"L'angolo del capitano": Savino Daleno commenta lo 0-0 di Prato-Barletta
«Soddisfatti del risultato, ma il gioco non è all'altezza del Barletta»
martedì 21 gennaio 2014
5.58
Tornano gli editoriali di Barlettalife.it dedicati al calcio. Per questa stagione sono stati confermati i due editorialisti per eccezione. Dopo l'avvocato Francesco Sfrecola, ex presidente biancorosso e legato a doppio filo al recente passato del sodalizio di via Vittorio Veneto, l'altro nome di spicco è quello di Savino Daleno, vecchia bandiera biancorossa, da sempre legato alle sorti del club biancorosso. Daleno ha militato in due epoche nelle fila del Barletta, prima tra il 1995 e il 1997 quando aveva vestito la maglia del Barletta nel campionato di Eccellenza, mentre tra il 2006 e il 2009 era stato il capitano, conquistando anche la promozione dalla serie D alla C2 grazie a un ripescaggio. 133 presenze e 8 reti per lui in biancorosso. Sulle colonne virtuali di Barlettalife.it torna l'appuntamento editoriale fisso che lo vede settimanalmente protagonista, "L'angolo del capitano". A partire dal primo impegno di campionato,Savino Daleno commenta le vicende di casa-Barletta. Quest'oggi l'esperto centrocampista commenta il pareggio ottenuto dai biancorossi in quel di Prato, al termine di una partita che il Barletta nel finale rischiava anche di perdere:
«Per quello che concerne il risultato, c'è da essere soddisfatti. Era una partita in cui tutti speravano in un risultato positivo. È arrivato, anche se, come al solito. abbiamo sofferto e dobbiamo ringraziare Liverani per le sue parate. Qualche settimana fa speravamo di iniziare ad inanellare una serie di risultati positivi, adesso la squadra lo sta facendo. Almeno dal punto di vista caratteriale qualcosa sta venendo fuori. Per quel che riguarda il gioco, secondo me non saremo mai soddisfatti, perché come qualità non siamo ancora all'altezza di una squadra di Lega Pro».
«Vuoi per gli schemi tattici, vuoi per la mancanza di qualità dei singoli, stiamo sempre qui a commentare un Barletta che non riesce a segnare, che fa della fase difensiva la sua forza. Se pensiamo che il Barletta ha segnato solo 9 gol in 20 partite, possiamo tranquillamente affermare che, se ci fosse stata la retrocessione in ballo, noi saremmo stati già retrocessi – o quasi-. A fare da contraltare a questa situazione c'è una buona fase difensiva . Almeno lì, il Barletta si è fatto rispettare. Però sarebbe assurdo il contrario, visto che ci difendiamo quasi sempre in 11 ed è difficile farci gol. Se a questo ci aggiungiamo le grandi prestazioni di Liverani, ecco che anche un punto riusciamo a portarlo a casa, come è avvenuto a Prato».
«I cambi difensivi fanno parte della mentalità dell'allenatore. Anche l'impostazione tattica porta quasi sempre ad avere un gioco speculare. Il mister quando prepara la partita, lo fa soprattutto cercando di non perdere. Forse si è reso conto della qualità dei ragazzi che ha a disposizione, e cerca di fare quanti meno danni possibile. Ora in società hanno cambiato rotta: si è passati da un campionato dove dovevamo lottare per i primi 9 posti ad un piano di valorizzazione dei giovani. Almeno con l'innesto di Guglielmi e con le buone prestazioni di qualche altro ragazzo almeno ci si può salvare la faccia. Sono giovani che possono dare almeno un po' di entusiasmo. Noi tifosi ci auguriamo di vedere almeno questo».
«Pippa domenica è tornato in campo: lui, insieme a qualche altro giocatore che è ancora fuori, può essere l'acquisto di gennaio per il Barletta. Il rientro di La Mantia e, si spera, una situazione più chiara per quel che riguarda Allegretti possono essere i veri acquisti, in modo tale che la squadra possa ritrovare quella solidità e avere qualche giocata offensiva in più per non buttare tutto all'aria in una stagione che non ci ha regalato alcuna soddisfazione».
