«Basta lotte di quartiere»: la parola al consigliere di Barletta Riccardo Memeo

«Le tensioni all’interno del PD si sono riversate sull’amministrazione comunale»

sabato 11 agosto 2018 11.08
A cura di Antonella Filannino
La frattura all'interno della maggioranza dell'era Cannito ha innescato un effetto domino. L'ultimo episodio risale a ieri, quando il consigliere regionale dem e comunale Ruggiero Mennea ha accusato il consigliere Caracciolo di manovrare i nove consiglieri "scissionisti". Una rivalità storica che si perpetua ormai da anni all'interno dello stesso partito democratico. Una crisi profonda sta investendo il Comune di Barletta e per avvicinarsi quanto più alla sua comprensione è necessario ascoltare le posizioni delle parti in causa. A seguire, l'intervista a Riccardo Memeo, consigliere comunale del segmento della maggioranza a fianco del sindaco Cannito.

Il progetto di Coalizione intrapreso dal sindaco Cannito è caratterizzato dall'aggregazione di numerosi volti e liste. Perché ha deciso di appoggiare l'idea composita del sindaco Cannito?
«Credo sia un progetto innovativo, quasi rivoluzionario che va oltre i partiti e gli schieramenti. L'idea di Cannito andava a rompere uno schema politico che durava da vent'anni, che vedeva il partito democratico dominus assoluto della scena politica cittadina e l'impossibilità per noi del centrodestra di arrivare al governo della città. Cannito rompe questo schema dicendo: "io ho una visione precisa per la nostra città, chi la condivide a prescindere dal simbolo mi segua. Un'idea forte premiata a conti fatti al primo turno, che mi ha da sempre entusiasmato in quanto, in un periodo in cui la gente fugge dalla politica essa si è innamorata del programma e delle figure proposte, non del simbolo. Nonostante i numerosi componenti sin da subito c'è stato un clima positivo. Per questo non ho mai dubitato».

Tale clima positivo sembra essere cessato. Secondo lei quale è la ragione della faglia nella maggioranza stessa?
«Mi sfugge. Sicuramente la politica è divenire, dunque che ci sia stato un processo politico all'indomani delle elezioni per cui diversi consiglieri comunali si siano ravveduti su alcune posizioni, io lo considero legittimo. L'unico rammarico è che tale scontro si sia verificato attorno alla primissima fase della consiliatura. Una fase che prevede l'individuazione delle postazioni. Per quanto non condivida le posizioni degli 8 consiglieri, e per quanto le abbia contrastate, io le considero legittime. Spero che superate tali tensioni, qualora sia possibile, non si ripercuotano sul lavoro politico e programmatico perché, se cosi fosse, vorrebbe dire tradire il mandato elettorale».

Il consigliere Mennea accusa Caracciolo di essere il giostraio all'interno del palazzo di città. Cosa ne pensa?
«Durante la seconda convocazione ho più volte invitato i consiglieri dissidenti a chiarire la loro posizione. Se sono diventati un partito e corpo politico a sé stante devono comunicarlo. La guerra tra Mennea e Caracciolo è stata il motivo principale della scissione all'interno del partito democratico di Barletta. Si tratta di due correnti e gruppi differenti che si sono da sempre contrapposte in maniera legittima. Siccome il PD è stato in questi ultimi dieci anni al centro della scena politica cittadina, tutte le tensioni all'interno di esso si sono riversate sull'amministrazione comunale. Il progetto di Cannito supera questa logica. Non riversate queste lotte di quartiere sulla città di Barletta».

Mentre si consumano scaramucce e faide di quartiere, Barletta scocciata attende e nell'attesa fa le proprie considerazioni. «Sono imbarazzato – conclude il consigliere Memeo - se penso alla città intera e a come si possa sentire. Cannito non ha smesso un minuto di lavorare, anche dopo aver comunicato le sue dimissioni. La gente sta apprezzando questo. Voglio trovare una sintesi e intesa all'interno della maggioranza perché sono convinto che se riusciremo a superare tale fase e si avvierà la consiliatura, queste contrapposizione difficilmente si ripresenteranno. Qualora non riuscissimo a trovare una mediazione è giusto che si va a casa e gli elettori decideranno come comportarsi».