Dai fratelli Cervi a Francesco Salerno: Cosimo Cannito contesta la scelta

«Non confondiamo i morti della Resistenza con l'operato di un sindaco»

mercoledì 23 ottobre 2013 10.52
Continua la querelle sulla scelta, espressa dalla Commissione Toponomastica, di modificare l'attuale denominazione del giardini del castello, traslandoli dai fratelli Cervi e ridedicandoli al defunto sindaco Francesco Salerno. Sulla questione si esprime in maniera sfavorevole il consigliere comunale Cosimo Cannito: «Io non so a quale scienziato della commissione toponamastica sia venuto in mente di cancellare dai giardini del castello i l nome dei Fratelli Cervi per dedicarli a Francesco Salerno.

Già quando la memoria dei sette Fratelli Cervi fu oltraggiata togliendo il loro nome da quella piazza che era da sempre stata loro dedicata , da Salerno, uomo di sinistra, in cerca di un brand per la citta della Disfida, rimasi annichilito dalla offesa arrecata al simbolo della resistenza, quali per me da sempre sono stati i fratelli Cervi , sia per l' intenso dolore vissuto con eroica dignita' dal loro padre Alcide che per il loro coraggio dinanzi al plotone di esecuzione. Fui uno di quelli che si oppose invano , perche Salerno dominava e imperava su qualsiasi decisione. Non so se la proposta , partorita dalla mente di qualcuno , che , beneficiato in vita dalla sua amicizia intenda manifestare con tale proposta ringraziamenti postumi , o se questo o questi intendano utilizzare la sua captatio benevolentiae ,anche da morto , per qualche miserabile consenso. Senza nulla togliere ai meriti del compianto sindaco ma Barletta non ha bisogno di miti popolari nostrani. I morti sono un cosa seria , lasciamoli in pace , e soprattutto non confondiamo i morti della resistenza con l' operato contingente di un sindaco di una citta medaglia d' oro al valore civile e militare

Siamo realisti e seri: il valore dei piani simbolici e morali sono diversi e assolutamente non paragonabili. Ai fratelli Cervi e a quelli come loro, i miei figli ed io dobbiamo la libertà e la democrazia e non ad altri! Anzi la mia proposta è quella di restituire ai Fratelli Cervi la piazza a loro dedicata in passato e che per me rimane sempre piazza F.lli Cervi. L'attuale denominazione della piazza 13 febbraio 1503, sia pure rievocante una pagina di orgoglio di una nazione che non esisteva, non mi emoziona alla pari del simbolo di coraggio e di antifascismo rappresentato da Gelindo, Antenore, Aldo, Agostino, Ovidio, Ettore Cervi.

Pertanto mi rivolgo a Lei signor Sindaco affinché si evitino di infliggere altre estemporanee e anacronistiche ferite alla memoria e alla storia della nostra città».