Compravendita di voti a Barletta, la magistratura indaga

«E’ giunto il momento di dire basta e chi ha sbagliato deve pagare»

venerdì 23 aprile 2010 19.31
A cura di Biagio Fanelli
La procura di Trani ha aperto un'inchiesta sul presunto voto di scambio che avrebbe connotato, negativamente, la recente campagna elettorale per le regionali. Della questione se ne sta occupando da diversi giorni il nostro portale con uno speciale legato al servizio della trasmissione "Le Iene" sulla compravendita di voti girato proprio a Barletta (http://www.barlettalife.it/magazine/speciali/le-iene-portano-bene-a-barletta/).

Savino Montaruli, presidente della battagliera associazione andriese Io ci sono, ha espresso alcune considerazioni sulla vicenda:

«Il lavoro che attende la procura tranese non è semplice, in quanto si tratta di un fenomeno così antico e diffuso che inciterebbe al "tutti colpevoli, nessun colpevole". Invece no, perchè questo triste, becero e umiliante fenomeno è così diffuso, anche nel comune senso di pensare e investe non solo corruttori e corrotti ma anche la dignità di coloro i quali pensano e continueranno a pensare che la politica non può e non deve essere così sporca.

Un fenomeno che, a prima vista, porterebbe vantaggi a tutti: a coloro che offrono per ricevere e a coloro che danno (il voto) sempre per ricevere ma che in realtà significa, per colui che riceve (il voto) occupare, senza averne avuto il democratico ed incondizionato consenso e magari senza averne neanche le capacità, posti di potere che saranno inevitabilmente condizionati e ciò si riverserà, negativamente in termini di amministrazione, anche su coloro che il loro voto hanno deciso di venderlo.

Sono tante le circostanze che, non senza difficoltà, la procura dovrà accertare. Innanzitutto cosa si intende per compravendita di voti o voto di scambio. A parte il voto acquistato con denaro, andare a casa degli elettori in campagna elettorale a consegnare una bottiglia di salsa e un pacco di pasta, chiedendo in cambio il voto, è lecito? Regalare una scheda telefonica prepagata in cambio del voto è lecito? Andare a casa degli elettori e offrire un chilo di carne di agnello, augurando una Buona Pasqua e lasciando un santino con l'immagine del candidato offerente è lecito? Elargire buoni benzina, buoni spesa in supermercati, assolvere gruppi organizzati retribuendoli (a nero) per fare campagna elettorale, per affiggere manifesti (quasi tutti abusivamente), promettere posti di lavoro, superando le procedure di legge per le assunzioni; pagare i rappresentanti di lista (sempre in nero) chiedendo loro anche il numero della Sezione in cui votano, per accertarne l'effettivo sostegno al candidato ingaggiante, è lecito?

Poi c'è uno dei più diffusi ed ingannevoli fenomeni che, sempre e solo in campagna elettorale riempiono la pancia di tutti, candidati corruttori ed elettori corrotti, insieme. Le cene ed i lauti pranzi elargiti, sempre gratuitamente ed in cambio del voto, a centinaia di elettori, in maniera continuativa ed in ogni luogo. E' lecito?

Secondo voci di popolo, sempre più insistenti e crediamo veritiere, tutto ciò è continuato ad accadere anche nella recente campagna elettorale e, naturalmente, non solo a Barletta e non solo alla competizione regionale. La procura di Trani, quindi, non consideri questi elementi e questo modo di accaparrarsi il voto come elemento secondario e trascurabile, in quanto questi comportamenti, oltre che sicuramente illegittimi e deplorevoli, determinano anche danni per quei candidati che si sono comportati in maniera onesta ed integerrima, credendo che una politica pulita possa ancora esistere. Stimata procura di Trani, ora la verità la vogliamo veramente tutti».