Perpignano: «Lascio la squadra al sindaco, non ci sono le condizioni per andare avanti»
Il presidente del Barletta Calcio getta la spugna dopo un annus horribilis
mercoledì 10 giugno 2015
15.49
Lascia la società e Barletta, dopo 11 mesi difficili da digerire per la piazza. Ha rotto il silenzio dopo tre mesi da non pervenuto tra le mura mediatiche della Città della Disfida e dall'ultima apparizione ufficiale davanti ai microfoni, nella quale aveva minimizzato per l'ennesima volta la situazione debitoria e si era detto disposto a cedere la società. Oggi il presidente del Barletta Calcio Giuseppe Perpignano è tornato a parlare, scegliendo i microfoni di Amica 9 Tv e rinunciando all'opzione di una conferenza stampa ipotizzatagli da persone con lui in contatto in questi giorni, ritenendo evidentemente "sgraditi" taluni cronisti locali. Lontani sono i tempi delle conferenze stampa aperte al pubblico, come avvenuto nello scorso ottobre, in cui evidentemente il presidente cercava consensi prima di andare incontro a una tempesta economica.
«Vista la situazione che si è venuta a creare da diverso tempo, vedendo che nessuno è dalla mia parte, direi che la soluzione migliore è quella di lasciare la squadra al sindaco Pasquale Cascella e quindi lasciare il Barletta». Perpignano si è detto «rammaricato per questo: per colpa mia e una serie di avvenimenti questa situazione non è andata bene. Perché non ho lanciato l'allarme prima? Ero convinto che con la vendita di alcuni tesserati a gennaio potessi salvare il tutto, poi arrivando alcune voci in Liguria si sono creati degli intoppi. Berardo? Si è tirato indietro, visto anche il disappunto della piazza nei miei confronti». C'è anche una nota di merito per Macalli: «E' un presidente di Lega che tiene a tutte le società di Lega Pro: lo ringrazio dal punto di vista umano, mi ha dato una grossa mano dopo il 16 febbraio.
La scena madre della stagione si è vissuta a marzo, con l'allontanamento di un intero staff tecnico: «Il cambio Sesia-Corda? E' stata una questione più che altro personale: Marco mi ha colpito dal punto di vista umano per la sua lettera di mora. In quel momento arrivi al punto di fare valutazioni anche per le quali qualcuno ti potrebbe dare una mano-dice Perpignano parlando di Corda-ma è stata più una questione umana che tecnica. Corda è comunque un signor allenatore ed è stata una persona che ha combattuto anche lui contro le vicissitudini del momento, anche grazie a lui la squadra si è salvata facendo risultati importanti». Solo un cenno all'inchiesta "Dirty Soccer", altra mazzata sulla schiena della tifoseria barlettana: «Spero che questa storia finisca presto, il campionato del Barletta non è minimamente in dubbio e spero che la società ne venga fuori integra». Il futuro ha una certezza, ovviamente amara: una penalizzazione già in dote per l'annata 2015-2016. «Per la prossima stagione-ammette Perpignano-ci sarà il -2 di marzo, perchè non abbiamo pagato De Martino e Dell'Agnello».
A quanto ammonta il debito del Barletta Calcio? «Ieri sono stato dal dottor Chieppa, che ringrazio pubblicamente, per capire quali erano le situazioni per poter iscrivere la squadra. La società ha dei debiti, ma per iscrivere la squadra sarebbe stato necessario versare una certa cifra per coprire l'indebitamento con Covisoc e Lega, pari a circa 660mila euro entro il 30 giugno, e versare 400mila per la fideiussione. Abbiamo debiti rateizzati con l'erario (Iva, contributi e la terza rata da depositare) e gli stipendi di marzo e aprile che saranno pagati, oltre a quelli di maggio e giugno. A occhio, abbiamo ancora 350mila euro dalla fideiussione versata per la stagione in archivio (da altri calcoli fatti in precedenza, risulterebbero 250mila circa, ndr). Sto cercando di saldare alcuni debiti con i fornitori in questi giorni». Barletta che ha diversi tesserati con richieste sul mercato: «Ci sono calciatori come Fall, Liverani, De Rose, che hanno contratti biennali e per i quali ho avuto offerte-aggiunge Perpignano-con le cui cessioni si potrebbe ancora risanare tutto. Ho parlato anche con Lotito di Fall, ma ovviamente ora tutto è fermo».
