Quadri: «Barletta, epilogo triste: c'era entusiasmo, la piazza merita il professionismo»
Il centrocampista biancorosso tra un anno di contratto e la Lupa Roma
mercoledì 17 giugno 2015
Tra i tanti punti interrogativi riguardanti il Barletta Calcio e suddivisi tra rettangolo verde e casse, in casa biancorossa c'è anche quello riferito ad Alberto Quadri, faro del centrocampo nella stagione andata in archivio un mese fa nonché uno degli uomini con maggiore esperienza e carisma in rosa: classe 1983, 31 presenze e una rete (contro l'Ischia) in stagione, il 32enne bresciano è legato da contratto al club di via Vittorio Veneto fino a giugno 2016, ma immaginarlo a Barletta nel futuro appare impresa ardua. L'abbiamo raggiunto durante le vacanze, per un'intervista tra bilanci e progetti futuri:
Alberto Quadri, l'annata del Barletta è terminata in maniera inimmaginabile rispetto alle premesse di un anno fa.
«In estate c'erano dei presupposti completamente diversi: siamo arrivati tutti a Barletta con grande entusiasmo. Si parlava di progetto triennale, poi durante l'annata abbiamo mantenuto le attese sul campo, conquistando la salvezza, per poi cercare nel tempo di migliorarci. Sono venute meno tantissime cose, ci sono stati troppi problemi e siamo arrivati a un finale che nessuno avrebbe voluto».
La tua annata è partita in sordina, poi sei cresciuto quanto a rendimento e qualità: che voto dai alla tua stagione?
«Non do voti, ma credo sia stata abbastanza positiva. All'inizio ho fatto fatica e c'era una mancanza di amalgama generale dovuta alla presenza di tanti calciatori nuovi in rosa: quando tutti quanti siamo riusciti poi a fare quadrato, sul campo è venuto fuori un grande campionato. Oltre all'annata personale buona, quello che rimane è un gruppo sano, che ha sempre cercato di onorare al meglio la maglia».
Componente fondamentale è stata il pubblico.
«Ci sono stati sempre vicini, ci hanno spronato nel momento di difficoltà e lì siamo ripartiti tutti insieme, togliendoci grandi soddisfazioni. Nessuno meritava questo epilogo: loro hanno una passione immensa e noi abbiamo dato il massimo per salvarci».
Il momento più bello e quello più brutto dell'annata.
«Quello più bello è rappresentato da un periodo, quello del record di 11 risultati utili consecutivi: ce lo siamo costruiti con tanto sacrificio, e direi che le vittorie nel derby di Foggia e contro la Salernitana sono state le due giornate più belle vissute quest'anno. Il momento più brutto è quello che stiamo vivendo adesso, con un futuro denso di incertezze dopo che tutti ci siamo fatti in 4 per condurre in porto la salvezza. Durante l'anno ci sono stati tanti momenti difficili, ma non brutti come questo».
La stagione del Barletta sul campo è terminata il 9 maggio: da allora hai avuto contatti con il presidente Perpignano?
«Il mio procuratore ha avuto dei contatti per capire l'evoluzione della situazione e capire quale potrà essere il futuro. Io non ho sentito nessuno della società: ho parlato con il presidente a fine campionato per capire i programmi, ma siamo rimasti nel limbo dell'incertezza».
Avevi già vissuto situazioni del genere in carriera?
«Così no, avevamo avuto dei problemi a Campobasso, dove ero il capitano: tanti calciatori erano stati sfrattati, io ero il capitano e dovevo fare da collante. A gennaio il presidente mi disse chiaramente che non c'era modo di andare avanti e mi permise di trasferirmi al Catanzaro. Ebbe l'onestà di fare un passo indietro.
La giustizia farà il suo corso, ma che effetto ti ha fatto vedere il nome del Barletta inserito nel listone dell'inchiesta "Dirty Soccer"?
«Fa male e dispiace tanto: da parte nostra ci abbiamo messo tutto per regalare gioie ai nostri tifosi. Queste dinamiche sono una sconfitta per l'intero calcio italiano. Spero ci siano pene molto dure per gli effettivi colpevoli».
Il nome che ora ti viene accostato con maggiore costanza è quello della Lupa Roma: sarà lì il tuo futuro?
«A gennaio avevo avuto offerte da Foggia e Messina e ne avevo parlato con il presidente, dicendo che volevo restare a Barletta, ma chiedendo delle garanzie. Avendo moglie e figlio, volevo avere conoscenza dello stato economico del club: lui mi aveva detto di non preoccuparmi, invece ad oggi ci sono state tantissime difficoltà. Sono però contento di essere rimasto per il gruppo. Ora siamo in trattativa avanzata con la Lupa Roma, ma devo prima riuscire a parlare con il presidente per trovare una soluzione (rescissione consensuale, ndr)».
Parlate di Barletta anche con i tuoi ex compagni?
