Cgil, Barletta non è più un'oasi felice

Da lunedì nuovo presidio di protesta alla Prefettura

venerdì 23 aprile 2010
Barletta, un tempo oasi felice del distretto calzaturiero-tessile-abbigliamento, fa ora i conti con le problematiche dovute alla crisi: mancanza di lavoro, esuberi, cassintegrati; la Cgil continua con le attività di lotta verso una situazione insostenibile. A partire dalle 9.00 di lunedì 26 aprile presidio di protesta al Real Monte di Pietà di Barletta, sede della Prefettura della nuova provincia per dire "no al nuovo Disegno di Legge sul lavoro".

Alcune migliaia i lavoratori in cassa integrazione. Una decina di aziende chiuse per mancanza di commesse e a causa dell'invasione dei prodotti dall'Oriente. E ancora, la piaga diffusa del "lavoro nero" in opifici e laboratori dove non vengono osservate le più elementari norme sulla sicurezza. E' un quadro a tinte fosche quello denunciato dalla Cgil Bat a Barletta e nell'intero territorio della nuova provincia. E così, in occasione della manifestazione generale indetta dalla Cgil a livello nazionale per protestare contro il Disegno di Legge che mette i lavoratori alla mercè della classe imprenditoriale, lunedì 26 aprile i rappresentanti del sindacato hanno organizzato un presidio a Barletta davanti al Real Monte di Pietà, sede della Prefettura della nuova provincia pugliese, per illustrare la ricetta per rilanciare il settore da tempo in una crisi irreversibile.

In questa circostanza la Cgil, oltre a ribadire il proprio "no alla controriforma del diritto e del processo del lavoro", si soffermerà sulla grave situazione occupazionale in cui versa il territorio della provincia Barletta – Andria - Trani.

«Saremo in via Cialdini – afferma Liano Nicolella, segretario generale provinciale – a sostegno delle proposte del sindacato per scongiurare l'ennesimo attacco ai diritti, sacrosanti, delle lavoratrici e dei lavoratori, messo in atto dal Governo centrale e dal Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi". La Cgil ricorda che è ripreso alla Camera dei Deputati l´iter parlamentare della legge relativa al processo del lavoro e all'arbitrato, già rinviata alle camere dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Il disegno di legge, così come proposto dall'esecutivo, è incostituzionale in quanto – spiega Nicolella – mette il lavoratore alla mercè degli imprenditori. Con la manifestazione di lunedì chiediamo di togliere le mani dalle tutele dei lavoratori. Le modifiche, se fatte, devono garantire equità alle parti. Il Governo deve fare delle riforme sedendosi con i sindacati al tavolo delle trattative. È questo un elemento imprescindibile».