Pasquale Cascella: «I colori di Barletta restano vivi, il calcio non morirà»

«Ringrazio chiunque abbia dato il proprio contributo»

mercoledì 5 agosto 2015 20.12
A cura di Luca Guerra
Dopo giorni di affannosa rincorsa, l'obiettivo è stato raggiunto e la paura scacciata: il Barletta calcio non morirà, il Barletta calcio continuerà ad esistere. Un risultato, quello raggiunto grazie alla raccolta promossa dal Barletta club "I Biancorossi", dai gruppi ultras e dall'amministrazione comunale, che può definirsi sicuramente straordinario e dal quale bisognerà ripartire per scrivere una nuova pagina del calcio barlettano. Ne è consapevole Pasquale Cascella che ha così commentato il raggiungimento della quota necessaria ad iscrivere il Barletta 1922 al campionato di Eccellenza Pugliese.

«I colori sportivi di Barletta restano vivi: l'Associazione "Barletta 1922" è riuscita a completare la sottoscrizione straordinaria che le consentirà di iscriversi al campionato di calcio dilettantistico regionale. Si poteva indubbiamente fare di più raccogliendo maggiori risorse, ma già questo risultato dell'unione delle forze - dai cittadini alle imprese locali, dal semplice contributo di qualche euro a più consistenti sostegni finanziari - consente di tornare in campo e di riscattare i titoli sportivi che la città ha conquistato nel tempo. Nelle prossime ore saranno perfezionate le procedure con la Federazione Italiana Gioco Calcio per l'iscrizione al campionato in rappresentanza della città, e confidiamo che la sensibile attenzione già manifestata dalla FIGC nei confronti della città di Barletta sia confermata. Si potrà giocare al "Manzi-Chiapulin", dotato di manto erboso artificiale e di un impianto di illuminazione notturna, in attesa che al "Puttilli" siano completati i lavori di ristrutturazione e lo stadio torni a essere pienamente agibile.

Certo è che l'Amministrazione sta già verificando con le strutture tecniche della Federazione tutti gli adempimenti necessari nell'una e nell'altra struttura sportiva. Dunque, Barletta può tornare ad avere la sua squadra di calcio. Non posso che ringraziare quanti hanno contribuito a individuare la via d'uscita da una crisi mortificante per la tradizione sportiva cittadina. L'impegno manifestatosi in tempi particolarmente stringenti, costituisce già un segnale per la nuova prova organizzativa di una società che punti a nuovi e più ambiziosi traguardi. Questa volta il compito non è stato delegato, ma è stato assunto in proprio da una "squadra" civilmente solidale. Chi ha voluto, ha dato ciò che poteva alla città della Disfida. E imprese come queste servono a spronare ancora altri a mettersi alla prova con la capacità di unire gli sforzi per valorizzare la migliore tradizione sportiva della città».