Rizzieri: «Con un progetto giusto tornerei a Barletta in futuro, soffro per questi colori»
L'ex direttore sportivo biancorosso tra passato e presente
venerdì 29 maggio 2015
13.00
La sua avventura a Barletta è durata nove mesi, con un legame forte con la piazza, un inverno da "gestore" della società insieme all'allora dt Gennaro Delvecchio e un esonero maturato il 13 marzo nel sollevamento dal ruolo "in blocco" con mister Marco Sesia e l'intero staff tecnico. A due mesi e mezzo dal suo addio ai colori di via Vittorio Veneto l'ex ds biancorosso Marco Rizzieri si racconta tra passato e presente, non chiudendo le porte a un futuro ancora in biancorosso:
Marco Rizzieri, sono passati quasi tre mesi da quell'esonero: come segue il Barletta?
«Al Barletta tengo tantissimo, ho avuto un legame molto forte con quei colori e con la piazza. Sono stato bene, ho trovato un ambiente positivo e propositivo, ci hanno fatto sentire il loro calore quando era ora e ci hanno "cazziato" quando ce n'era bisogno».
E' stata la sua prima esperienza al Sud: che differenze ha notato?
«Oltre alla categoria, anche la gente: ti coinvolge molto di più ed è presente in 2-3000 unità allo stadio, si vive sette giorni su sette di calcio. Ho trovato anche degli amici nel pubblico, ho avuto un ottimo rapporto con la stampa e la piazza in generale. Se dai tutto, la gente lo riconosce. Sono stato molto bene, peccato perché speravo di onorare i tre anni di contratto che avevo con la società. Purtroppo alcune cose non sono andate per il verso giusto, ma è inutile star qui a rivangare: ci sarebbero tante cose da dire, ma va bene così. Quel 13 marzo Perpignano fece una scelta, di mandare via mister Sesia e lo staff: lì mi sono sentito toccato e ho chiesto di andar via anche io, così mi ha esonerato».
Di certo si può dire che voi del vecchio staff siete andati oltre i vostri ruoli, facendo da collante.
«Abbiamo compattato il gruppo, formato da professionisti straordinari. Noi eravamo partiti per salvare la categoria e alla fine l'obiettivo è stato raggiunto».
Tornando a quel 13 marzo, che sensazione le provocò la mobilitazione dei tifosi per convincervi a restare?
«Non è retorica, ma tanti di loro sono ragazzi eccezionali. A Barletta mi hanno fatto sentire a casa, dentro e fuori dal campo. Sono state sensazioni splendide, quel giorno ero emozionato e ho sentito la sincera stima di tante persone».
Dopo le recenti vicende dentro e fuori dal campo, come sta vivendo da lontano il presente del Barletta?
«Non so nulla di tutte le cose che ho letto sui giornali, sono sincero: mi dispiace sentire tante cose sul Barletta, mi ferisce perché sento vicina questa piazza».
Ha già avuto contatti in vista della prossima stagione?
«Qualche scambio di battute è avvenuto con società del Nord in Lega Pro: tante squadre sono in difficoltà economica e si attende l'esito di playoff e playout. Sono contento dell'attenzione nei miei confronti, ho ancora un contratto con il Barletta (si attende l'incentivo all'esodo, ndr) ma la speranza è l'ultima a morire: ripeto, se un domani ci dovesse essere un progetto giusto a Barletta e mi dovessero contattare, io tornerei immediatamente. Firmerei in bianco: sono convinto che il Barletta abbia un futuro e io per questi colori ci sono sempre».
Quale messaggio si sente di dare alla piazza?
«Sono sempre vicino a loro, sono ancora in contatto con tante persone di Barletta e tengo molto alle sorti di questo club: ho investito tempo e forze in questa stagione, spero che quanto prima si conosca il futuro dei colori biancorossi».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Marco Rizzieri, sono passati quasi tre mesi da quell'esonero: come segue il Barletta?
«Al Barletta tengo tantissimo, ho avuto un legame molto forte con quei colori e con la piazza. Sono stato bene, ho trovato un ambiente positivo e propositivo, ci hanno fatto sentire il loro calore quando era ora e ci hanno "cazziato" quando ce n'era bisogno».
E' stata la sua prima esperienza al Sud: che differenze ha notato?
«Oltre alla categoria, anche la gente: ti coinvolge molto di più ed è presente in 2-3000 unità allo stadio, si vive sette giorni su sette di calcio. Ho trovato anche degli amici nel pubblico, ho avuto un ottimo rapporto con la stampa e la piazza in generale. Se dai tutto, la gente lo riconosce. Sono stato molto bene, peccato perché speravo di onorare i tre anni di contratto che avevo con la società. Purtroppo alcune cose non sono andate per il verso giusto, ma è inutile star qui a rivangare: ci sarebbero tante cose da dire, ma va bene così. Quel 13 marzo Perpignano fece una scelta, di mandare via mister Sesia e lo staff: lì mi sono sentito toccato e ho chiesto di andar via anche io, così mi ha esonerato».
Di certo si può dire che voi del vecchio staff siete andati oltre i vostri ruoli, facendo da collante.
«Abbiamo compattato il gruppo, formato da professionisti straordinari. Noi eravamo partiti per salvare la categoria e alla fine l'obiettivo è stato raggiunto».
Tornando a quel 13 marzo, che sensazione le provocò la mobilitazione dei tifosi per convincervi a restare?
«Non è retorica, ma tanti di loro sono ragazzi eccezionali. A Barletta mi hanno fatto sentire a casa, dentro e fuori dal campo. Sono state sensazioni splendide, quel giorno ero emozionato e ho sentito la sincera stima di tante persone».
Dopo le recenti vicende dentro e fuori dal campo, come sta vivendo da lontano il presente del Barletta?
«Non so nulla di tutte le cose che ho letto sui giornali, sono sincero: mi dispiace sentire tante cose sul Barletta, mi ferisce perché sento vicina questa piazza».
Ha già avuto contatti in vista della prossima stagione?
«Qualche scambio di battute è avvenuto con società del Nord in Lega Pro: tante squadre sono in difficoltà economica e si attende l'esito di playoff e playout. Sono contento dell'attenzione nei miei confronti, ho ancora un contratto con il Barletta (si attende l'incentivo all'esodo, ndr) ma la speranza è l'ultima a morire: ripeto, se un domani ci dovesse essere un progetto giusto a Barletta e mi dovessero contattare, io tornerei immediatamente. Firmerei in bianco: sono convinto che il Barletta abbia un futuro e io per questi colori ci sono sempre».
Quale messaggio si sente di dare alla piazza?
«Sono sempre vicino a loro, sono ancora in contatto con tante persone di Barletta e tengo molto alle sorti di questo club: ho investito tempo e forze in questa stagione, spero che quanto prima si conosca il futuro dei colori biancorossi».
(Twitter: @GuerraLuca88)