Il silenzio in via Vittorio Veneto
Barletta Calcio: un anno di incognite, i tifosi chiedono chiarezza
mercoledì 10 aprile 2013
10.50
Ambiente rassegnato?
Ogni maledetta domenica. Da un paio di mesi a questa parte per il tifo biancorosso non è solo il titolo del celebre film di Oliver Stone, ma anche la pellicola, riavvolta di settimana in settimana, che i sostenitori del Barletta vivono con un atteggiamento che di giorno in giorno ricorda più la rassegnazione che non la speranza. Una reazione quasi naturale per un pubblico che appena un anno fa sognava la promozione in B e oggi si trova a dover sostenere una squadra che dovrebbe lottare con le unghie e con i denti per evitare l'ultimo posto, un atteggiamento raramente visto in stagione. Una squadra silenziosa- spesso priva del giusto nerbo- in campo, una società silenziosa fuori. Una situazione arrivata al suo parossismo in questo momento della stagione, quando invece lo sprone dei vertici sarebbe linfa vitale per l'ambiente e la rosa. La morale è questa: da un pò di tempo a questa parte, l'unico rumore che si sente dalle parti di via Veneto è quello dell'assordante silenzio societario.
Caso-Schulmeister, fotografia perfetta
Emblematica in tal senso è stata la vicenda-Schulmeister. Le attenzioni del Barletta sull'attaccante 30enne si erano dirottate dopo il colpevolmente mancato arrivo di rinforzi per l'attacco dal mercato di gennaio: il centravanti ceco, ex AGOOV Apeldoorn (seconda divisione olandese) era arrivato l'11 febbraio nella città della Disfida per un breve periodo di prova con il gruppo, con la società di via Veneto che il 28 febbraio aveva comunicato l'intenzione di "tesserare Schulmeister, per il cui impiego in gare ufficiali si attende l'arrivo del transfer internazionale". Un transfer che non è- a meno di clamorose novità dell'ultim'ora- mai arrivato: il nome del centravanti in tedesco suona come "maestro di scuola", quello che il Barletta non è stato in sede di mercato, dove una rosa che aveva bisogno come il pane di uomini-gol avrebbe avuto bisogno di "usati sicuri" sin dal mercato di gennaio. Sulla vicenda non è stata scritta una riga: né un comunicato ufficiale, tantomeno dichiarazioni ufficiali da parte della società. Resta da capire perché chi è al vertice del club non abbia sentito l'esigenza di informare tifoseria e appassionati sull'evoluzione di una "promessa", rimasta sin qui tale.
Novelli senza repliche
Un'altra vicenda inevasa nell'ultimo mese ha riguardato l'ex allenatore biancorosso Raffaele Novelli: esonerato il 4 marzo, all'indomani della sconfitta contro il Gubbio dopo 16 panchine complessive, che avevano portato in dote molti applausi per il gioco offerto ma appena 10 punti alla prova del campo, frutto di due vittorie, 4 pareggi e 10 ko, con ben 30 centri al passivo e appena 14 realizzati, con una media punti di 0-62/partita. Una scelta, quella di congedare l'allenatore salernitano, tesa a "staccare" del tutto il cordone ombelicale con il recente passato rappresentato anche da Peppino Pavone, che con il mister e il placet del presidente Tatò aveva plasmato la rosa in estate. Dopo il suo allontanamento Novelli aveva parlato con diversi media locali lanciando precisi "segnali" ed evidenziando i suoi contrasti con il direttore sportivo Gabriele Martino: dichiarazioni sulle quali si sarebbe attesa una replica del diretto interessato, mai arrivata nè attraverso comunicati ufficiali tanto meno sugli organi di stampa. Scelta che non ha certo sgomberato i dubbi sul rapporto tra ex-allenatore e ds.
Tatò e Martino: lontani dai microfoni, lontani dal cuore (dei tifosi)?
