Suggestioni, isterismi, delusione e quella disperata ricerca di equilibrio: l'estate del Barletta e dei suoi tifosi
La sconfitta con il Ferrandina porta con sè diverse riflessioni. A parlare, come sempre, sarà il campo
martedì 26 agosto 2025
1.50
Rigore numero 5 di Barletta-Ferrandina, dal dischetto va Michelino Dicuonzo, uno dei beniamini del "Puttilli", il suo tiro viene neutralizzato dal portiere lucano Galiano e i biancorossi sono fuori dalla Coppa Italia di serie D: l'estate del Barletta e dei suoi tifosi si è conclusa così, portando con sé diverse riflessioni ed un clima di nervosismo misto a scetticismo che fin lì era latente e che è definitivamente esploso. Certo, la delusione per quanto visto domenica scorsa c'è, ci si aspettava legittimamente di più ed indubbiamente le premesse erano altre. Il Ferrandina si poteva e doveva battere, ma alcune considerazioni sparse sul web e nelle chiacchiere (da bar e non), sono probabilmente eccessive. In attesa della prima di campionato sul campo della Virtus Francavilla (il prossimo 7 settembre), proviamo a dirimere alcune questioni dell'estate, facendo però una doverosa permessa: a contare, come sempre, sarà solo quello che decreterà il campo.
OBIETTIVI
L'obiettivo del Barletta in questa stagione sarà quello di primeggiare nel girone H. Non ci si può nascondere dietro ad un dito, le possibilità ci sono e tutte le dichiarazioni di questa lunga estate sono andate in questa direzione. Attenzione però, ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione. Il primo è che nessuno ha, improvvidamente, mai affermato "vinceremo il campionato". Le parole del presidente Romano, di Daleno e di Pizzulli sono state sempre indirizzate verso l'idea di un "progetto pluriennale". Non vincere quest'anno sarebbe un peccato, ma non si può giocare con il cappio al collo di dover portare necessariamente a casa il ritorno in serie C al primo colpo. Le esperienze passate di Cerignola e Casarano (realtà con proprietà solide e ricchissime rimaste per anni impelagate nella palude del girone H di serie D) devono essere da monito per tutti. Certo, la società ha il dovere di provarci, ma non c'è nessuna certezza matematica di riuscita.
PERCEZIONE
Il Barletta viene percepito da molti come squadra "non all'altezza". Premesso (va ripetuto fino allo sfinimento) che sarà il campo a parlare, sicuramente "mostrarsi" diversamente, magari enfatizzando gli acquisti e mostrandone le doti (vedi Da Silva, presentato con la sola foto) avrebbe dato una sensazione diversa. Ma sono discorsi secondari rispetto ad altri.
PIZZULLI E LE AMICHEVOLI
Molti hanno discusso anche la scelta di Massimo Pizzulli. Negli ultimi 5 anni ha ottenuto a Martina risultati importanti, centrando due play-off consecutivi in serie D, categoria che ha riportato lui in Valle d'Itria dopo il gran duello con il Barletta. Certo Martina non è Barletta, la pressione qui è elevatissima, ma una possibilità gliela si può dare. Immaginate se la società avesse puntato su un tecnico inesperto, cosa sarebbe successo? Facile da pronosticare. Piccolo inciso meritano le amichevoli. Anche questo è un discorso opinabile. Meglio perdere 10-0 con una squadra di serie A o vince con una di Eccellenza? Non c'è una scienza esatta, a volte dipende anche da come le cose vengono poste (è sempre lo stesso discorso).
CAMBIO RADICALE
Non potevamo tenere il blocco dello scorso anno? I motivi della mancata riconferma di alcuni elementi sono sotto gli occhi di tutti (vero Strambelli?), così come la dubbia utilità di far sottoscrivere biennali a calciatori over 35. Certo cambiare è un rischio, ma la strategia è quella di svecchiare e paragonare il blocco del 2024-2025 a quello del 2021-2022 non è corretto, basta vedere l'età media.
