Passione biancorossa per "Matti da...Lega Pro": intervista a Manuel Monzani (Sky Sport 24)
Ieri uno speciale sul Barletta Calcio in onda sulla tv satellitare
mercoledì 8 gennaio 2014
12.20
Si prende il via dalla Disfida, con il condottiero Prospero Colonna nei panni di primo "commissario tecnico" della storia di Barletta, si passa da Cosimo Puttilli, che dà il nome allo stadio, virando fino ai giorni nostri con i nomi di Enzo Camilleri- con cenni al suo passaggio per le maglie di Chelsea e Juventus e di Roberto Tatò, presidente dimissionario con il quale- in combine con l'avvocato Francesco Sfrecola- il sodalizio biancorosso ha ritrovato la terza serie del calcio professionistico. Questi sono stati i principali frame dello speciale che nella giornata di ieri ha visto il Barletta Calcio protagonista della puntata della rubrica "Matti da Lega...Pro", in onda alle 18 su Sky Sport 24 HD (canale 200 della piattaforma satellitare). Girone dopo girone, Sky va alla scoperta dei protagonisti della competizione e tutte le notizie che ruotano attorno al mondo della Lega Pro, in un viaggio in cui l'hashtag #mattidalegapro, inoltre, permetterà ai tifosi di partecipare alla diretta, postando commenti e foto sulla propria squadra.
Per i biancorossi una bella vetrina all'interno di una trasmissione molto seguita che sta pian piano illustrando il modo di lavorare e l'ambiente sportivo di tutti i club di terza e quarta serie. A ripercorrere le tappe del club fondato nel 1922 e i suoi ruggenti anni '80, quando il Barletta conquistò il soprannome di "Furie rosse" incamerando 71 partite utili di fila in casa tra il 1980 e il 1984 (50 vittorie e 21 pareggi) , all'interno dello studio condotto da Salvatore Sanzo, è stato il giornalista Manuel Monzani, al quale abbiamo posto qualche domanda sul Barletta Calcio, sulla passione biancorossa e sulla Lega Pro (clicca qui per visualizzare lo speciale):
Ciao Manuel, cosa ti ha colpito maggiormente della storia del Barletta Calcio?
«Senz'altro la stretta unione tra simbolo e storia della città. La disfida di Barletta risale a più di 500 anni fa, ma tutta la vicenda è profondamente sportiva. La sfida, il torneo a squadre e poi la vittoria dei cavalieri italiani selezionati dalla famiglia Colonna, contro quelli francesi. Una sorta di amichevole internazionale del Rinascimento».
Nell'occhio del ciclone in città oggi c'è lo stadio "Puttilli". Che te ne è parso della struttura?
«Dalle foto e dal video concesso a Sky da Giuseppe Savino l'impianto mi è sembrato chiaramente fuori epoca, come molti altri dei nostri campionati professionistici. Ma ho visto anche una zona spogliatoi moderna, forse l'inizio della restituzione alla comunità dell'impianto originale da 17.000 posti».
Su chi punteresti tra i calciatori oggi in rosa?
«Studiando la squadra ho conosciuto Vincenzo Camilleri che sembra il tipico giocatore sceso di categoria per ritrovarsi. Certo magari i tempi del trasferimento a Londra sono lontani (nel 2008 il Chelsea lo prelevò da Reggio Calabria), ma può comunque fare la differenza e da lui si può partire per sistemare la classifica».
Quest'anno Sky sta prestando grande attenzione alla Lega Pro: che differenze riscontri in Prima tra girone A e girone B?
«La differenza, lavorando con le squadre, è soprattutto organizzativa. Poche società di 2^ Divisione, forse solo quelle di grandi città, riescono ad essere attente e presenti come quelle di 1^ Divisione. Il fattore economico è determinante. Non tanto nella potenza, quanto nella distribuzione delle risorse. La mentalità e la diversa visione delle dirigenze porta a investire su altri campi, trascurando la comunicazione. Detto questo, anche in 2^ Divisione esistono esempi virtuosi che superano società di categoria superiore».
