Barletta schiva il commissariamento, ma ora è tempo di «guardarci in faccia»

Solo 17 i voti che hanno evitato lo scioglimento del Consiglio. Dicorato: «Non possiamo fare appelli alle opposizioni e poi non guardarci in faccia»

mercoledì 5 agosto 2020 07.15
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
«E adesso noi abbandoniamo l'aula». Sarebbe bastato poco, anzi pochissimo per rischiare di andare tutti a casa. Le opposizioni erano pronte. I franchi tiratori della maggioranza anche. Si è conclusa con le parole del sindaco Cannito la seduta del Consiglio comunale di ieri pomeriggio, rinviata in seconda convocazione per mancanza del numero legale a domani, giovedì 6 agosto.


Prima, però, l'assise cittadina ha approvato il rendiconto dell'esercizio finanziario relativo all'anno 2019 il cui schema, unitamente alla relazione, era stato approvato dalla Giunta comunale il 23 giugno scorso. Per quest'anno, a causa dell'emergenza Coronavirus, il termine ultimo per la sua approvazione è stato posticipato al 30 giugno.

Il rischio di scioglimento

Un documento di estrema importanza per gli enti locali dalla cui approvazione dipende la stabilità degli stessi. La legge, infatti, assimila la mancata approvazione del documento finanziario a quella del bilancio di previsione, connettendo ad entrambe il conseguente scioglimento del Consiglio. Una conseguenza non immediata, come avviene in altre circostanze, ma prodotta solo in caso di inerzia dell'organo collegiale e all'esito di un articolato procedimento.

Se il Consiglio comunale di Barletta, quindi, non avesse deliberato, approvando il rendiconto, si sarebbe aperta la strada per il suo commissariamento che sarebbe durato sino "al primo turno elettorale utile previsto per legge" precisa la norma. Insomma, si sarebbe andati al voto il 20 e 21 settembre per eleggere il nuovo Consiglio comunale unitamente a quello regionale.

Conditio sine qua non sarebbe stato, tuttavia, il preventivo intervento del Prefetto. La procedura di scioglimento, infatti, avrebbe avuto inizio solo se all'indomani di una diffida ad adempiere (entro il termine massimo di 20 giorni) inviata dal Prefetto al Consiglio comunale, questo non avesse approvato l'atto oppure laddove la Giunta comunale non avesse approvato lo schema e la relazione del documento finanziario. Ma non era questo il caso.

La maggioranza (per ora) resiste
L'amministrazione Cannito ieri ha corso questo rischio, per di più svantaggiata dall'assenza delle opposizioni al momento della votazione e dal voto contrario del consigliere Flavio Basile (Lega). Una prospettiva schivata solo dai 17 voti favorevoli di parte della maggioranza. Esattamente quelli necessari a mettersi in salvo. Gli ultimi voti da cui dipende l'amministrazione Cannito.

Dopo la revoca dell'ex assessore Michele Lasala e le successive dimissioni dell'ex vicesindaco Marcello Lanotte, infatti, i malpancisti si sono trasformati in franchi tiratori. Un'instabilità numerica che ha condotto sin qui. Sino a ieri, quando le opposizioni hanno scelto di uscire dall'aula per evidenziare, ancora una volta, la precarietà dell'amministrazione comunale.

Una condizione che potrebbe precipitare ulteriormente data la posizione "ambigua" assunta da qualcuno. «Ci sono dei chiaroscuri nell'azione di governo» ha detto, pur votando favorevolmente, il consigliere Giuseppe Bufo.

È tempo di «guardarci in faccia»
«Oggi c'è stata un'assenza grave di parte della maggioranza – ha ammesso il consigliere Ruggiero DicoratoNon possiamo fare appelli alle opposizioni e poi non guardarci in faccia». Ma è proprio perché Cannito ne è consapevole che si rivolge alla minoranza, invitandola ad uno spirito di responsabile collaborazione che viene puntualmente disatteso. Proprio come i banchi vuoti di ieri hanno, ancora una volta, confermato.

Ma adesso è la maggioranza ad abbandonare l'aula, quasi a voler dimostrare alle opposizioni di aver evitato il pericolo anche senza il loro aiuto. Di certo non ce ne sarà bisogno nella seconda convocazione di giovedì, quando l'assise dovrà procedere al riconoscimento e alla presa d'atto di una serie di debiti fuori bilancio e ratificare due delibere Giunta.

Una di esse, destinata a scaldare gli animi, ha ad oggetto un "programma di rilancio dell'economia cittadina" ed è l'ultimo provvedimento portato in Giunta da Marcello Lanotte. La stessa riunione di Giunta in cui l'ex vicesindaco e assessore alle attività produttive ha comunicato le sue dimissioni.