ATTACCANTI E SUGGESTIONI
"Siamo passati da Patierno a La Monica". Un'affermazione che rispecchia una delle "pazzie" (in senso buono) di questa estate. Chicco Patierno non è mai stato cercato dal Barletta, ha un contratto triennale in serie B con l'Avellino è non è un calciatore alla portata del club. Chiarito questo aspetto, si può discutere sul resto. Gli altri nomi accostati ai biancorossi sono stati Rajkovic (finito poi alla Sarnese) e soprattutto Palermo, che dopo un lungo corteggiamento biancorosso è tornato a Martina Franca. Quella legata alla punta argentina è stata una delle vicende più controverse, a spingerlo verso la Valle d'Itria, stando a quanto trapela dal club biancorosso, è stata una sua richiesta di ritocco dell'ingaggio verso l'alto e soprattutto la volontà di Pizzulli di affidarsi a La Monica in quanto più funzionale alla sua idea di convivenza con Da Silva. Quest'ultimo aspetto sarà solo il campo a chiarirlo (giudicare solo in base alla balbettante prova di domenica, la prima dei due insieme, è alquanto avventato), nell'attesa però bisogna ricordare che La Monica ha messo a segno 12 reti con Pizzulli in panchina lo scorso anno e che per quanto il ricordo lasciato a Barletta non sia dei migliori, è una richiesta dell'allenatore e di lui bisogna fidarsi. L'unico a spostare gli equilibri sarebbe stato Malcore, che un accordo con il Barletta lo aveva pure trovato, ma alla fine ha scelto di rimanere in C a Casarano. Gli altri sono tutti sollo stesso livello ed in quel caso è il più funzionale (o presunto tale) a prevalere.
UN MERCATO DA BIG
Nello scorso febbraio a margine della vittoria in Coppa Italia Dilettanti a San Cataldo il presidente Romano, intervistato dai media presenti, raccontava della sua idea di portare a Barletta calciatori provenienti dal professionismo e di fondare su di loro la squadra per la D. Alla fine, dalla C è sceso (per ora) solo Manetta, ma il mercato del Barletta parla chiaro. In biancorosso (solo relativamente ai senior) oltre al già citato Manetta dal Picerno sono arrivati: Fernandes (vincitore girone H con il Casarano), Bonnin, Fantacci, Cancelli e Da Silva (quarti con la Fidelis Andria), Piarulli, Figliola e La Monica (terzi con il Martina Franca), Guadalupi (vincitore girone F con la Sambenedettese): tutti calciatori di alta classifica cui vanno aggiunti Venanzio e Laringe impelagati lo scorso anno nelle zone basse con Brindisi e Acerrana, Sasanelli reduce da esperienze travagliate in C ed in cerca di rilancio e Telera unico superstite dell'Audace Barletta. Dati e numeri alla mano (gli unici che contano per i giudizi extracampo) è un mercato da big. Sulla resa poi si potrà discutere e dipenderà anche dal mister, ma le basi ci sono e sono indiscutibili.
IL PARAGONE (IRRIVERENTE) CON DUE ANNI FA E LA QUESTIONE UNDER
Analizzato il mercato nel dettaglio, il paragone che in questi giorni sta emergendo con la squadra retrocessa in Eccellenza due anni fa è davvero irriverente. In quella estate arrivarono, oltre al malcapitato Schelotto, giocatori provenienti dall'Altamura sesto in classifica dell'anno precedente come Lacassia e Guido, giocatori reduci da una retrocessione come Marconato dal Francavilla in Sinni e Bramati del Lavello o dai play-out come De Marino dalla Nocerina. Senza contare elementi a fine carriera come Marsili che, infatti, di lì a poco passerà a fare il tecnico o oggetti misteriosi come Evangelista. Molti altri non li abbiamo citati anche perchè da giugno a gennaio nel 2023-2024 il Barletta tesserò oltre 50 giocatori, quindi meglio evitare. Anche sugli under ci sarebbe da discorrere. Elementi come Inguscio e Alpha Kondilla, Barbariello e il mitologico Lippo li ricordiamo bene. Sugli under odierni che già stanno facendo storcere il naso ci riserviamo di giudicare vedendoli all'opera, ricordando però, ad esempio, che uno di loro è Fernandes (portiere con già due campionati vinti all'attivo), poi ci sono calciatori che conosciamo come Dicuonzo e attendiamo di vedere all'opera Di Jeva e Iovieno. Definirli oggi non all'altezza è quantomeno prematuro.