Guardando alla gestione dell'immobiliarista genovese, compare una fucina di errori: «Non avevo capito probabilmente bene a cosa andavo incontro passando dai Dilettanti alla Lega Pro: non sono stati percepiti in toto alcuni contributi attesi dalla Lega, abbiamo avuto 150mila euro dalla Lega e non 600mila come da attese. Ho fatto una squadra forse sin troppo forte per il campionato, ma la paura di retrocedere ha fatto sì che perdessimo i contributi del minutaggio. Sono venuti meno questi fondi, e avendo tempi molto stretti in estate ho dovuto dare 250mila euro a Tatò per il passaggio di quote e 600mila euro in contanti per la fideiussione. Abbiamo incassato abbonamenti per 70mila euro, sponsor per 400mila euro, ho venduto Floriano a gennaio per 100mila euro: questi sono i soldi entrati nelle casse del Barletta». Socio di minoranza era Federico Trani: «I rapporti si sono deteriorati» chiosa Perpignano.
Ora la squadra tornerà nelle mani dell'amministrazione comunale, anche se al momento in cui scriviamo non vi sono ancora atti o delibere ufficiali che testimonino il passaggio: «Il Comune mi aveva garantito che sarebbe stato rifatto lo stadio, inoltre abbiamo percepito 30mila euro sugli 82mila che attendevamo-spiega Perpignano tornando al suo arrivo a Barletta-Io ho fatto mille sforzi per trovare soluzioni, sono rientrato dopo il 16 febbraio quando ero stato invogliato ad andar via. Sicuramente a Barletta non c'era nessuno che mi avesse voluto dare una mano direttamente. Con l'aiuto di qualcuno, questa squadra può continuare a giocare la Lega Pro". Il Barletta nei fatti si trova a un bivio: resettare o ripartire. «Io ho preso la società con dei contratti in carico-spiega Perpignano-qualcuno potrà prendersi le rate da 6mila euro con l'Inps o le rate con l'Enpals. La società è in vendita a zero, sebbene con debiti. L'anno prossimo arriveranno anche i soldi di Sportube. Se arriva una persona con passione e soldi, la Lega Pro è ancora salvabile. Visto che la città non mi vuole, lascio la squadra. Non ci sono altre soluzioni. Gli imprenditori interessati possono rivolgersi al dottor Chieppa, che mi sta seguendo».
(Twitter: @GuerraLuca88)
«Vista la situazione che si è venuta a creare da diverso tempo, vedendo che nessuno è dalla mia parte, direi che la soluzione migliore è quella di lasciare la squadra al sindaco Pasquale Cascella e quindi lasciare il Barletta». Perpignano si è detto «rammaricato per questo: per colpa mia e una serie di avvenimenti questa situazione non è andata bene. Perché non ho lanciato l'allarme prima? Ero convinto che con la vendita di alcuni tesserati a gennaio potessi salvare il tutto, poi arrivando alcune voci in Liguria si sono creati degli intoppi. Berardo? Si è tirato indietro, visto anche il disappunto della piazza nei miei confronti». C'è anche una nota di merito per Macalli: «E' un presidente di Lega che tiene a tutte le società di Lega Pro: lo ringrazio dal punto di vista umano, mi ha dato una grossa mano dopo il 16 febbraio.
La scena madre della stagione si è vissuta a marzo, con l'allontanamento di un intero staff tecnico: «Il cambio Sesia-Corda? E' stata una questione più che altro personale: Marco mi ha colpito dal punto di vista umano per la sua lettera di mora. In quel momento arrivi al punto di fare valutazioni anche per le quali qualcuno ti potrebbe dare una mano-dice Perpignano parlando di Corda-ma è stata più una questione umana che tecnica. Corda è comunque un signor allenatore ed è stata una persona che ha combattuto anche lui contro le vicissitudini del momento, anche grazie a lui la squadra si è salvata facendo risultati importanti». Solo un cenno all'inchiesta "Dirty Soccer", altra mazzata sulla schiena della tifoseria barlettana: «Spero che questa storia finisca presto, il campionato del Barletta non è minimamente in dubbio e spero che la società ne venga fuori integra». Il futuro ha una certezza, ovviamente amara: una penalizzazione già in dote per l'annata 2015-2016. «Per la prossima stagione-ammette Perpignano-ci sarà il -2 di marzo, perchè non abbiamo pagato De Martino e Dell'Agnello».
