«Il clima politico a Barletta è suicida»

Nota dell'associazione 'Igino Giordani' di Barletta. «Facciamo appello affinchè prevalga il cuore e il buonsenso»

martedì 19 luglio 2011
«Il clima politico che, anche a livello locale, stiamo vivendo è, a dir poco difficilissimo, incomprensibile e drammatico... direi suicida!». Lo dichiara Angelo Torre, dell'associazione 'Igino Giordani' di Barletta. «D'altra parte lo stesso, (come tutte le negatività), se "sfruttato bene", può offrire a "tutti i nostri consiglieri comunali", ma anche a tutti i cittadini, l'opportunità di contribuire a porre le basi e perciò alla rinascita di una società civile (compresi gli impegnati in politica) "se ciascuno decide di dare il proprio contributo positivo". C'è un bisogno urgente (drammaticamente non più rinviabile) per la nostra città di un progetto di vita, di un ... "CONCORSO DI TUTTI E NON CONCORRENZA". Facciamo appello, allora al contributo di tutti i consiglieri comunali perchè nella seduta prossima prevalga in loro il cuore, il buonsenso. Qui di seguito un testo che l'on. le Igino Giordani, oggi servo di Dio, ha scritto nel 1945 e che ci sembra attualissimo, capace di gettare luce sulle difficoltà di oggi e proporne la soluzione:

"La politica è fatta per il popolo e non il popolo per la politica. Essa è un mezzo, non è un fine. Prima la morale, prima l'uomo, prima la collettività, poi il partito, poi le tavole del programma, poi le teorie di governo. La politica è – nel più dignitoso senso cristiano – una ancella, e non deve diventare padrona: non farsi abuso, né dominio e neppure dogma. Qui è la sua funzione e la sua dignità: d'essere servizio sociale, carità in atto: la prima forma della carità di patria. […]

Ai giornali arriva l'eco del diffuso sentimento di disistima pei partiti e per la politica. Ne sappiamo qualcosa anche noi sentendo quel che ci dicono e leggendo quel che ci scrivono. Pare a molti che la politica sia un'attività inferiore, ed equivoca, da lasciarsi ai maneggioni: e non capiscono che se dalla politica si allontanano gli onesti, il suo campo è invaso dai disonesti: e la politica tira con sé tutta la nostra vita, da quella fisica a quella morale; e una politica fatta da disonesti porta alla guerra, ai dissesti finanziari, alla rovina della ricchezza pubblica e privata, al malcostume, al disprezzo della religione, alla manomissione delle famiglie… Se la politica è sporca, insomma, va ripulita: non disertata. […]

Ora dal traffico di carne umana, conseguente al traffico della dignità umana, non ci si libera seciascuno di noi non riprenda coscienza del suo valore – del suo sterminato valore – e stia con esso in politica, deciso a non lasciarsi né trafficare né assorbire, ma ad operare con la propria testa, con la propria personalità, difendendo le proprie ragioni morali. Difendendo queste, poi, difende anche le sue ragioni professionali, le stesse ragioni fiscali: ché il fiscalismo esoso nasce dove non si vede più l'uomo da aiutare ma il mammifero da smungere. S'ha da stare nella politica, da cittadini, e non da servi. Da tale posizione nasce la democrazia.

Quella coscienza dei propri valori potrebbe tramutarsi in superbia, e cioè ritorcersi a stimolo antisociale di sfruttamento e di dominio: potrebbe capovolgersi. Ma perciò tra quei valori, primissimo, ha da porsi la carità, che è il sentimento degli obblighi di servizio dei propri fratelli. Senza di essa, ogni valore si svaluta; ogni conquista si capovolge in servaggio: e si spreca tempo".