IL BLOCCO FIDELIS ANDRIA
Altra mitologica perplessità è quella relativa ai blocchi. Eppure, basterebbe risalire agli ultimi campionati. Il T. Altamura promosso in serie C aveva i "nostri" Lattanzio, Loiodice, Maccioni e Petta. Il Casarano promosso in serie C aveva gli ex altamurani Fernandes, Loiodice e Logoluso. Basterebbe questa analisi superficiale per comprendere come possa essere utile usufruire di "blocchi" provenienti da squadre di vertice dell'anno precedente. Non è certo un'equazione matematica, ma di certo aiuta.
LA CONSAPEVOLEZZA
Della società che questa squadra vada completata c'è. Nei giorni scorsi a più riprese è stato dichiarato il possibile arrivo di un quarto centrale, di un nuovo esterno d'attacco e di un centrocampista. Così la rosa sarebbe completa e ci sarebbe la dimostrazione della volontà di non lasciare nulla al caso. Vedremo cosa accadrà, ma di certo la consapevolezza non manca.
L'EQUILIBRIO
A volte, si "accusano" stampa ed addetti ai lavori di avere un atteggiamento diverso a quello di due anni fa. L'analisi di chi ha l'onore e l'onere di commentare è fatta sulla base di dati come quelli fin qui elencati e non su antipatie o simpatie personali. Il tifoso può e deve legittimamente fare quello che vuole, ma per gli addetti ai lavori serve avere equilibrio nei giudizi, basarli su analisi accurate e dettagliate e sulla ricerca dell'equilibrio. Non bisogna entusiasmarsi al primo risultato positivo e deprimersi a davanti al primo negativo.
LA PAROLA AL CAMPO
Tra due settimane inizierà l'avventura in campionato. Nessuno di noi ha la sfera di cristallo, il campo fornirà il suo verdetto e solo in quel momento si potrà comprendere la bontà o meno del lavoro svolto. Questo è il bello del calcio, lo è nella stagione 2025-2026 e lo è stato anche in passato.
OBIETTIVI
L'obiettivo del Barletta in questa stagione sarà quello di primeggiare nel girone H. Non ci si può nascondere dietro ad un dito, le possibilità ci sono e tutte le dichiarazioni di questa lunga estate sono andate in questa direzione. Attenzione però, ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione. Il primo è che nessuno ha, improvvidamente, mai affermato "vinceremo il campionato". Le parole del presidente Romano, di Daleno e di Pizzulli sono state sempre indirizzate verso l'idea di un "progetto pluriennale". Non vincere quest'anno sarebbe un peccato, ma non si può giocare con il cappio al collo di dover portare necessariamente a casa il ritorno in serie C al primo colpo. Le esperienze passate di Cerignola e Casarano (realtà con proprietà solide e ricchissime rimaste per anni impelagate nella palude del girone H di serie D) devono essere da monito per tutti. Certo, la società ha il dovere di provarci, ma non c'è nessuna certezza matematica di riuscita.
PERCEZIONE
Il Barletta viene percepito da molti come squadra "non all'altezza". Premesso (va ripetuto fino allo sfinimento) che sarà il campo a parlare, sicuramente "mostrarsi" diversamente, magari enfatizzando gli acquisti e mostrandone le doti (vedi Da Silva, presentato con la sola foto) avrebbe dato una sensazione diversa. Ma sono discorsi secondari rispetto ad altri.