La riforma sta influendo sulla qualità della competizione?
«Non credo sia un problema di qualità, quanto di regolarità e serenità. Un campionato senza retrocessioni (come la 1^ Divisione), può perdere in fretta di credibilità se le squadre che non lottano per i primi posti non hanno necessità di mantenere la categoria. Allo stesso tempo, un campionato (2^ Divisione) con il baratro della retrocessione a metà classifica può trasformare l'ultima parte di stagione in una pentola bollente. Avrei scremato con vincoli economici più stringenti, ma la dirigenza Lega Pro avrà valutato al meglio ogni opportunità».
(Twitter: @GuerraLuca88)
Per i biancorossi una bella vetrina all'interno di una trasmissione molto seguita che sta pian piano illustrando il modo di lavorare e l'ambiente sportivo di tutti i club di terza e quarta serie. A ripercorrere le tappe del club fondato nel 1922 e i suoi ruggenti anni '80, quando il Barletta conquistò il soprannome di "Furie rosse" incamerando 71 partite utili di fila in casa tra il 1980 e il 1984 (50 vittorie e 21 pareggi) , all'interno dello studio condotto da Salvatore Sanzo, è stato il giornalista Manuel Monzani, al quale abbiamo posto qualche domanda sul Barletta Calcio, sulla passione biancorossa e sulla Lega Pro (clicca qui per visualizzare lo speciale):
Ciao Manuel, cosa ti ha colpito maggiormente della storia del Barletta Calcio?
«Senz'altro la stretta unione tra simbolo e storia della città. La disfida di Barletta risale a più di 500 anni fa, ma tutta la vicenda è profondamente sportiva. La sfida, il torneo a squadre e poi la vittoria dei cavalieri italiani selezionati dalla famiglia Colonna, contro quelli francesi. Una sorta di amichevole internazionale del Rinascimento».
Nell'occhio del ciclone in città oggi c'è lo stadio "Puttilli". Che te ne è parso della struttura?
«Dalle foto e dal video concesso a Sky da Giuseppe Savino l'impianto mi è sembrato chiaramente fuori epoca, come molti altri dei nostri campionati professionistici. Ma ho visto anche una zona spogliatoi moderna, forse l'inizio della restituzione alla comunità dell'impianto originale da 17.000 posti».
Su chi punteresti tra i calciatori oggi in rosa?
«Studiando la squadra ho conosciuto Vincenzo Camilleri che sembra il tipico giocatore sceso di categoria per ritrovarsi. Certo magari i tempi del trasferimento a Londra sono lontani (nel 2008 il Chelsea lo prelevò da Reggio Calabria), ma può comunque fare la differenza e da lui si può partire per sistemare la classifica».
Quest'anno Sky sta prestando grande attenzione alla Lega Pro: che differenze riscontri in Prima tra girone A e girone B?
«La differenza, lavorando con le squadre, è soprattutto organizzativa. Poche società di 2^ Divisione, forse solo quelle di grandi città, riescono ad essere attente e presenti come quelle di 1^ Divisione. Il fattore economico è determinante. Non tanto nella potenza, quanto nella distribuzione delle risorse. La mentalità e la diversa visione delle dirigenze porta a investire su altri campi, trascurando la comunicazione. Detto questo, anche in 2^ Divisione esistono esempi virtuosi che superano società di categoria superiore».
La riforma sta influendo sulla qualità della competizione?
«Non credo sia un problema di qualità, quanto di regolarità e serenità. Un campionato senza retrocessioni (come la 1^ Divisione), può perdere in fretta di credibilità se le squadre che non lottano per i primi posti non hanno necessità di mantenere la categoria. Allo stesso tempo, un campionato (2^ Divisione) con il baratro della retrocessione a metà classifica può trasformare l'ultima parte di stagione in una pentola bollente. Avrei scremato con vincoli economici più stringenti, ma la dirigenza Lega Pro avrà valutato al meglio ogni opportunità».
(Twitter: @GuerraLuca88)