Tennistavolo, il Coronavirus paralizza l'attività agonistica e formativa

L'intero movimento pongistico nazionale s'interroga sul futuro della stagione agonistica FITET

sabato 14 marzo 2020 10.15
Fino a qualche tempo fa sarebbe stato solo un incubo o un film di fantascienza. E invece la rapida propagazione del coronavirus sull'intero territorio nazionale, con tantissimi contagi e con altrettanti lutti, è ormai una tragica realtà con la quale dover fare i conti.

Le drastiche restrizioni alle quali è stata sottoposta la popolazione italiana non hanno potuto non coinvolgere anche il microcosmo sportivo. Tutte le discipline si sono viste costrette, su precise disposizioni del CONI, delle relative Federazioni e degli Enti di Promozione, a fermare l'attività agonistica fino al prossimo 3 aprile. La chiusura delle strutture scolastiche (e quindi anche delle palestre annesse), disposta dal Governo fino alla data testé menzionata, ha costretto tutto l'associazionismo sportivo dilettantistico, fruitore degli impianti, a dovere interrompere bruscamente la necessaria preparazione.

Anche il tennistavolo, disciplina che sembrava poter rientrare nel ristrettissimo novero degli sports "privilegiati" senza contatto fisico, ha dovuto attenersi scrupolosamente ai decreti emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed interrompere qualsivoglia attività. Migliaia di atleti agonisti e centinaia di allenatori federali hanno dovuto, in un esiguo arco temporale, modificare il loro stile di vita, rinunciare ex abrupto ad allenamenti e gare, rintanarsi tra le mura domestiche ed aspettare tempi migliori. In queste ore caratterizzate dal timore del contagio e dalla profonda mestizia per i numerosi decessi, l'intero movimento pongistico nazionale s'interroga sul futuro della stagione agonistica FITET.

Bisogna disputare ancora tre giornate per ultimare la regular season dei Campionati a Squadre (sia a livello regionale che nazionale), bisogna dare corso a playout e playoff per definire promozioni e retrocessioni.Per quanto riguarda l'attività agonistica individuale, il calendario federale annovera numerosi Tornei Regionali e Nazionali. E, dulcis in fundo, non si possono non menzionare i prestigiosi CAMPIONATI ITALIANI Individuali FITET di tutte le categorie, in programma a Riccione nel prossimo mese di giugno.

In considerazione dell'emergenza coronavirus e dell'attuale "stop agonistico" (stop che, a causa dell'aggravarsi della situazione, andrà ben oltre il preannunciato 3 aprile), la Federazione Italiana Tennistavolo dovrà pianificare tempestivamente una programmazione "altra" della restante attività agonistica. Le misure draconiane attuate dal governo impongono alla FITET un necessario slittamento della conclusione della stagione che non può più rimanere ferma al prossimo 30 giugno. Sic rebus stantibus, non si commetta l'errore di ridimensionare il volume della restante attività agonistica nell'infelice tentativo di essere ligi ad una calendarizzazione, stravolta purtroppo dall'emergenza sanitaria.

Per non arrecare ulteriori danni ai sodalizi sportivi, penalizzati economicamente e tecnicamente da una pausa lunga ed ancora indefinibile, il "governo del tennistavolo nazionale" non dovrà adottare decisioni pasticciate, frettolose e/o lesive del lavoro svolto, a costo di inenarrabili sacrifici, da tutte le associazioni pongistiche operanti sul territorio nazionale. Al termine di quello che si può definire, senza timore di smentita, un vero e proprio "dramma sociale", la FITET non dovrà "tagliare" una sola giornata di campionato, un solo Torneo regionale o Nazionale, né tantomeno i Campionati Italiani prima citati. Dovrà, altresì, venire incontro a tutti i sodalizi con tangibili agevolazioni economiche e con simboliche contribuzioni che consentano di riprendere l'attività in maniera meno affannosa.

Anche la Polisportiva Dilettantistica ACSI ONMIC Barletta, una delle più anziane società del panorama pongistico nazionale (tra 16 mesi festeggerà il suo quarantesimo compleanno), confida nella flessibilità e nella sensibilità della Federazione per venire fuori, in tempi brevi, da questo "pericolosissimo" tunnel. E, soprattutto, per potere riprendere a diffondere e propagandare in tutte le sue forme (agonistica, formativa e ricreativa) la pratica sportiva, pratica da intendersi come essenziale componente dell'elevazione qualitativa della personalità umana.