8 settembre, giorno dell'Armistizio: la nota di ANMIG Barletta
«La memoria non è celebrazione sterile, ma seme di coscienza»
lunedì 8 settembre 2025
16.04
«L'8 settembre 1943 non fu soltanto l'annuncio di un armistizio. Fu il giorno in cui l'Italia, smarrita e attonita, scoprì la durezza della storia», si legge così nella nota a firma del Cav. Ruggiero Graziano, Presidente ANMIG sezione di Barletta. «In poche ore, un popolo intero passò dall'illusione della pace alla realtà amara del disfacimento: soldati lasciati senza ordini, famiglie travolte dall'incertezza, città e campagne consegnate al caos.
Molti dei nostri militari furono deportati nei campi di prigionia tedeschi, privati della patria e della dignità. Altri scelsero la via della Resistenza, sacrificando la vita per ridare al Paese libertà e futuro. L'8 settembre segnò così l'inizio di una nuova lotta, quella che avrebbe condotto, tra dolore e speranza, alla nascita della Repubblica e della nostra Costituzione.
Questa data non appartiene soltanto ai libri: è un monito che attraversa le generazioni. Allora regnò la confusione, la disgregazione, l'incapacità di sentirsi uniti. Oggi viviamo in un tempo di pace, ma non dobbiamo illuderci che essa sia eterna o scontata. L'indifferenza, gli egoismi, la superficialità possono logorare i valori conquistati con il sacrificio di chi ci ha preceduti.
Ricordare l'8 settembre significa educare i giovani alla responsabilità, al senso della comunità, al rispetto delle istituzioni. È un atto morale prima ancora che storico. Se ieri fu il tempo della divisione e del dolore, oggi deve essere il tempo della memoria condivisa; e domani, il tempo di un impegno nuovo, capace di custodire la pace e difendere la dignità dell'uomo.
Come Presidente dell'ANMIG di Barletta sento il dovere di consegnare questa riflessione: la memoria non è celebrazione sterile, ma seme di coscienza. Solo se sapremo coltivarla, il sacrificio di chi visse quell'8 settembre non sarà stato vano».
Molti dei nostri militari furono deportati nei campi di prigionia tedeschi, privati della patria e della dignità. Altri scelsero la via della Resistenza, sacrificando la vita per ridare al Paese libertà e futuro. L'8 settembre segnò così l'inizio di una nuova lotta, quella che avrebbe condotto, tra dolore e speranza, alla nascita della Repubblica e della nostra Costituzione.
Questa data non appartiene soltanto ai libri: è un monito che attraversa le generazioni. Allora regnò la confusione, la disgregazione, l'incapacità di sentirsi uniti. Oggi viviamo in un tempo di pace, ma non dobbiamo illuderci che essa sia eterna o scontata. L'indifferenza, gli egoismi, la superficialità possono logorare i valori conquistati con il sacrificio di chi ci ha preceduti.
Ricordare l'8 settembre significa educare i giovani alla responsabilità, al senso della comunità, al rispetto delle istituzioni. È un atto morale prima ancora che storico. Se ieri fu il tempo della divisione e del dolore, oggi deve essere il tempo della memoria condivisa; e domani, il tempo di un impegno nuovo, capace di custodire la pace e difendere la dignità dell'uomo.
Come Presidente dell'ANMIG di Barletta sento il dovere di consegnare questa riflessione: la memoria non è celebrazione sterile, ma seme di coscienza. Solo se sapremo coltivarla, il sacrificio di chi visse quell'8 settembre non sarà stato vano».