Bilancio, ingenuità e strategie: questo Consiglio comunale non s’ha da fare

Numero legale sì o no, monta la polemica in un consiglio "deserto"

giovedì 28 aprile 2016 13.28
A cura di Mario Sculco
Si sarebbe dovuto discutere di un tema piuttosto importante, quale l'approvazione del bilancio di previsione 2016/2018, ultimo dei sei punti all'ordine del giorno del consiglio comunale convocato per questa mattina. Tuttavia, non senza strascichi di polemiche (come di consueto), il consiglio non si è svolto nonostante in aula questa mattina fossero presenti 17 consiglieri comunali, quantità sufficiente a soddisfare il numero legale per avviare la seduta. E così sembra sia stato.

Lavori aperti dalla presidente del consiglio Carmela Peschechera con tanto di appello dopo la verifica del numero legale e dunque in ossequio all'articolo 24 del Regolamento del consiglio comunale "Il consiglio è validamente costituito se interviene almeno un terzo, arrotondato aritmeticamente, dei consiglieri comunali assegnati, senza computare il Sindaco" Primo a prendere la parola è stato il consigliere di opposizione e capogruppo di Forza Italia Dario Damiani il quale, constatando la presenza in aula di otto consiglieri di minoranza e nove di maggioranza, ha proposto una verifica del numero legale come previsto dall'articolo 27 del regolamento del Consiglio Comunale, rimarcando con tono polemico l'assenza di così tanti esponenti della maggioranza in un consiglio così delicato, vista la necessità di approvare il bilancio entro il 30 aprile.

A questo punto i consiglieri di opposizione hanno scelto di abbandonare l'aula in segno di protesta e perciò, rimanendo in nove tra i banchi del consiglio, è mancato il numero legale per il prosieguo della seduta. I lavori sono stati rimandati a sabato mattina, data in cui era stata fissata la seconda convocazione, ma qui è intervenuto un cavillo tecnico che rivela molto del vero senso politico di questo consiglio e forse una grave ingenuità.

Come recita l'articolo 26 del regolamento del Consiglio Comunale di Barletta, "Il Consiglio comunale, in prima convocazione, non può deliberare se non è presente la maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Nella seduta di seconda convocazione, che deve avere luogo in giorno diverso da quello in cui è convocata la prima, le deliberazioni sono valide se è presente almeno 1/3 dei consiglieri assegnati". Qui interviene un dubbio: parrebbe infatti che il segretario comunale abbia dichiarato la seduta "deserta", sebbene i lavori siano stati comunque avviati dal Presidente del Consiglio verificando il numero legale (che in quel momento permetteva appunto l'avvio). Da qui l'impeto polemico dei consiglieri di minoranza, che avrebbero parlato di un consiglio "sciolto" – sebbene fosse iniziato da pochissimo – per mancanza di numero legale in corso d'opera. Tecnicamente, a dire di molti esponenti dell'opposizione, non si potrebbe parlare di seduta "deserta" e non si potrebbe rimandare il dibattimento direttamente a sabato, ma occorrerebbe una nuova convocazione.

Ricordando la necessità di dibattere e approvare il bilancio entro il 30 aprile (la mancata comunicazione è anche sanzionabile per il Comune), si sarebbe dovuto procedere con una convocazione d'urgenza per "sanare" questo invocato e ipotetico errore. Tuttavia questa possibilità diventa ancora più remota perché temperata dall'articolo 27, spesso oggetto di numerose interpretazioni, che tuttavia ci fornisce l'esatta lettura. Infatti riporta il comma 3 che "ciascun consigliere può chiederne la verifica in ogni momento. Il Presidente del Consiglio procede alla verifica del numero legale e nel caso di accertata insufficienza del numero necessario , dichiara deserta la stessa in relazione agli argomenti iscritti all'ordine del giorno, dei quali non è stata affrontata la trattazione".

Perché dunque tendere insistentemente ad una seconda convocazione come anche "profetizzato" - non è sfuggito ai più - dal segretario Franco Ferrara nella sua nota pubblicata da BarlettaViva questa mattina? La scelta di dibattere sabato potrebbe essere strategica poiché le regole di votazione cambiano: come recita infatti sempre il già citato articolo 26 "le deliberazioni sono valide se è presente almeno 1/3 dei consiglieri assegnati". Ridotto perciò il numero minimo di consiglieri, diventerebbe più semplice per una maggioranza traballante approvare un documento così complesso e delicato come il bilancio.

«Si è consumato oggi un altro passaggio infelice dell'amministrazione: nel momento dell'approvazione del bilancio comunale non è presente la maggioranza» ha dichiarato direttamente alla nostra redazione il consigliere Gennaro Calabrese.

Caustico e senza mezzi termini è l'accusa del consigliere Carmine Doronzo che, ancora reduce dalla vigorosa polemica contro sindaco e maggioranza, incide i suoi pensieri condividendo, a margine della seduta, su Facebook: «Di fronte all'atto più importante per un Comune, il bilancio, il sindaco Cascella perde i numeri e credibilità politica (quel poco che ne restava). La nuova maggioranza della vergogna "PD-NUOVO CENTRO DESTRA" non garantisce la tenuta politica dell'amministrazione. Ma chi l'avrebbe mai detto eh?! Chi è causa del suo mal pianga se stesso! Come sempre, però, a farne le spese sono i cittadini...».

L'emergenza, il caos politico e i dubbi sugli aspetti tecnici rende davvero emblematico lo spettacolo che si è consumato stamattina in aula.