onestà, dimostranze su come "quell'essere stato messo in discussione" non abbia motivo di essere. Nel frattempo, però, cosa succede inevitabilmente? Si scatena la cosiddetta e famigerata "gogna mediatica", "gogna popolare", " gogna social". Il più becero e squallido sistema messo in moto da chi giudica senza che ci sia giudizio, condanna senza che ci sia condanna, sentenzia senza che ci sia sentenza, ma soprattutto UCCIDE moralmente, consapevole di quello che sta facendo.

Ecco sì, succede proprio questo. Ed è successo alla mia famiglia, nelle ultime ore fin troppo utilizzata strumentalmente e indignitosamente. E come è successo alla mia famiglia è successo a tante altre.

Purtroppo però riflessioni come questa che sto facendo, seppur fatte sicuramente in precedenza da altri, non hanno nessuna risonanza nelle menti di tutti coloro che sanno solo alimentare dubbi e insinuazioni, con odio, cattiveria, calunnie, nella più totale ignoranza poiché non conoscono né i fatti né le persone (anzi certe volte l'essere beceri lo dimostrano perché pur conoscendo la persona in causa, dicono comunque bugie e falsità ai danni della stessa).

Viviamo in un contesto sociale in cui, nelle competizioni, qualsiasi esse siano: politiche, professionali, personali… si tende al metodo del demolire l'avversario (anche con modalità scorrette) per fare grandi se stessi; ma questo metodo in realtà dimostra la piccolezza di chi lo utilizza. Seminare bene e costruire la propria grandezza sul raccolto buono che poi farai: questo fanno le famiglie come la mia.

Si ricorre a subdoli metodi mediatici, che coinvolgono addirittura componenti di famiglia, come un padre che non vive più su questa terra, che ha dimostrato durante tutta la sua vita, con il suo impegno lavorativo, sociale ed umano, di essere un grande esempio per tutti, e quei tutti lo hanno sempre riconosciuto anche adesso che non c'è più. Ed infatti bisogna riconoscere che in risposta a quella gogna certamente c'è anche chi ha dato voce, con buon senso, a pensieri amorevoli e di solidarietà.

Ma purtroppo intanto la gogna fa danni, danni morali e psicologici alle famiglie strumentalmente coinvolte. E allora addirittura si pensa di ricorrere a querele, segnalazioni, denunce per assopire quella immotivata cattiveria.

Ma nella mia famiglia ci è stato insegnato che rispondere alla guerra con altrettanta guerra non ripaga, anzi più che altro rispondere alla guerra con un fiore è spiazzante. La mia famiglia (come tante) è forte, unita e consapevole che tutto passerà e si risolverà nel migliore dei modi per il fratello coinvolto.

E allora il mio invito è proprio questo: mettetevi una mano sulla coscienza e non sulle tastiere, perché così facendo eviterete di fare ulteriori danni irreversibili».