La Barletta biancorossa dice addio a Claudio Tobia

Ci lascia a 80 anni il mister artefice dell’inizio di un sogno chiamato Serie B

sabato 16 marzo 2024 18.31
A cura di Cosimo Campanella
In genere nella vita ci si accorge di stare invecchiando quando ci lasciano per sempre le persone a noi più care. Quelle che vanno via lasciando di sé i ricordi più belli, alcune in quanto presenza costante nelle nostre vite, altre che durano decisamente meno, ma lasciano comunque un segno indelebile del loro passaggio. E' il caso di mister Claudio Tobia, pescarese classe 1944. Una carriera da calciatore consumata per lo più sui campi in terra battuta dell'Italia meridionale degli anni Sessanta, e una ben più proficua seconda vita da allenatore di buon livello con un buoni trascorsi anche in Serie A sulla panchina dell'Avellino nella stagione 1982/83, quando porta i biancoverdi irpini - che al tempo avevano tra le proprie fila gente come Stefano Tacconi, Beniamino Vignola, Luciano Favero, Bruno Limido (due anni dopo tutti poi laureatisi campioni d'Europa con la Juventus nella tragica serata dell'Heysel) il peruviano Geronimo Barbadillo e Salvatore Di Somma, tanto per citarne alcuni - a una comoda salvezza dopo essere subentrato a stagione in corso proprio a mister Pippo Marchioro. Quando si dice il destino…

Claudio Tobia arriva sulla panchina del Barletta nell'estate del 1985, poche settimane dopo una sfortunata retrocessione in C/2 con la Reggina.
Il neo presidente Franco Di Cosola mette a disposizione del nuovo allenatore biancorosso una rosa rinnovata e decisamente rinforzata rispetto a quella che aveva evitato la retrocessione in C/2 solo all'ultima giornata. Escono di scena infatti capitan Paolo Cariati (che nel frattempo ha appeso le scarpette al chiodo), Marmaglio, Giani, Scorrano e l'ex Juve e Lazio Fernando Viola. Arrivano invece nella città della Disfida il portiere Renzi, i terzini Cazzani, Cocco e Incarbona, il libero Marino, il mediano Castagnini, l'ala destra (nonchè barlettanissimo) Gaetano Paolillo, l'esperto regista Paolo Doto e soprattutto l'estroso Gaetano Di Maria. Confermatissimo in avanti il tandem Romiti-Alivernini che la stagione precedente aveva trascinato il Barletta alla salvezza a suon di gol.

Che dire, una squadra sulla carta di assoluto rilievo per la categoria, di quelle che oggi si direbbero da "all in".

Quanto possa essere forte il Barletta edizione 1985/86 appare subito chiaro nelle prime giornate del torneo quando i biancorossi superano all'allora Comunale il Brindisi (2-0) e il forte ed esperto Taranto (1-0) ben al di là di quanto dica il punteggio finale. Il problema è che questa discrasia tra il bel gioco espresso e il risultato finale finisce con l'impantanare il Barletta in una infinita serie di pareggi che consentono a Messina e Taranto di occupare in pianta stabile le prime due posizioni della classifica.

Dopo la grande vittoria di Brindisi, e il solito pareggio interno con mille occasioni sprecate, questa volta contro il Sorrento, il sogno della Serie B si infrange allo "Iacovone" di Taranto sotto il peso di un brutale 0-4 a favore di Maiellaro, Totò Lopez e compagni.

Quasi inconsciamente sollevato dall'aver preso atto che per la Serie B bisognerà con ogni probabilità attendere un altro anno, il Barletta da squadra bella ma fin troppo sterile si trasforma all'improvviso in una spettacolare macchina da gol, seppellendo una dopo l'altra il Monopoli, il Casarano, il Licata guidato da un giovane Zdenek Zeman, il Benevento e la Salernitana concludendo il torneo al terzo posto, a questo punto non senza rimpianti, a soli tre punti da Taranto secondo in classifica e promosso in Serie B dietro il Messina.

A parziale consolazione, e soprattutto a testimonianza del buon lavoro fatto dal presidente Di Cosola e da mister Tobia, la stagione di Serie C/1 1985/86 si conclude con Marco Romiti capocannoniere del torneo e Gaetano Di Maria eletto miglior giocatore dell'intera Serie C.

Parlavamo in precedenza di destino a proposito del succitato avvicendamento tra Marchioro e Tobia sulla panchina dell'Avellino di qualche stagione prima. E il destino arriverà a compimento l'anno successivo quando Claudio Tobia passerà il testimone sulla panchina biancorossa proprio a mister Pippo Marchioro, previa breve e controversa parentesi di Romano Fogli durata solo sette partite.

Il 7 giugno 1987 Pippo Marchioro e suoi ragazzi porteranno a compimento con la storica promozione in Serie B il grande lavoro iniziato da Claudio Tobia due estati prima. Un Claudio Tobia che la Serie B l'aveva conquistata, proprio a Barletta, sulla panchina del Catanzaro appena sette giorni prima, nel festoso 1-1 del "Comunale" che diede il la ai festeggiamenti, prima di spegnere definitivamente (sempre quel 7 di giugno di trentasette anni fa) con il roboante 5-2 del "Ceravolo" di Catanzaro le residue speranze di promozione della Casertana.

Claudio Tobia sarebbe successivamente tornato sulla panchina del Barletta in Serie D, nella stagione 1999/2000, alla guida di una squadra che in quegli anni ebbe più presidenti che punti in classifica. Un periodo che preferiamo non approfondire per non scalfire e offuscare il ricordo di un grande professionista che costruì le fondamenta di un grande sogno chiamato Serie B.