Acqua e nucleare: il Consiglio comunale a favore dell’acqua pubblica e contro il nucleare

Spetterà però al prossimo consiglio comunale modificare lo statuto della città. Insoddisfazione nelle fila del "Coordinamento antinucleare salute – ambiente – energia"

giovedì 14 aprile 2011
A cura di Michele Scarlino
Tutto rimandato, o quasi. Il consiglio comunale tenutosi la sera di martedì 12 aprile, riunitosi su spinta dei comitati locali Acqua bene comune e dal "Coordinamento antinucleare salute – ambiente – energia" di Barletta, era chiamato ad esprimere un giudizio di carattere politico, senza alcuna valenza di tipo legale, sulla gestione dell'acqua e sulla questione nucleare, temi importanti anche in vista del referendum del prossimo Giugno.

Alla fine del dibattito l'assise ha prodotto un ordine del giorno che "impegna" il futuro consiglio comunale (quello l'attuale non può apportare modifiche statutarie, viste le imminenti elezioni), ovvero quello che sarà designato dalle prossima tornata elettorale, a modificare lo statuto della città inserendovi la contrarietà alla privatizzazione dell'acqua, dichiarandola bene comune non mercificabile e quindi senza alcuna rilevanza economica, e la contrarietà all'uso del nucleare per produrre energia, dichiarando il comune denuclearizzato, favorevole all'utilizzo delle energie rinnovabili. Oltre a questo il consiglio ha dichiarato l'appoggio alla campagna referendaria in riferimento ai quesiti relativi all'acqua e al nucleare.

Esprime però solo "soddisfazione a metà" Alessandro Zagaria, del "Coordinamento antinucleare salute – ambiente – energia", per il risultato ottenuto ieri sera. Questo per i comitati locali è solo un primo passo verso la campagna referendaria del Giugno prossimo, e i risultati raggiunti nel consiglio comunale di ieri sono ancora insufficienti: "Siamo insoddisfatti in primis per il basso livello del dibattito, i consiglieri erano pochi e male informati, dimostrando di non tenere realmente ai temi trattati" - in effetti ieri erano presenti solo 22 consiglieri su 40, ovvero oltre metà consiglio riteneva non interessante il dibattito - "e poi perché solo alcune nostre proposte sono state recepite. Sono state ad esempio ignorate quelle in merito all'Acquedotto Pugliese".

La politica locale è spesso disattenta a questi temi che vengono trattati solo sulla spinta dei movimenti spontanei nati sul territorio. Va ricordato che le questioni ambientali sono estremamente importanti per la nostra città, che vive una vera e propria crisi ambientale: tra inquinamento dovuto a traffico veicolare e industriale, e questione rifiuti (dove allocare e come smaltirli in futuro?), non possiamo certo commettere l'errore di ignorare questi problemi. Non solo, essi vanno affrontati uscendo dagli angusti ambiti territoriali e collaborando con le città vicine: se abbiamo ormai capito che le scelte energetiche fatte a Fukushima possono incidere sulle nostre vite, come possiamo ignorare quelle prese a Trani o a Canosa?

Va dato atto però che il consiglio, una volta chiamato in causa, ha mostrato ieri una volontà politica, cui mancano però ancora i fatti. Aspetteremo di sapere come e in che maniera, ad esempio, il comune intende "promuovere le campagne referendarie" da qui al Giugno prossimo.