«Se mi trovassi a fare la "lista della spesa" per il mercato di gennaio, credo che le scelte sarebbero facili. Negli ultimi 3 anni, il ruolo che quasi sempre è stato scoperto è stato quello dell'attaccante. Faccio il tifo affinché il presidente possa portare a Barletta un attaccante che vada in doppia cifra. Però, non l'ha fatto ad inizio campionato, figuriamoci adesso che gli obiettivi iniziali sono svaniti. Ci auguriamo soltanto che si riprenda La Mantia, perché Zigon non è certo quel giocatore che tutti avevano presentato come l'uomo che poteva risolvere i problemi del Barletta. Purtroppo 9 gol all'attivo la dicono tutta su quello che è il valore del Barletta in fase offensiva».
«Sono stato tra i primi a dire che bisognava far chiarezza su tutto il progetto del Barletta calcio. Ogni tanto ci rimbalzano da una parte all'altra senza dirci in realtà qual è il reale obiettivo della società. Io dico che in questo momento, vista la situazione generale, l'unico che può far chiarezza è il presidente Tatò, che ormai è in silenzio da circa 2 mesi e mezzo e da due mesi non viene allo stadio. Spero che quanto prima riprenda in mano tutta la situazione, anche se ha già dichiarato che a giugno lascerà il Barletta. Fin quando è presidente, Tatò ha il dovere di far chiarezza su questi punti, non tanto per quelle che sono le scelte tecniche, ma per il rispetto dei tifosi che ad inizio anno hanno sottoscritto l'abbonamento».
«Contro il Frosinone non c'è da aspettarsi granchè, ma non abbiamo niente da perdere. Dovremmo giocarcela a viso aperto, tanto perdere con 1 o 2 gol di scarto contro il Frosinone non cambia molto, nessuno può dire niente. Se giochiamo una partita alla "garibaldina" possiamo mettere in difficoltà una squadra che sicuramente non fa della corsa la propria forza. Se invece scendiamo sui ritmi che piacciono al Frosinone, potremmo incassare una nuova, dura batosta. Se mettiamo in campo tanta corsa e tanto carattere, almeno noi tifosi usciamo soddisfatti da quella che sulla carta può essere una partita difficilissima, ma che sul campo si gioca sempre 11 contro 11».
«I giocatori del Barletta nella loro sfortuna hanno avuto una fortuna: prima il presidente Tatò ha fatto da scudo a tutta la situazione, adesso c'è questa contestazione in atto verso il direttore Martino che sta "proteggendo" la squadra da quelle che sono anche le responsabilità di chi scende in campo. I ragazzi non sono mai stati messi di fronte alle loro responsabilità, ma devono capire che in campo ci vanno loro, e questo per loro in futuro può essere il proprio mestiere. Se non lo capiscono a Barletta in un momento come questo di serenità assoluta, credo che in futuro, quando conteranno i 3 punti, difficilmente metteranno la faccia. È uno sforzo, tutti devono assumersi le proprie responsabilità: se in questo momento possono nascondersi, da luglio in poi non possono più farlo. Hanno la possibilità di crescere in un ambiente sano e sereno, che finora non li ha mai colpiti singolarmente. In queste ultime partite la squadra deve dimostrare tutto il suo valore, così a fine stagione anche la società può prendere decisioni ponderate sul futuro dei singoli giocatori».
[Savino Daleno]
«Per quello che concerne il risultato, c'è da essere soddisfatti. Era una partita in cui tutti speravano in un risultato positivo. È arrivato, anche se, come al solito. abbiamo sofferto e dobbiamo ringraziare Liverani per le sue parate. Qualche settimana fa speravamo di iniziare ad inanellare una serie di risultati positivi, adesso la squadra lo sta facendo. Almeno dal punto di vista caratteriale qualcosa sta venendo fuori. Per quel che riguarda il gioco, secondo me non saremo mai soddisfatti, perché come qualità non siamo ancora all'altezza di una squadra di Lega Pro».
«Vuoi per gli schemi tattici, vuoi per la mancanza di qualità dei singoli, stiamo sempre qui a commentare un Barletta che non riesce a segnare, che fa della fase difensiva la sua forza. Se pensiamo che il Barletta ha segnato solo 9 gol in 20 partite, possiamo tranquillamente affermare che, se ci fosse stata la retrocessione in ballo, noi saremmo stati già retrocessi – o quasi-. A fare da contraltare a questa situazione c'è una buona fase difensiva . Almeno lì, il Barletta si è fatto rispettare. Però sarebbe assurdo il contrario, visto che ci difendiamo quasi sempre in 11 ed è difficile farci gol. Se a questo ci aggiungiamo le grandi prestazioni di Liverani, ecco che anche un punto riusciamo a portarlo a casa, come è avvenuto a Prato».