PIZZULLI E LE AMICHEVOLI
Molti hanno discusso anche la scelta di Massimo Pizzulli. Negli ultimi 5 anni ha ottenuto a Martina risultati importanti, centrando due play-off consecutivi in serie D, categoria che ha riportato lui in Valle d'Itria dopo il gran duello con il Barletta. Certo Martina non è Barletta, la pressione qui è elevatissima, ma una possibilità gliela si può dare. Immaginate se la società avesse puntato su un tecnico inesperto, cosa sarebbe successo? Facile da pronosticare. Piccolo inciso meritano le amichevoli. Anche questo è un discorso opinabile. Meglio perdere 10-0 con una squadra di serie A o vince con una di Eccellenza? Non c'è una scienza esatta, a volte dipende anche da come le cose vengono poste (è sempre lo stesso discorso).
CAMBIO RADICALE
Non potevamo tenere il blocco dello scorso anno? I motivi della mancata riconferma di alcuni elementi sono sotto gli occhi di tutti (vero Strambelli?), così come la dubbia utilità di far sottoscrivere biennali a calciatori over 35. Certo cambiare è un rischio, ma la strategia è quella di svecchiare e paragonare il blocco del 2024-2025 a quello del 2021-2022 non è corretto, basta vedere l'età media.
ATTACCANTI E SUGGESTIONI
"Siamo passati da Patierno a La Monica". Un'affermazione che rispecchia una delle "pazzie" (in senso buono) di questa estate. Chicco Patierno non è mai stato cercato dal Barletta, ha un contratto triennale in serie B con l'Avellino è non è un calciatore alla portata del club. Chiarito questo aspetto, si può discutere sul resto. Gli altri nomi accostati ai biancorossi sono stati Rajkovic (finito poi alla Sarnese) e soprattutto Palermo, che dopo un lungo corteggiamento biancorosso è tornato a Martina Franca. Quella legata alla punta argentina è stata una delle vicende più controverse, a spingerlo verso la Valle d'Itria, stando a quanto trapela dal club biancorosso, è stata una sua richiesta di ritocco dell'ingaggio verso l'alto e soprattutto la volontà di Pizzulli di affidarsi a La Monica in quanto più funzionale alla sua idea di convivenza con Da Silva. Quest'ultimo aspetto sarà solo il campo a chiarirlo (giudicare solo in base alla balbettante prova di domenica, la prima dei due insieme, è alquanto avventato), nell'attesa però bisogna ricordare che La Monica ha messo a segno 12 reti con Pizzulli in panchina lo scorso anno e che per quanto il ricordo lasciato a Barletta non sia dei migliori, è una richiesta dell'allenatore e di lui bisogna fidarsi. L'unico a spostare gli equilibri sarebbe stato Malcore, che un accordo con il Barletta lo aveva pure trovato, ma alla fine ha scelto di rimanere in C a Casarano. Gli altri sono tutti sollo stesso livello ed in quel caso è il più funzionale (o presunto tale) a prevalere.
UN MERCATO DA BIG
Nello scorso febbraio a margine della vittoria in Coppa Italia Dilettanti a San Cataldo il presidente Romano, intervistato dai media presenti, raccontava della sua idea di portare a Barletta calciatori provenienti dal professionismo e di fondare su di loro la squadra per la D. Alla fine, dalla C è sceso (per ora) solo Manetta, ma il mercato del Barletta parla chiaro. In biancorosso (solo relativamente ai senior) oltre al già citato Manetta dal Picerno sono arrivati: Fernandes (vincitore girone H con il Casarano), Bonnin, Fantacci, Cancelli e Da Silva (quarti con la Fidelis Andria), Piarulli, Figliola e La Monica (terzi con il Martina Franca), Guadalupi (vincitore girone F con la Sambenedettese): tutti calciatori di alta classifica cui vanno aggiunti Venanzio e Laringe impelagati lo scorso anno nelle zone basse con Brindisi e Acerrana, Sasanelli reduce da esperienze travagliate in C ed in cerca di rilancio e Telera unico superstite dell'Audace Barletta. Dati e numeri alla mano (gli unici che contano per i giudizi extracampo) è un mercato da big. Sulla resa poi si potrà discutere e dipenderà anche dal mister, ma le basi ci sono e sono indiscutibili.