A quanto ammonta il debito del Barletta Calcio? «Ieri sono stato dal dottor Chieppa, che ringrazio pubblicamente, per capire quali erano le situazioni per poter iscrivere la squadra. La società ha dei debiti, ma per iscrivere la squadra sarebbe stato necessario versare una certa cifra per coprire l'indebitamento con Covisoc e Lega, pari a circa 660mila euro entro il 30 giugno, e versare 400mila per la fideiussione. Abbiamo debiti rateizzati con l'erario (Iva, contributi e la terza rata da depositare) e gli stipendi di marzo e aprile che saranno pagati, oltre a quelli di maggio e giugno. A occhio, abbiamo ancora 350mila euro dalla fideiussione versata per la stagione in archivio (da altri calcoli fatti in precedenza, risulterebbero 250mila circa, ndr). Sto cercando di saldare alcuni debiti con i fornitori in questi giorni». Barletta che ha diversi tesserati con richieste sul mercato: «Ci sono calciatori come Fall, Liverani, De Rose, che hanno contratti biennali e per i quali ho avuto offerte-aggiunge Perpignano-con le cui cessioni si potrebbe ancora risanare tutto. Ho parlato anche con Lotito di Fall, ma ovviamente ora tutto è fermo».
Guardando alla gestione dell'immobiliarista genovese, compare una fucina di errori: «Non avevo capito probabilmente bene a cosa andavo incontro passando dai Dilettanti alla Lega Pro: non sono stati percepiti in toto alcuni contributi attesi dalla Lega, abbiamo avuto 150mila euro dalla Lega e non 600mila come da attese. Ho fatto una squadra forse sin troppo forte per il campionato, ma la paura di retrocedere ha fatto sì che perdessimo i contributi del minutaggio. Sono venuti meno questi fondi, e avendo tempi molto stretti in estate ho dovuto dare 250mila euro a Tatò per il passaggio di quote e 600mila euro in contanti per la fideiussione. Abbiamo incassato abbonamenti per 70mila euro, sponsor per 400mila euro, ho venduto Floriano a gennaio per 100mila euro: questi sono i soldi entrati nelle casse del Barletta». Socio di minoranza era Federico Trani: «I rapporti si sono deteriorati» chiosa Perpignano.
Ora la squadra tornerà nelle mani dell'amministrazione comunale, anche se al momento in cui scriviamo non vi sono ancora atti o delibere ufficiali che testimonino il passaggio: «Il Comune mi aveva garantito che sarebbe stato rifatto lo stadio, inoltre abbiamo percepito 30mila euro sugli 82mila che attendevamo-spiega Perpignano tornando al suo arrivo a Barletta-Io ho fatto mille sforzi per trovare soluzioni, sono rientrato dopo il 16 febbraio quando ero stato invogliato ad andar via. Sicuramente a Barletta non c'era nessuno che mi avesse voluto dare una mano direttamente. Con l'aiuto di qualcuno, questa squadra può continuare a giocare la Lega Pro". Il Barletta nei fatti si trova a un bivio: resettare o ripartire. «Io ho preso la società con dei contratti in carico-spiega Perpignano-qualcuno potrà prendersi le rate da 6mila euro con l'Inps o le rate con l'Enpals. La società è in vendita a zero, sebbene con debiti. L'anno prossimo arriveranno anche i soldi di Sportube. Se arriva una persona con passione e soldi, la Lega Pro è ancora salvabile. Visto che la città non mi vuole, lascio la squadra. Non ci sono altre soluzioni. Gli imprenditori interessati possono rivolgersi al dottor Chieppa, che mi sta seguendo».
(Twitter: @GuerraLuca88)