«Mi sento con tutti: siamo stati un gruppo solido per 10 mesi e sono in contatto con tantissimi dei ragazzi e con lo staff di mister Sesia, del ds Rizzieri e dei loro collaboratori. Quando vivi qualcosa di bello come la salvezza di quest'anno, resta una bella amicizia. Parliamo molto di Barletta e siamo tutti amareggiati: c'è ancora un briciolo di speranza, ma ogni giorno che passa mi sembra che si affievolisca».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Alberto Quadri, l'annata del Barletta è terminata in maniera inimmaginabile rispetto alle premesse di un anno fa.
«In estate c'erano dei presupposti completamente diversi: siamo arrivati tutti a Barletta con grande entusiasmo. Si parlava di progetto triennale, poi durante l'annata abbiamo mantenuto le attese sul campo, conquistando la salvezza, per poi cercare nel tempo di migliorarci. Sono venute meno tantissime cose, ci sono stati troppi problemi e siamo arrivati a un finale che nessuno avrebbe voluto».
La tua annata è partita in sordina, poi sei cresciuto quanto a rendimento e qualità: che voto dai alla tua stagione?
«Non do voti, ma credo sia stata abbastanza positiva. All'inizio ho fatto fatica e c'era una mancanza di amalgama generale dovuta alla presenza di tanti calciatori nuovi in rosa: quando tutti quanti siamo riusciti poi a fare quadrato, sul campo è venuto fuori un grande campionato. Oltre all'annata personale buona, quello che rimane è un gruppo sano, che ha sempre cercato di onorare al meglio la maglia».
Componente fondamentale è stata il pubblico.
«Ci sono stati sempre vicini, ci hanno spronato nel momento di difficoltà e lì siamo ripartiti tutti insieme, togliendoci grandi soddisfazioni. Nessuno meritava questo epilogo: loro hanno una passione immensa e noi abbiamo dato il massimo per salvarci».
Il momento più bello e quello più brutto dell'annata.
«Quello più bello è rappresentato da un periodo, quello del record di 11 risultati utili consecutivi: ce lo siamo costruiti con tanto sacrificio, e direi che le vittorie nel derby di Foggia e contro la Salernitana sono state le due giornate più belle vissute quest'anno. Il momento più brutto è quello che stiamo vivendo adesso, con un futuro denso di incertezze dopo che tutti ci siamo fatti in 4 per condurre in porto la salvezza. Durante l'anno ci sono stati tanti momenti difficili, ma non brutti come questo».
La stagione del Barletta sul campo è terminata il 9 maggio: da allora hai avuto contatti con il presidente Perpignano?
«Il mio procuratore ha avuto dei contatti per capire l'evoluzione della situazione e capire quale potrà essere il futuro. Io non ho sentito nessuno della società: ho parlato con il presidente a fine campionato per capire i programmi, ma siamo rimasti nel limbo dell'incertezza».
Avevi già vissuto situazioni del genere in carriera?
«Così no, avevamo avuto dei problemi a Campobasso, dove ero il capitano: tanti calciatori erano stati sfrattati, io ero il capitano e dovevo fare da collante. A gennaio il presidente mi disse chiaramente che non c'era modo di andare avanti e mi permise di trasferirmi al Catanzaro. Ebbe l'onestà di fare un passo indietro.
La giustizia farà il suo corso, ma che effetto ti ha fatto vedere il nome del Barletta inserito nel listone dell'inchiesta "Dirty Soccer"?
«Fa male e dispiace tanto: da parte nostra ci abbiamo messo tutto per regalare gioie ai nostri tifosi. Queste dinamiche sono una sconfitta per l'intero calcio italiano. Spero ci siano pene molto dure per gli effettivi colpevoli».
Il nome che ora ti viene accostato con maggiore costanza è quello della Lupa Roma: sarà lì il tuo futuro?
«A gennaio avevo avuto offerte da Foggia e Messina e ne avevo parlato con il presidente, dicendo che volevo restare a Barletta, ma chiedendo delle garanzie. Avendo moglie e figlio, volevo avere conoscenza dello stato economico del club: lui mi aveva detto di non preoccuparmi, invece ad oggi ci sono state tantissime difficoltà. Sono però contento di essere rimasto per il gruppo. Ora siamo in trattativa avanzata con la Lupa Roma, ma devo prima riuscire a parlare con il presidente per trovare una soluzione (rescissione consensuale, ndr)».
Parlate di Barletta anche con i tuoi ex compagni?
«Mi sento con tutti: siamo stati un gruppo solido per 10 mesi e sono in contatto con tantissimi dei ragazzi e con lo staff di mister Sesia, del ds Rizzieri e dei loro collaboratori. Quando vivi qualcosa di bello come la salvezza di quest'anno, resta una bella amicizia. Parliamo molto di Barletta e siamo tutti amareggiati: c'è ancora un briciolo di speranza, ma ogni giorno che passa mi sembra che si affievolisca».
(Twitter: @GuerraLuca88)