Martino: «Temo la reazione della Salernitana, noi siamo in crescita»

Il dg del Barletta Calcio tra il match dell'"Arechi" e le ultime ore di un mercato sin qui fermo

martedì 28 gennaio 2014 10.40
A cura di Luca Guerra
Una squadra in ripresa, una piazza che ha rivisto finalmente una prova "maschia" dopo tante partite improntate alla sofferenza e all'orizzonte due avversari di blasone e tradizione come Salernitana e Lecce. Di questo ha parlato il direttore generale del Barletta Calcio, Gabriele Martino, intervenuto ieri sera sulle frequenza di Radio Bussola 24 durante la trasmissione 'Gli Sportaccioni". Per Martino quello in terra cilentana sarà un ritorno al "passato", vista l'esperienza nella Lazio 2004-2005 al fianco dell'attuale presidente granata Lotito: «Conosco Lotito per averci lavorato alla Lazio nel suo primo anno. Angelo Gregucci è un tecnico con all'attivo categorie superiori, ma come spesso accade ad ognuno di noi ci sta che in qualche anno si imbrocchi in un periodo negativo, così come è successo a Gregucci o a Perrone. Faccio gli scongiuri sul fatto di incontrare la Salernitana nella settimana in cui c'è stato il cambio di allenatore – ha concluso il dirigente pugliese – A Pisa nella settimana del cambio allenatore abbiamo avuto l'unica sconfitta degli ultimi due mesi».

I biancorossi nell'ultima gara hanno battuto la corazzata Frosinone e ora si avviano alla sfida di Salerno: «Sicuramente per noi sarà una partita complicata. Giocare all'Arechi rappresenta motivo d'orgogolio, ma è pur sempre difficile – ha spiegato il ds biancorosso – al di là di quel che sta accadendo negli ultimi giorni, la Salernitana ha un organico importante. Non ha avuto la continuità dalla sua parte, come nella gara di andata contro il Barletta. Tuttavia c'è qualità nei calciatori che la compongono. Noi siamo in crescita e stiamo facendo benino. La nostra è una squadra di giovani che avevano bisogno di crescere e lavorare in serenità. Ogni giorno siamo accanto ai ragazzi che stanno raccogliendo il frutto del proprio impegno».

Un Barletta che ha cambiato marcia nel 2014 dopo un avvio deficitario: «Rientrava nei programmi del nostro presidente e della società costruire una squadra con basi solide. C'è un progetto importante in un momento in cui il calcio è in piena crisi dal punto di vista finanziario. È imperativo per tutte le società lavorare in tal senso». Un progetto percorribile anche grazie a un campionato in cui non esistono retrocessioni: «Al di là dell'aspetto anagrafico creare un progetto tecnico è fondamentale per qualsiasi società e per la nostra soprattutto. Ci si meraviglia ed ha attirato le attenzioni di tutti il fatto che abbia giocato da noi un sedicenne, giovanissimo per la cultura italiana. Ho sempre pensato che l'aspetto anagrafico fosse importante. Essere giovani è un pregio e soprattutto in questo caso in cui ci sono anche le qualità». Domenica il Barletta è atteso a una prova di maturità e crescita su un terreno "caldo" come l'"Arechi": «Giocare a Salerno- spiega Martino non è cosa di poco conto, lo ritengo un fatto stimolante. Io credo che i ragazzi non dovrebbero subire la pressione psicologica e piuttosto essere contenti di giocare in uno stadio del genere per potersi esprimere al meglio, per cui la pressione della tifoseria nei confronti della squadra non è un fatto negativo».

In queste ore il dg biancorosso è atteso a Milano, dove si vivono le ultime 96 ore della sessione invernale di calciomercato: stando alla linea impostata da patron Tatò (tante entrate e altrettante uscite) dovrebbero essere inserite in rosa tre pedine che sostituiscano perlomeno sul piano numerico Allegretti, Prutsch e Picci, mentre si attendono novità sul futuro del baby Guglielmi, cercato da club di categoria superiore.
(Twitter: @GuerraLuca88)