IL PARAGONE (IRRIVERENTE) CON DUE ANNI FA E LA QUESTIONE UNDER
Analizzato il mercato nel dettaglio, il paragone che in questi giorni sta emergendo con la squadra retrocessa in Eccellenza due anni fa è davvero irriverente. In quella estate arrivarono, oltre al malcapitato Schelotto, giocatori provenienti dall'Altamura sesto in classifica dell'anno precedente come Lacassia e Guido, giocatori reduci da una retrocessione come Marconato dal Francavilla in Sinni e Bramati del Lavello o dai play-out come De Marino dalla Nocerina. Senza contare elementi a fine carriera come Marsili che, infatti, di lì a poco passerà a fare il tecnico o oggetti misteriosi come Evangelista. Molti altri non li abbiamo citati anche perchè da giugno a gennaio nel 2023-2024 il Barletta tesserò oltre 50 giocatori, quindi meglio evitare. Anche sugli under ci sarebbe da discorrere. Elementi come Inguscio e Alpha Kondilla, Barbariello e il mitologico Lippo li ricordiamo bene. Sugli under odierni che già stanno facendo storcere il naso ci riserviamo di giudicare vedendoli all'opera, ricordando però, ad esempio, che uno di loro è Fernandes (portiere con già due campionati vinti all'attivo), poi ci sono calciatori che conosciamo come Dicuonzo e attendiamo di vedere all'opera Di Jeva e Iovieno. Definirli oggi non all'altezza è quantomeno prematuro.
IL BLOCCO FIDELIS ANDRIA
Altra mitologica perplessità è quella relativa ai blocchi. Eppure, basterebbe risalire agli ultimi campionati. Il T. Altamura promosso in serie C aveva i "nostri" Lattanzio, Loiodice, Maccioni e Petta. Il Casarano promosso in serie C aveva gli ex altamurani Fernandes, Loiodice e Logoluso. Basterebbe questa analisi superficiale per comprendere come possa essere utile usufruire di "blocchi" provenienti da squadre di vertice dell'anno precedente. Non è certo un'equazione matematica, ma di certo aiuta.
LA CONSAPEVOLEZZA
Della società che questa squadra vada completata c'è. Nei giorni scorsi a più riprese è stato dichiarato il possibile arrivo di un quarto centrale, di un nuovo esterno d'attacco e di un centrocampista. Così la rosa sarebbe completa e ci sarebbe la dimostrazione della volontà di non lasciare nulla al caso. Vedremo cosa accadrà, ma di certo la consapevolezza non manca.
L'EQUILIBRIO
A volte, si "accusano" stampa ed addetti ai lavori di avere un atteggiamento diverso a quello di due anni fa. L'analisi di chi ha l'onore e l'onere di commentare è fatta sulla base di dati come quelli fin qui elencati e non su antipatie o simpatie personali. Il tifoso può e deve legittimamente fare quello che vuole, ma per gli addetti ai lavori serve avere equilibrio nei giudizi, basarli su analisi accurate e dettagliate e sulla ricerca dell'equilibrio. Non bisogna entusiasmarsi al primo risultato positivo e deprimersi a davanti al primo negativo.
LA PAROLA AL CAMPO
Tra due settimane inizierà l'avventura in campionato. Nessuno di noi ha la sfera di cristallo, il campo fornirà il suo verdetto e solo in quel momento si potrà comprendere la bontà o meno del lavoro svolto. Questo è il bello del calcio, lo è nella stagione 2025-2026 e lo è stato anche in passato.