Il teatro come limbo, tra segreti e coraggio di raccontarsi

«L’idea di questo spettacolo - spiega Alessandro Piazzolla - è figlia del lockdown»

mercoledì 21 ottobre 2020 11.13
A cura di Francesca Pinto
"Essendo un essere umano, come tutti, non ho la percezione e allo stesso tempo la certezza di cosa accadrà nell'attimo immediatamente successivo alla morte ma se dovessi immaginare questo momento mi verrebbe in primo luogo in mente il limbo, che penso essere come una stanza nella quale, infinitamente, ognuno viene giudicato secondo i parametri del bene e del male".

Parole queste di Alessandro Piazzolla, il quale nello studio teatrale "Limbo" ha cercato di concretizzarle mettendole in scena nella nuova cornice del Teatro Fantasia situata, a partire da marzo 2020, in via Imbriani 144 a Barletta.

"Immagino che ad accogliere il defunto nel limbo - spiega Piazzolla - sia proprio Satana, pertanto ho scelto di collocarlo all'ingresso della sala, poi ho posizionato a destra del palco i santi Pietro e Paolo simbolo del Cristianesimo e dislocati sul palco altri personaggi che incarnavano la giustizia e il tempo. Ed ecco che a turno, ho deciso di far alternare sul palco gli attori, o meglio le loro anime, chiamate a rivelare i propri segreti oscuri al cospetto di Dio".

"L'idea di questo spettacolo - aggiunge Alessandro Piazzolla - è figlia del lockdown un momento nel quale, improvvisamente catapultati in casa, ci siamo trovati a convivere con i nostri segreti che talvolta hanno causato screzi e la fine di molti rapporti. Per questo, al mio ritorno in teatro, ho deciso di ispirarmi a quanto avevo notato ed ho chiesto agli attori di raccontarmi i loro segreti. Mi tocca ammettere che sia stato estremamente difficile per loro farlo, tuttavia se stasera posso parlarti di questo spettacolo lo devo proprio al loro coraggio di sapersi raccontare".

Abbiamo inoltre chiesto all'attore come sia stato tornare sulla scena in questo momento del tutto insolito. L'artista ha spiegato di non aver incontrato difficoltà ad adeguare l'intera struttura alle norme imposte dal DPCM, tuttavia ha palesato il disagio che si trova a vivere l'attore della sua compagnia che, non abituato a lavorare in quarta parete, sente il bisogno di ricevere il feedback del pubblico anche mediante un sorriso ma non può farlo.