Il sindaco Cascella sollecita il consiglio monotematico sul centro di raccolta rifiuti

Lettera alla presidente Peschechera: «Le domande dei cittadini attendono risposte»

lunedì 31 marzo 2014 19.50
Il sindaco Pasquale Cascella ha inviato alla presidente del consiglio comunale Carmela Peschechera la seguente lettera:

«Gentile Presidente,
ho appreso dalla stampa della proposta di un Consiglio comunale monotematico dedicato alle questioni aperte dalla vicenda dell'ecocentro per la raccolta e il ciclo integrato dei rifiuti, collocato nell'area della 167. Può essere, in effetti, una buona iniziativa se si crede che la partecipazione non debba contrapporsi alla democrazia ma alimentarla e farla crescere. Per primo sono, dunque, interessato a capire cosa e come si è deciso tra il 2010 e il 2012, e acquisire gli elementi necessari per poter offrire un contributo coerente con la responsabilità che mi sono già assunto, venerdì scorso, per la sospensione dei lavori a seguito di una specifica richiesta della presidente della Commissione consiliare sull'Ambiente. Si può, così, recuperare e condividere compiutamente quel processo di partecipazione che, pur previsto dalle deliberazioni della Giunta e del Consiglio comunale dell'epoca, è rimasto lettera morta fin quando i rappresentanti di questa Amministrazione non si sono presentati a cospetto dei cittadini del quartiere, anche a costo di subirne il malessere accumulato nel tempo.

Può e deve essere, l'ipotizzato Consiglio monotematico, l'occasione per conoscere, intanto, di cosa si tratta, e assumere le nuove deliberazioni a ragion veduta, non a prescindere. Parliamo di un progetto avviato nel 2010 con un bando regionale di cofinanziamento a cui hanno partecipato diversi Comuni della Provincia, per una struttura all'interno di una area verde attrezzata, dove i cittadini possano conferire in modo controllato rifiuti differenziati di natura domestica - per la precisione, materiali inerti come plastica, vetro, metallo, carta e cartone - per l'avvio al recupero e al riciclo. Si tratta, quindi, di un servizio ambientale regolato e controllato, a cui gli stessi cittadini parteciperebbero con conferimenti diretti che potrebbero ricevere particolari premi.

Arriviamo all'oggi. Serve o non serve un nuovo centro di raccolta? C'e una diversa, più razionale ipotesi di ubicazione? Corrisponde alle norme nazionali, ai requisiti indicati dal bando regionale e ai tempi utili per non perdere il cofinanziamento e non scaricare sulla collettività i costi del mancato rispetto degli atti precedentemente compiuti? E come e con quali risorse contrastare l'attuale stato di degrado dell'area? Le domande sono già emerse nitidamente nel confronto avviato con i cittadini. Ora attendono risposte serie. Ecco perché un Consiglio monotematico può e deve essere l'occasione per dispiegare compiutamente il confronto avviato da questa Amministrazione, senza cedere a rincorse demagogiche o a convenienze temporali. Può e deve essere, soprattutto, una occasione di verità sul come e perché, insieme a quella dell'ecocentro, altre decisioni siano o meno state adottate a tempo debito: dall'ordine di priorità per le opere di urbanizzazione alla previsione di standard di qualità per i servizi, agli interventi necessari per il nuovo campo rom. Eppure quelle erano, e restano, le norme urbanistiche generali a cui far riferimento e le specifiche esigenze di servizi per la residenza da rispettare. Se si rilegge ciò che era stato detto nel Consiglio comunale soltanto due anni fa, sulle sorti magnifiche e progressive che il progetto dell'ecocentro avrebbe offerto al quartiere, e lo si confronta con quanto si dice oggi sulle cause del disagio e delle tensioni andate accumulandosi, si ritrovano tutte le contraddizioni che minano la coerenza e la credibilità di una buona amministrazione nei confronti dei tanti cittadini che hanno investito i loro risparmi per soddisfare il bisogno vitale della abitazione per le proprie famiglie in un'area urbana che sia parte integrante della città.

Certo, se sono stati commessi errori, si deve avere la capacità di correggerli. Personalmente l'ho detto proprio in quell'assemblea: bisogna condividere il dovere di rispettare gli atti già adottati, con quello di una revisione avveduta, competente e sensibile delle scelte. Se questo duplice dovere ispira un'assunzione collettiva di responsabilità, se questo compito si attribuisce al Consiglio comunale monotematico, allora la sospensione disposta dall'Amministrazione può ben servire a restituire alla partecipazione quel senso di rispetto che si deve, sempre, a tutti i cittadini».