«I cambi difensivi fanno parte della mentalità dell'allenatore. Anche l'impostazione tattica porta quasi sempre ad avere un gioco speculare. Il mister quando prepara la partita, lo fa soprattutto cercando di non perdere. Forse si è reso conto della qualità dei ragazzi che ha a disposizione, e cerca di fare quanti meno danni possibile. Ora in società hanno cambiato rotta: si è passati da un campionato dove dovevamo lottare per i primi 9 posti ad un piano di valorizzazione dei giovani. Almeno con l'innesto di Guglielmi e con le buone prestazioni di qualche altro ragazzo almeno ci si può salvare la faccia. Sono giovani che possono dare almeno un po' di entusiasmo. Noi tifosi ci auguriamo di vedere almeno questo».
«Pippa domenica è tornato in campo: lui, insieme a qualche altro giocatore che è ancora fuori, può essere l'acquisto di gennaio per il Barletta. Il rientro di La Mantia e, si spera, una situazione più chiara per quel che riguarda Allegretti possono essere i veri acquisti, in modo tale che la squadra possa ritrovare quella solidità e avere qualche giocata offensiva in più per non buttare tutto all'aria in una stagione che non ci ha regalato alcuna soddisfazione».
«Se mi trovassi a fare la "lista della spesa" per il mercato di gennaio, credo che le scelte sarebbero facili. Negli ultimi 3 anni, il ruolo che quasi sempre è stato scoperto è stato quello dell'attaccante. Faccio il tifo affinché il presidente possa portare a Barletta un attaccante che vada in doppia cifra. Però, non l'ha fatto ad inizio campionato, figuriamoci adesso che gli obiettivi iniziali sono svaniti. Ci auguriamo soltanto che si riprenda La Mantia, perché Zigon non è certo quel giocatore che tutti avevano presentato come l'uomo che poteva risolvere i problemi del Barletta. Purtroppo 9 gol all'attivo la dicono tutta su quello che è il valore del Barletta in fase offensiva».
«Sono stato tra i primi a dire che bisognava far chiarezza su tutto il progetto del Barletta calcio. Ogni tanto ci rimbalzano da una parte all'altra senza dirci in realtà qual è il reale obiettivo della società. Io dico che in questo momento, vista la situazione generale, l'unico che può far chiarezza è il presidente Tatò, che ormai è in silenzio da circa 2 mesi e mezzo e da due mesi non viene allo stadio. Spero che quanto prima riprenda in mano tutta la situazione, anche se ha già dichiarato che a giugno lascerà il Barletta. Fin quando è presidente, Tatò ha il dovere di far chiarezza su questi punti, non tanto per quelle che sono le scelte tecniche, ma per il rispetto dei tifosi che ad inizio anno hanno sottoscritto l'abbonamento».
«Contro il Frosinone non c'è da aspettarsi granchè, ma non abbiamo niente da perdere. Dovremmo giocarcela a viso aperto, tanto perdere con 1 o 2 gol di scarto contro il Frosinone non cambia molto, nessuno può dire niente. Se giochiamo una partita alla "garibaldina" possiamo mettere in difficoltà una squadra che sicuramente non fa della corsa la propria forza. Se invece scendiamo sui ritmi che piacciono al Frosinone, potremmo incassare una nuova, dura batosta. Se mettiamo in campo tanta corsa e tanto carattere, almeno noi tifosi usciamo soddisfatti da quella che sulla carta può essere una partita difficilissima, ma che sul campo si gioca sempre 11 contro 11».
«I giocatori del Barletta nella loro sfortuna hanno avuto una fortuna: prima il presidente Tatò ha fatto da scudo a tutta la situazione, adesso c'è questa contestazione in atto verso il direttore Martino che sta "proteggendo" la squadra da quelle che sono anche le responsabilità di chi scende in campo. I ragazzi non sono mai stati messi di fronte alle loro responsabilità, ma devono capire che in campo ci vanno loro, e questo per loro in futuro può essere il proprio mestiere. Se non lo capiscono a Barletta in un momento come questo di serenità assoluta, credo che in futuro, quando conteranno i 3 punti, difficilmente metteranno la faccia. È uno sforzo, tutti devono assumersi le proprie responsabilità: se in questo momento possono nascondersi, da luglio in poi non possono più farlo. Hanno la possibilità di crescere in un ambiente sano e sereno, che finora non li ha mai colpiti singolarmente. In queste ultime partite la squadra deve dimostrare tutto il suo valore, così a fine stagione anche la società può prendere decisioni ponderate sul futuro dei singoli giocatori».
[Savino Daleno]