«Basta veleni sulla città, bisogna chiudere la Cementeria»

La nota di Michele Rizzi di "Alternativa Comunista"

venerdì 8 gennaio 2016 16.56
«La vicenda giudiziaria che vede coinvolta Cementeria di Barletta, tecnici della Provincia, della Regione e dell'Arpa e di alcune aziende della zona che conferivano, conferma quanto da sempre sostenuto da Alternativa comunista in questi anni, assieme ad altri movimenti di lotta, che nella nostra città è in atto ormai un vero e proprio disastro ambientale che colpisce soprattutto il quartiere a ridosso dello stabilimento (che conosco bene visto che vi abito da anni) per allargarsi anche in altre zone della città». Lo scrive il rappresentante politico del partito "Alternativa comunista", il barlettano Michele Rizzi.

«La stessa Procura - continua Rizzi nella sua nota - afferma che la Cementeria avrebbe immesso nell'aria sostanze inquinanti oltre i limiti di legge "esponendo la popolazione di Barletta al rischio di inalazione di fattori inquinanti dannosi alla salute". Tra l'altro proprio un aumento di inquinamento da emissioni nell'aria probabilmente si lega allo sviluppo, seppur non dimostrato ma facilmente ipotizzabile, di malattie cancerogene in città. Noi contestammo la stessa Autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2012 dalla Regione alla Buzzi Unicem (che va subito revocata), presa di mira adesso anche dalle inchieste giudiziarie, come contestammo e contestiamo anche chi strumentalmente vuole mettere in contrapposizione la salute della gente a quella di alcune decine di lavoratori della Cementeria.

E' bene ricordare che la Cementeria di Barletta, a dispetto del nome, è ormai diventata unicamente un grande inceneritore di rifiuti, una multinazionale che inquina da anni la città di Barletta e che non ha più motivo di esistere, come altre multinazionali che sposano il profitto sulla pelle di lavoratori e popolazione. Le aziende inquinanti vanno chiuse tutte e subito, non solo perché a quanto pare truccherebbero anche le carte per avere il lascia passare per ammorbare la città, ma soprattutto per la loro pericolosità per la gente ignara di quello che respira e che invece si trasforma in profitti per le multinazionali inquinanti. Per questo, ritirare l'autorizzazione ambientale integrata, per continuare la lotta per la chiusura della Cementeria, vero e proprio inceneritore cittadino, per una sua riconversione pubblica che impieghi i lavoratori, anch'essi esposti adesso alle inalazioni da emissioni, è assolutamente indispensabile e necessario e in questo saremo in prima linea, come sempre negli interessi delle masse popolari» conclude Rizzi.