L'ultima uscita in pubblico del presidente Roberto Tatò- che ha più volte assicurato di voler restare in sella al sodalizio biancorosso anche dopo la fine della stagione, aprendo la via a una continuità societaria- risale al 3 marzo, post-partita di Barletta-Gubbio 1-2, mentre il ds Martino ha parlato l'ultima volta davanti a pc, microfoni e telecamere l'11 febbraio, una vita fa calcisticamente parlando. Un modus agendi che andrebbe bene per una società dalla situazione tecnica tranqulla, non per il Barletta di oggi, bisognoso di sicurezze e serenità da trasmettere ad ambiente e tifosi. Lo scetticismo nell'aria che spira sulla squadra è cresciuto a vista d'occhio rispetto alla prima parte di stagione, e la causa non è da trovare solo nei risultati, ma anche in una dirigenza che sembra aver smarrito l'enorme entusiasmo di 12 mesi fa. I tifosi dal canto loro hanno assicurato il consueto sostegno alla squadra domenica contro il Prato, in attesa di scosse dal vertice. Perchè il silenzio, nel calcio, genera solo indifferenza.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Ogni maledetta domenica. Da un paio di mesi a questa parte per il tifo biancorosso non è solo il titolo del celebre film di Oliver Stone, ma anche la pellicola, riavvolta di settimana in settimana, che i sostenitori del Barletta vivono con un atteggiamento che di giorno in giorno ricorda più la rassegnazione che non la speranza. Una reazione quasi naturale per un pubblico che appena un anno fa sognava la promozione in B e oggi si trova a dover sostenere una squadra che dovrebbe lottare con le unghie e con i denti per evitare l'ultimo posto, un atteggiamento raramente visto in stagione. Una squadra silenziosa- spesso priva del giusto nerbo- in campo, una società silenziosa fuori. Una situazione arrivata al suo parossismo in questo momento della stagione, quando invece lo sprone dei vertici sarebbe linfa vitale per l'ambiente e la rosa. La morale è questa: da un pò di tempo a questa parte, l'unico rumore che si sente dalle parti di via Veneto è quello dell'assordante silenzio societario.
Caso-Schulmeister, fotografia perfetta
Emblematica in tal senso è stata la vicenda-Schulmeister. Le attenzioni del Barletta sull'attaccante 30enne si erano dirottate dopo il colpevolmente mancato arrivo di rinforzi per l'attacco dal mercato di gennaio: il centravanti ceco, ex AGOOV Apeldoorn (seconda divisione olandese) era arrivato l'11 febbraio nella città della Disfida per un breve periodo di prova con il gruppo, con la società di via Veneto che il 28 febbraio aveva comunicato l'intenzione di "tesserare Schulmeister, per il cui impiego in gare ufficiali si attende l'arrivo del transfer internazionale". Un transfer che non è- a meno di clamorose novità dell'ultim'ora- mai arrivato: il nome del centravanti in tedesco suona come "maestro di scuola", quello che il Barletta non è stato in sede di mercato, dove una rosa che aveva bisogno come il pane di uomini-gol avrebbe avuto bisogno di "usati sicuri" sin dal mercato di gennaio. Sulla vicenda non è stata scritta una riga: né un comunicato ufficiale, tantomeno dichiarazioni ufficiali da parte della società. Resta da capire perché chi è al vertice del club non abbia sentito l'esigenza di informare tifoseria e appassionati sull'evoluzione di una "promessa", rimasta sin qui tale.
Novelli senza repliche
Un'altra vicenda inevasa nell'ultimo mese ha riguardato l'ex allenatore biancorosso Raffaele Novelli: esonerato il 4 marzo, all'indomani della sconfitta contro il Gubbio dopo 16 panchine complessive, che avevano portato in dote molti applausi per il gioco offerto ma appena 10 punti alla prova del campo, frutto di due vittorie, 4 pareggi e 10 ko, con ben 30 centri al passivo e appena 14 realizzati, con una media punti di 0-62/partita. Una scelta, quella di congedare l'allenatore salernitano, tesa a "staccare" del tutto il cordone ombelicale con il recente passato rappresentato anche da Peppino Pavone, che con il mister e il placet del presidente Tatò aveva plasmato la rosa in estate. Dopo il suo allontanamento Novelli aveva parlato con diversi media locali lanciando precisi "segnali" ed evidenziando i suoi contrasti con il direttore sportivo Gabriele Martino: dichiarazioni sulle quali si sarebbe attesa una replica del diretto interessato, mai arrivata nè attraverso comunicati ufficiali tanto meno sugli organi di stampa. Scelta che non ha certo sgomberato i dubbi sul rapporto tra ex-allenatore e ds.
Tatò e Martino: lontani dai microfoni, lontani dal cuore (dei tifosi)?
L'ultima uscita in pubblico del presidente Roberto Tatò- che ha più volte assicurato di voler restare in sella al sodalizio biancorosso anche dopo la fine della stagione, aprendo la via a una continuità societaria- risale al 3 marzo, post-partita di Barletta-Gubbio 1-2, mentre il ds Martino ha parlato l'ultima volta davanti a pc, microfoni e telecamere l'11 febbraio, una vita fa calcisticamente parlando. Un modus agendi che andrebbe bene per una società dalla situazione tecnica tranqulla, non per il Barletta di oggi, bisognoso di sicurezze e serenità da trasmettere ad ambiente e tifosi. Lo scetticismo nell'aria che spira sulla squadra è cresciuto a vista d'occhio rispetto alla prima parte di stagione, e la causa non è da trovare solo nei risultati, ma anche in una dirigenza che sembra aver smarrito l'enorme entusiasmo di 12 mesi fa. I tifosi dal canto loro hanno assicurato il consueto sostegno alla squadra domenica contro il Prato, in attesa di scosse dal vertice. Perchè il silenzio, nel calcio, genera solo indifferenza.
(Twitter: @GuerraLuca88)