“Barletta odia i giovani”, attivisti a confronto sulle problematiche giovanili

Un appello alle istituzioni a tutelare la "voce del futuro"

domenica 9 ottobre 2022
A cura di Francesca Pinto
Vivere oppure... sopravvivere nella nostra città? Questo il grande dilemma che attanaglia e motiva i giovani attivisti impegnati nella campagna "Barletta odia i giovani" che venerdì scorso si sono incontrati pubblicamente presso il parco dell'Umanità di Barletta mossi dall'intento di cercare soluzioni concrete alle svariate problematiche che quotidianamente si trovano a vivere migliaia di giovani barlettani e non solo.

"La nostra - sostiene la giovane attivista Valeria Modugno - è una campagna sviluppata insieme a Fantapolitica atta specialmente ad evidenziare il disinteresse, quasi totale, delle istituzioni di fronte ai bisogni della fascia più giovane della popolazione. Cerchiamo di far emergere e di discutere di temi che molto spesso restano nell'ombra come il precariato lavoro giovanile, i salari irrisori che impediscono agli under 30 di raggiungere la famigerata indipendenza economica e ci spingiamo a riflettere su temi come quelli della questione climatica che sembra più interessare la nostra generazione che quella dei nostri genitori».

E aggiunge: «Siamo certi che la risoluzione di alcune di queste problematiche possa contribuire a ridurre il disagio che caratterizza la nostra generazione. Bisogna ridisegnare a tutto tondo la vita delle giovani generazioni, per cui, oltre ad interessarci a queste problematiche, abbiamo deciso di concentrarci sul post-studio/lavoro che offre la nostra città. Da un'attenta analisi e da un confronto, ci siamo resi conto che pochi sono gli spazi, pubblici e non, che offrono la possibilità di fruire di momenti di aggregazione e comunità gratuiti, specie quelli legati allo sport e alle attività culturali».

«Il nostro obiettivo pertanto si configura concretamente nella rimozione di ogni tipo di barriera, soprattutto economica, che nella città di Barletta ostacola la partecipazione di chiunque voglia farne parte a questi momenti, che per noi si concretizza nel riappropriarci di spazi (o crearne di nuovi) in cui sia consentito riunirsi, parlare d'arte, cultura e intrattenersi a costo zero. Solo in questo modo sarà possibile limitare la fuga dei giovani annoiati, soprattutto di sera, in città limitrofe e la nostra città sarà finalmente più viva».

Una voce, quella dei giovani attivisti, che ha catturato l'interesse di tutta la comunità giovanile e, che si spera, giunga e mobiliti anche le istituzioni che hanno il compito di tutelare la "voce del futuro".