Festa del Battesimo di Gesù, «Dio mi ama e si rallegra pensando a me»

La manifestazione del Signore e le parole di don Vito Carpentiere

domenica 11 gennaio 2015
Dal Vangelo secondo Marco: "In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Con la Festa del Battesimo di Gesù termina significativamente il Tempo di Natale. Potrebbe sembrare strano, dal momento che c'è un salto di circa trent'anni, eppure la collocazione di questa festa al culmine di questo tempo liturgico ci fa comprendere la pienezza del Mistero dell'Incarnazione del Signore e la sua manifestazione nella carne. Sin dall'Epifania, infatti, noi stiamo celebrando la triplice manifestazione di Gesù: la prima ai Magi, dove Gesù è salutato come salvezza per tutte le genti; la seconda col Battesimo, momento in cui il Padre ha manifestato il suo compiacimento nel Figlio; la terza, alle nozze di Cana, quando Gesù operando il primo "segno" manifesta la sua gloria. ed ogni manifestazione ha una incidenza-finalità per noi, per me!

Il brano proclamato in questo giorno, nella sua brevità, è pregno di senso. Anzitutto Giovanni Battista ribadisce il primato di Gesù, al cui servizio si pone la sua stessa predicazione ed il suo invito a farsi battezzare. Lo stesso Battista riprende poi una terminologia che per noi rischia di essere interpretata diversamente. L'espressione "non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali", che per noi sembrerebbe un profondo atto di umiltà, in realtà riprende una antichissima prassi del diritto matrimoniale. In un sistema "tribale" la donna spettava, per diritto, ad una determinata persona, che poteva cederla ad un altro col gesto di sciogliere pubblicamente il sandalo e passarlo al nuovo pretendente, che da quel momento acquisiva il diritto su quella sposa. E in questo contesto significa che Giovanni è semplicemente l'amico dello Sposo, lo Sposo dell'umanità è Cristo stesso, è Cristo che deve rendere feconda la sua Sposa, la Chiesa col suo popolo. E veniamo all'evento del Battesimo di Gesù in sé.

"Si squarciano i cieli".... Dio, nel suo processo di incarnazione ed umanizzazione, non teme di rompere i cieli e manifestarsi a favore dell'umanità debole e sofferente, anzi in Gesù Cristo si mette in fila tra i peccatori per ricevere il battesimo predicato da Giovanni. Dio non teme di manifestare la nudità del suo amore viscerale per l'umanità.

"Tu sei il Figlio mio, l'amato"... Questa dichiarazione esplicita di figliolanza avviene anche nel nostro Battesimo, quando Dio mette nel mio cuore la pienezza del suo amore. Ecco chi sono: sono figlio di Dio, sono amato da Lui. E questo ci aiuta a riscrivere il rapporto che abbiamo con Lui. Un figlio non ha paura. Mai! Un figlio scopre ogni giorno la bellezza di sentirsi amato per il semplice fatto che è figlio.

"In te ho posto il mio compiacimento"... Dio pensa al Figlio e gioisce. Dio pensa a me e gioisce. Non quindi un Dio triste e arrabbiato, ma un Dio che ha un solo pensiero, me, l'umanità, e si rallegra e gioisce. E anche io sono chiamato a partecipare a questa sua gioia, a questo suo compiacimento. Che questo giorno segni l'inizio e la scoperta di un nuovo rapporto col nostro Dio.

Buona Domenica a tutti!

[don Vito]