Alcolisti senza tetto, un problema reale a Barletta

Il responsabile della Caritas Lorenzo Chieppa: «Chiediamo la convocazione di un tavolo permanente con ASL, Prefettura e Servizi Sociali»

giovedì 23 settembre 2021 16.25
A cura di Ida Vinella
Farmacie poco sicure nei turni notturni: la segnalazione pubblicata questa mattina sulle nostre pagine viene commentata dal responsabile della Caritas di Barletta Lorenzo Chieppa, che conosce bene questa problematica grazie al costante monitoraggio del territorio anche tramite le operose Unità di Strada della Caritas.


«Leggo con grande preoccupazione l'articolo della farmacista, che evidenzia sostanzialmente una situazione di grave pericolo a cui ogni giorno va incontro appunto la categoria da Lei rappresentata - scrive Chieppa - Purtroppo la situazione ha raggiunto un limite di grande preoccupazione, Caritas Barletta rappresenta da anni la gravità del problema, non c'è momento che io personalmente non lo denunci, quello degli alcolisti-senza-tetto è una categoria "del disagio" che investe sia la sfera della solidarietà, nel momento del soccorso, che quella sanitaria nel momento dell'anamnesi del disagio stesso con conseguente ricorso alle cure.

Oggi purtroppo devo riscontrare un ulteriore problematica, quella dell'ordine pubblico: fa bene la farmacista ad appellarsi alla città affinché non si renda suo malgrado partecipe, appunto attraverso l'elemosina che si trasforma in alcol fornito inconsapevolmente dagli esercenti pubblici.

Noi pensiamo che il problema dell'alcolismo a Barletta sia molto più ampio e ovviamente riflette ampi settori, in primis quello sanitario, ma soprattutto quello istituzionale ed è per questo che ancora oggi, chiediamo la convocazione di un tavolo permanente in cui ASL, Prefettura, Caritas e Servizi Sociali concordano un protocollo operativo, volto a sanare e risolvere definitivamente il fenomeno attraverso il recupero della Persona con un piano particolareggiato che preveda l'inserimento in strutture specializzate dopo il primo soccorso a cura del Volontariato.

Non c'è più tempo da perdere - conclude Chieppa - ora è la società civile che lo chiede e la nostra preoccupazione monta anche in prossimità della stagione invernale, Loro sono una categoria a rischio e nelle fredde serate di gennaio quando le temperature scendono sono i primi a rimetterci la vita, purtroppo nella nostra città ben tre individui hanno seguito questa triste sorte».