"Quando ero Cassius", Fabio Tavelli emoziona Barletta

Il giornalista sul ring del Bagno 27 per un'inedita rappresentazione teatrale

lunedì 22 giugno 2015
Sono stati sufficienti un paio di guantoni, un ring di ridotte dimensioni, un asciugamano e soprattutto una storia di un'ora e mezza che riassume 22 anni di vita. L'esistenza del più grande, di un mito dello sport di ogni tempo. Boxe, vita, religione, umanità: tutto in una sola persona e due nomi, Cassius Clay e Muhammad Alì, riuniti venerdì sera a Barletta nella cornice del Bagno 27 dal giornalista di Sky Sport Fabio Tavelli: l'anchorman bresciano è salito sul ring balneare di "Quando ero Cassius", un inedito spettacolo teatrale raccontato davanti a oltre 200 persone. A introdurre la serata il giornalista Luca Guerra.

Nel monologo di Tavelli c'è spazio per i grandi pugili dell'epoca, da Joe Frazier allo stesso Liston. Ma anche per tante figure che hanno incrociato Cassius Clay ai bordi del ring: dal predicatore Malcom X ai Beatles, fino a Bill McDonald, il fondatore della famosa catena di fast-food che nel 1964, a Miani, organizzò la sfida mondiale tra Cassius Clay e Liston. "Quando ero Cassius" è il ritratto di un'epoca, unito a un'aneddotica ricca e vivace (come diceva il grande Rino Tommasi, ripete Tavelli, «Mai rovinare una bella storia con la verità») e vive in eterna tensione tra passione per lo sport e amore per la vita: il ritratto di un'epoca, tra momenti leggendari per lo sport mondiale e segrete stanze della vita del gigante di Louisville.

"Quando ero Cassius" arriva a Barletta
"Quando ero Cassius" arriva a Barletta
Nato nel 1942 da padre pittore di insegne e madre domestica, Cassius Marcellus Clay Junior ha vissuto un'infanzia complicata, caratterizzata dalla segregazione razziale che affliggeva gli Stati Uniti d'America: il casuale incontro con il poliziotto Joe Martin, all'età di 12 anni a seguito di un furto subito dal giovane Cassius, lo indirizzò alla boxe: è allora che nasce una vicenda densa, sul ring con la vittoria dell'oro olimpico ai Giochi di Roma nel 1960, la conquista del titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978 e per un'ultima breve parentesi ancora nel 1978. Una storia da numero uno sul ring, un'esperienza umana intensa fuori: la sua conversione all'Islam e il rifiuto di combattere nella Guerra del Vietnam su tutti. Decenni attraversati da simboli come Malcolm X e i Beatles, oltre a grandi pugili dell'epoca come Sonny Liston e Joe Frazier, con la costante presenza sullo sfondo di un percorso spirituale che ha accompagnato la storia umana e personale di una leggenda dello sport mondiale. Proprio sull'incontro Liston-Clay del 25 febbraio 1964 si concentra l'attenzione di Tavelli, che ha dominato il ring e accompagnato dal maestro Pino Cava ha fatto vibrare le corde del cuore degli oltre 200 spettatori presenti come quelle di un'arena. Un'ora abbondante di aneddoti, inediti e sfide vissute al crepuscolo.

Oggi Muhammad Alì è condannato a non essere più sé stesso dal terribile morbo di Parkinson, ma per tutti gli amanti dello sport e della boxe resterà sempre colui che volava come una farfalla e pungeva come un'ape, come amava definirlo il suo braccio destro Drew Bundini Brown.