Ecco la sentenza che condanna il Comune di Barletta

I cittadini di Barletta indignati per gli strumenti d’indagine usati dal Comune con il Centro Antiviolenza. Sulla vicenda il comune tace

martedì 26 ottobre 2010
Le severe ed indignate opinioni che, ancora numerosissime, arrivano al Portale di Barlettalife.it, dopo la nostra esclusiva diffusione sintetica della Sentenza del Tribunale di Trani ,Sezione distaccata di Barletta, che condanna Il Comune, in favore dell'Osservatorio " Giulia e Rossella", ci induce a tornare sul triste argomento. IL 18 ottobre scorso raccontammo, nell'articolo intitolato- "Soccombe il Comune di Barletta-Sentenza favorevole al Centro Antiviolenza, la vicenda. Riportammo le pretese ingiustificate del settore Servizi Sociali, retto addirittura da una donna-dirigente, di poter identificare le utenti che si rivolgono all'Osservatorio ,con la disperazione che ciascuna individuale situazione presuppone. Questo al fine di controllare , da parte del Comune, l'attività a carattere volontario dell'Osservatorio.

Nina, Claudia, Bianca, Simona, Ada, Pasquale, Paolo sono solo alcuni dei lettori di Barlettalife.it che, con analisi giuridiche, umane o solo istintive, stigmatizzano il metodo del Comune [se volete, potete leggere qui il nostro articolo ndr]. Persone, uomini e donne ci scrivono da tutto l'hinterland e la vicenda portata in Tribunale dal Centro Antiviolenza " Giulio e Rossella", sta dilagando infelicemente, non favorendo la vetrina barlettana prossima ad una nuova competizione elettorale amministrativa. Numerosissime, anche le telefonate che giungono in redazione. Ci chiedono di poter leggere, qualora in nostro possesso la Sentenza. Ovviamente il documento è nelle nostre mani e sarà possibile visionarlo dopo questa ulteriore cronaca che riporta un altro episodio avvenuto al Centro Antiviolenza il 25 febbraio 2009: Senza alcun preavviso e per la prima volta, la Dirigente del Settore Servizi Sociali, presentandosi al Centro, chiese di visionare il fascicolo di una utente.

L'operatrice di turno spiegò di non poterlo fare in quanto non autorizzata e, contenendo il fascicolo dati sensibili, invitando la Dirigente a parlarne con l'avvocata dell'Osservatorio, impegnata al momento con una utente. L'insistenza della dipendente-Dirigente fu decisa: " l'avvocata era una volontaria, mentre l'operatrice era pagata". Mentre l'operatrice, si affannava a cercare le dovute autorizzazioni, la Dirigente interpellò i vigili urbani chiedendo il loro intervento per stilare un rapporto. Cosa che avvenne e così fu violato il dato sensibile.